Il nostro mondo è sempre più impegnato, ma isola anche sempre di più. La solitudine di una coppia è diventata insopportabileLa solitudine e la disperazione possono portarci a un dolore così reale da dover gridare? Questa storia suggerisce che è così, e anche che cose semplici come un piatto di pasta e un po’ di compagnia – il dono della propria presenza agli altri – possono essere fondamentali per una società sana.
L’episodio è accaduto nel quartiere Appio di Roma. Le autorità sono state chiamate perché i vicini sentivano grida e altri rumori che indicavano angoscia provenire da un appartamento e si sono preoccupati pensando che si stesse verificando un episodio criminale.
Quando la Polizia è arrivata, non ha trovato alcuna scena del crimine, ma una coppia anziana – Jole di 89 anni e suo marito Michele di 94 – che sperimentava un senso di disperazione solitaria così acuta da farla gridare.
La loro angoscia, hanno spiegato gli anziani, deriva da una combinazione di isolamento e cattive notizie diffuse dai mezzi di comunicazione. Con molti vicini in vacanza, Jole e Michele – sposati da 71 anni – hanno detto di non aver ricevuto visite da mesi. Il silenzio del vicinato, unito alle notizie terribili diffuse dalla televisione, ha ampliato il loro senso di vulnerabilità e solitudine, finché la coppia non ha letteralmente gridato per la desolazione.
Per assicurarsi che i due anziani stessero bene, i poliziotti hanno chiamato i paramedici perché li visitassero. Nel frattempo, un poliziotto di nome Andrea ha controllato la credenza della coppia per verificare le loro riserve di cibo e ha deciso di cucinare un po’ di pasta al burro. Mentre Jole e Michele mangiavano, gli altri poliziotti, Alessandro, Ernesto e Mirko, hanno tenuto loro compagnia chiacchierando.
“Non c’è un reato”, ha affermato la Polizia romana. “Jole e Michele non sono vittime di truffe come spesso accade agli anziani e nessun ladro è entrato in casa. Non c’è nessuno da salvare. Questa volta, per i ragazzi delle Volanti c’è un compito più arduo da svolgere. Ci sono due anime sole da rassicurare”. I poliziotti ci sono riusciti con un pasto semplice che, hanno detto, conteneva “un ingrediente prezioso: c’è, dentro, tutta la loro umanità”.
La Polizia deve difendere e servire, e questi poliziotti hanno servito tutti noi ricordandoci che la disponibilità ad essere presenti per gli altri e non tanto concentrati su noi stessi può essere quello che fa la differenza tra una società che ha speranza e vuole vivere e una che – disperata e sola – non riesce ad andare avanti.
In una storia collegata pubblicata sul The Daily Catch si mostra come una struttura di assistenza agli anziani abbia trovato un modo unico per offrire un po’ di compagnia e interazione umana ai suoi ospiti, assicurando agli studenti universitari alloggio gratuito in cambio della loro presenza per i residenti.
“Gli studenti vivono nella casa di riposo in piccoli appartamenti gratuiti in cambio di un minimo di 30 ore al mese di ‘buon vicinato’. Cose semplici e divertenti come guardare lo sport, festeggiare i compleanni, giocare a qualcosa ed essere semplicemente lì quando un ospite anziano è malato. Tutte le attività – soprattutto quest’ultima – aiutano a ridurre al minimo il senso di solitudine”.
Ridurre al minimo la solitudine; un po’ di compagnia; un po’ di tempo.
Guardate questo video. Richiama il potere del messaggio: “È bello che tu esista”.
Senza ascoltare queste parole e restituirle a qualcun altro con la nostra attenzione e la nostra presenza, non abbiamo niente se non un vuoto doloroso che ci fa chiedere perché dovremmo andare avanti.
Elizabeth Scalia è la responsabile dell’edizione inglese di Aleteia
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]
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