Padre Brian Kolodiejchuk è fisicamente un gigante, con il viso e l’allegria di un bambino. È nato in Canada, ma la sua famiglia è di origine ucraina come testimonia il suo impronunciabile cognome. Ha conosciuto Madre Teresa a Roma quando aveva 21 anni. Era partito con i genitori per venire a trovare la sorella che era missionaria della carità e si trovava nella casa romana di san Gregorio al Celio. Al momento di ritornare in Canada Madre Teresa gli disse: “Resta con me”. Può sembrare strano, ma Brian rispose di sì. Cominciò con i contemplativi, l’unico ramo maschile dell’ordine esistente all’epoca e finì per diventare uno dei primi Padri Missionari della carità, l’ultimo ramo maschile fondato da Madre Teresa. I Padri sono sacerdoti che hanno la cura d’anime delle missionarie e dei loro assistiti. Adesso Brian è il Superiore dei Padri e anche il Postulatore della causa di canonizzazione della Beata Teresa di Calcutta. Vive normalmente a Tijuana, in Messico, città tristemente famosa per essere diventata l’approdo di migliaia di clandestini pronti a varcare il muro di separazione con San Diego negli Stati Uniti. Del resto è nella vocazione dell’intera Famiglia dei Missionari della Carità, donne e uomini, scegliere di mettere su casa negli inferni del mondo. Forse per questo padre Brian ha tanto riflettuto sull’esperienza dell’oscurità vissuta per ben cinquanta anni da Madre Teresa, perché dentro questa lunga sofferenza spirituale della suora dei poveri c’è la traccia che guida verso la comprensione della vocazione dei missionari della carità: portare la luce di Cristo nel buio della condizione umana. Adesso padre Brian si è temporaneamente trasferito a Roma per seguire l’intenso lavoro della Postulazione in vista del prossimo 4 settembre, quando papa Francesco proclamerà santa Madre Teresa di Calcutta. Poi viaggerà in Argentina, invitato a parlare dell’oramai Santa Teresa d’America nella terra di Papa Francesco.
I legami di Madre Teresa con l’America Latina sono molti, ad iniziare dal miracolo, il secondo, quello che ne ha permesso la canonizzazione, di un brasiliano…
È proprio così, al di là del miracolo, la prima casa delle Missionarie della Carità che si è aperta fuori dall’India, è stata in Venezuela nel 1965. Questo è stato un passo molto importante per la Madre Teresa e per la sua congregazione, dato che ha significato l’inizio della loro espansione internazionale.
Lei visitava le suore molto frequentemente nei primi anni, ed era molto colpita dall’apertura e dal calore con cui le suore venivano accolte in America Latina. Durante i tre decenni successivi, la Madre Teresa si è recata in molti paesi dell’America latina con l’obiettivo di aprire nuove case per i più poveri tra i poveri.
A proposito del miracolo accaduto nel 2008 a Santos, in Brasile, per intercessione della Beata Teresa, lei ha detto che è stato sottoposto alla sua attenzione soltanto verso la fine del 2013 e approvato nel dicembre del 2015…
Esattamente il 17 dicembre del 2015, il Papa Francesco ha approvato la promulgazione del decreto che riconosce un miracolo attribuito all’intercessione della Beata Teresa di Calcutta. Il caso presentato dalla Postulazione della Causa di Canonizzazione si riferisce alla guarigione miracolosa che ebbe luogo nel 2008 nella città di Santos, in Brasile. Il caso si riferisce a un uomo che soffriva di una infezione batteriana del cervello, cosa che gli causò molteplici ascessi con idrocefalia tri ventricolare. Le varie cure praticate non ottennero risultati, per cui le sue condizioni peggiorarono continuamente. Il 9 dicembre del 2008 il paziente si trovava in condizioni cliniche acute: idrocefalia ostruttiva; era in coma e stava morendo. Si decise di effettuare una chirurgia di emergenza. Alle 18:10 il paziente fu portato in sala operatoria, ma l’anestesista non poté realizzare l’intubazione tracheale per poter praticare l’anestesia.
Nel frattempo, a partire dal marzo del 2008, la sposa del paziente aveva continuamente sollecitato l’intercessione della beata Madre Teresa per suo marito. Alle sue preghiere per l’intercessione si unirono anche quelle dei suoi familiari, di amici, e quelle del parroco, tutti stavano pregando per ottenere una guarigione miracolosa per intercessione di Madre Teresa.
In quello stesso giorno, il 9 dicembre del 2008, quando il paziente entrò in una crisi molto grave e dovette essere portato a sottoporsi a un intervento di emergenza, si rivolsero preghiere più intense alla Beata Teresa chiedendo la sua guarigione. Esattamente tra le 18:10 e le 18:40 la sposa del paziente si rivolse alla Beata Teresa pregando con maggior determinazione per la guarigione di suo marito moribondo. Alle 18:40 il neurochirurgo ritornò alla sala operatoria e trovò il paziente inspiegabilmente sveglio e senza dolore. Il paziente chiese al medico “Cosa sto facendo qui?” La mattina dopo, 10 dicembre del 2008, alle 7:40 quando si visitò il paziente, era completamente sveglio e senza nessun tipo di mal di testa; era asintomatico con le percezioni cognitive normali.
Il paziente, ora completamente guarito, riprese il suo lavoro di ingegnere meccanico senza nessuna limitazione. Inoltre va segnalato che, nonostante gli esami clinici che mostravano una condizione di sterilità dovuta all’immunosoppressione intensa e prolungata e agli antibiotici, la coppia ha oggi due bambini sani nati nel 2010 e nel 2012.
Il 10 settembre del 2015, la commissione medica votò all’unanimità che alla luce delle conoscenze mediche attuali la guarigione è inesplicabile. L’8 ottobre dello stesso anno anche la commissione teologica votò all’unanimità che c’era un nesso perfetto di causa ed effetto tra la invocazione della Madre Teresa e la guarigione scientificamente inspiegabile. Il 15 dicembre del 2015, il caso ha ricevuto l’approvazione finale del Congresso dei Cardinali e Vescovi della Congregazione per le Cause dei Santi, riuniti in sessione ordinaria.
Anche i legami di Madre Teresa con il Messico sono notevoli. Li può riassumere?
Quando la Madre Teresa arrivò per la prima volta a Città del Messico nel 1976, le autorità civili non erano molto favorevoli ai religiosi; comunque, trattandosi di Madre Teresa, erano disposti a fare eccezione e fu accolta molto bene. Attualmente, le suore hanno in Messico 12 case per i poveri, di cui quattro sono nella città di Tijuana. Lì le suore hanno anche una comunità del ramo contemplativo, e vi si trova anche la Casa Madre (che è anche la Casa Generalizia) dei Padri Missionari della Carità. E` pertanto evidente che Madre Teresa aveva un amore speciale per il Messico e per Tijuana in particolare. In una certa occasione, in cui lei e il vescovo andarono a visitare una località alla periferia della città, dove lavoravano le suore e i padri, le si avvicinò una persona povera e le chiese che le dessero la Parola di Dio, prima ancora di chiedere un qualsiasi aiuto materiale. Madre Teresa ne rimase così impressionata che quello stesso giorno fece rimorchiare una casa mobile a quel luogo affinché le suore potessero immediatamente iniziare lì una comunità.
Poi c’è Cuba…
Madre Teresa raccontava con piacere come fu invitata a conoscere Fidel Castro, nel momento in cui si stavano scacciando da Cuba gli altri religiosi. Madre Teresa trascorse varie ore con Castro e la sua famiglia. Lei gli offerse di portare le sue suore a Cuba per aiutare i poveri. Ovviamente, il Signor Castro disse: “Non abbiamo nessun povero nel nostro sistema.” Di modo che lei gli offrì di portare amore e assistenza alle persone sole e abbandonate. Al termine della visita, Madre gli disse: “Pregherò per lei. Lei preghi per me” dato che era quello che la Madre era solita dire. Lui disse: “La mia preghiera è il mio lavoro per il popolo”, e lei disse: “Che bella preghiera!”. Madre Teresa gli diede un’immagine della Vergine e un rosario. Ma lei si sentiva perfettamente a suo agio in sua compagnia – e quell’uomo, che aveva scacciato da Cuba altri religiosi, ha finito per invitare Madre Teresa al suo paese.
La fede che Madre Teresa aveva nella presenza di Dio in ogni essere umano, la portava a trovare la bontà in ogni persona e allo stesso tempo la suscitava in loro, sia che fossero peccatori o santi. Questo atteggiamento aveva un effetto impressionante sulla gente perché, invece di sentirsi giudicati, si sentivano amati.
Altri paesi dell’America Latina con cui Madre Teresa abbia avuto a che fare?
Nel febbraio del 1976 un grande terremoto colpì Guatemala, e Madre Teresa si offrì di mandare là le sue suore. Così scrisse al Cardinale dicendogli che mandava le suore dall’India con tanto amore, per dare tenero amore e prendersi cura delle persone che soffrono.
Lei parlerà di Santa Madre Teresa a canonizzazione avvenuta, a settembre in Argentina, nella terra del Papa. Ci sono rapporti di Madre Teresa con l’Argentina?
Secondo la nostra lista abbiamo 7 case in Argentina. Nella città di Zarate, a sessanta chilometri da Buenos Aires iniziata nel maggio del 1978; nella località di Frontera, iniziata nell’agosto del 1980. Sei anni dopo, nel febbraio del 1986 è stata aperta una casa a San Isidro, sempre in provincia di Buenos Aires, nel giugno del 1994. Altre tre sono iniziate rispettivamente a Mar del Plata, nel mese di giugno del 1996, a Cordoba nel gennaio 1998 e a luglio dello stesso anno nella città di Mendoza.
Madre Teresa visitò le suore a Zárate nel 1977 e rimase con loro durante quattro giorni. Visitò l’Argentina anche nel settembre del 1982. Non abbiamo nessun registro di altre visite, anche se non si scarta la possibilità che Madre Teresa abbia visitato l’Argentina in altre occasioni.
E con Papa Bergoglio?
Non credo che avessero un gran rapporto personale. Il Papa stesso racconta di averla vista nel Sínodo dei Vescovi del 1994, quando lui era l’arcivescovo di Buenos Aires. Come spiega il Padre Lombardi, portavoce del Vaticano: “Bergoglio era vicino a Madre Teresa, che si trovava dietro di lui, e spesso la ascoltò intervenire con grande energia, senza lasciarsi intimidire da quella grande assemblea di vescovi. Da quel momento crebbe in lui una grande stima per lei, come una donna forte, capace di dare una testimonianza coraggiosa”. Però lo stesso Papa, che da tempo ha dimostrato ammirazione per le donne che lo hanno allevato e gli hanno insegnato, aggiunse: “Avrei avuto paura se fosse stata la mia superiora, perché era molto esigente”.
Traduzione dallo spagnolo di Francesca Casaliggi