Il terrore non ferma la fede ad Alqosh, Kurdistan iracheno. E tra i bambini che hanno ricevuto il Sacramento, c’è anche chi ha detto di voler diventare sacerdoteLa messa di Prima Comunione avvenuta ad Alqosh, “città di frontiera” che ha vissuto per tanto tempo la minaccia dei militanti del sedicente Stato Islamico, ha un’importanza storica: ora si può “sperare nel ritorno della pace e della normalità” per questi cento bambini, ha dichiarato Mons. Basil Yaldo, vescovo ausiliare di Baghdad e stretto collaboratore del patriarca Louis Raphael Sako.
Il primate caldeo ha presieduto la cerimonia, frequentata da “tutti i sacerdoti e le suore della città, con più di 700 persone. I fedeli erano emozionati perché, per la prima volta, il patriarca ha celebrato le comunioni nella comunità”.
Come molte altre città nel Kurdistan iracheno, anche Alqosh ha accolto molti rifugiati.
“La vita nell’area è quasi tornata alla normalità”, ha detto il vicario di Baghdad. “Speriamo che presto l’intera piana [di Nineve] possa essere liberata dai jihadisti, e che i rifugiati possano ritornare ai loro villaggi”.
Il lavoro per rendere sicura l’area, ha aggiunto, “è già iniziato e negli scorsi due giorni le truppe irachene hanno lanciato un’operazione per liberare i villaggi che circondano Mosul”.
In merito ai bambini e alle bambine che hanno ricevuto la Prima Comunione, il patriarca Sako li ha esortati a non abbandonare la loro terra, la città di Alqosh, invitandoli a restare ed aiutare nella ricostruzione, “perché c’è un’eredità (cristiana) da preservare”.
Il primate caldeo, secondo quanto dichiarato da Mons. Yaldo, ha così incoraggiato i giovani: “Siate forti, venite in chiesa e partecipate alla vita della comunità cristiana nello stesso modo in cui partecipate alla vita delle vostre famiglie”.
Dopo la funzione, i bambini hanno chiesto al patriarca Sako alcune domande. Uno di loro, ha aggiunto Mons. Yaldo, ha detto che quando crescerà, vorrà “diventare un prete e servire i poveri e i bisognosi”.
Il patriarca non è riuscito a trattenere l’emozione dopo aver sentito queste parole, aggiungendo che “è importante sostenere gli altri e farsi carico della reciproca sofferenza”.
Potete leggere il resto della storia qui. Dio benedica ognuno di loro e dia loro sicurezza.
[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]