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Perché non esiste un “ex cattolico”

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Greg Kandra - pubblicato il 10/08/16
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J.D. Flynn spiega su First Things:

“Il cattolicesimo non è una religione congregazionalista. L’appartenenza non è una proposta di autodefinizione. La grazia – la grazia del Battesimo – rende una persona cattolica. La Chiesa insegna che ‘mediante il Battesimo l’uomo è incorporato alla Chiesa di Cristo e in essa è costituito persona’.

I cattolici credono che il Battesimo abbia un certo obiettivo e conseguenze inalterabili. Questa identità cattolica non è il soggetto di autodefinizione, né la conseguenza di un comportamento propriamente cattolico, o un assenso agli insegnamenti della Chiesa, o anche obbedienza al Magistero.

Nel 2009, papa Benedetto ha affermato che il cattolicesimo arriva senza una clausola di recesso: una volta che una persona è battezzata o accolta nella Chiesa cattolica, non c’è modo di uscirne.

Ovviamente respingere la comunione ecclesiale o la dottrina della Chiesa comporta delle conseguenze, tra le quali la pena della scomunica, ma la scomunica è una punizione, non un’esclusione. I cattolici disobbedienti o disonesti potrebbero affrontare la dannazione per le loro scelte, ma sul letto di morte saranno comunque membri della nostra Chiesa. Si può essere cattolici ed essere pro-choice, ma avendo respinto la verità e la comunione della Chiesa sarebbe meglio prepararsi ad affrontare il suo giudizio.

… Il fatto è che tra in mezzo al Popolo di Dio ci sono quelli che hanno respinto la grazia che Dio ha donato loro. La nostra Chiesa include le persone dannate, e quelle dogmaticamente impure, e noi stessi a volte ci inseriamo in queste categorie. La spiacevole verità è che una persona può essere cattolica e comunque dannata”.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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