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Profanata con immagini oscene una statua della Madonna in Cile

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ACI Digital - pubblicato il 04/08/16
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ATTENZIONE: La fotografia può ferire la sensibilità dei lettoriAll’alba del 17 luglio, un gruppo di sconosciuti ha profanato una statua di Nostra Signora dei Sospiri a Cartagena, a 110 chilometri a ovest di Santiago, in Cile.

I vandali hanno disegnato immagini oscene con vernice verde e hanno tagliato le dita di una delle mani della statua.

ATTENZIONE: La fotografia può ferire la sensibilità dei lettori

Hanno anche distrutto i fiori e le targhe che i devoti collocano per ringraziare la Madonna per le grazie ricevute.

Il Municipio di Cartagena ha ripristinato rapidamente le condizioni della statua, e le autorità stanno lavorando per trovare i responsabili di questi atti, ripresi da una telecamera di sicurezza.

La profanazione di Nostra Signora dei Sospiri, statua risalente all’inizio del XX secolo, non è un fatto isolato in Cile.

Quest’anno si sono già verificati vari attacchi contro statue e templi, come quelli commessi a causa del conflitto mapuche nel sud del Paese.

Uno dei più esecrabili è stata la distruzione di una statua di Cristo crocifisso che degli uomini incappucciati hanno portato via dell’emblematica chiesa della Gratitudine Nazionale, a Santiago, distruggendola in una via pubblica durante una marcia studentesca.

Secondo l’avvocato dell’organizzazione Vozes Católicas, Alejandro Álvarez, gli attacchi a statue e chiese cattoliche “mostrano senz’altro una mancanza di rispetto per la sensibilità religiosa di milioni di cileni” e “rivelano la mancanza di tolleranza, rispetto, dialogo e incontro con l’altro”.

“Per questo, il messaggio di papa Francesco per una ‘cultura dell’incontro’ ha ancora più senso e importanza”, ha dichiarato al Gruppo ACI.

Per l’avvocato esistono diversi fattori che fanno sì che una società arrivi ad atti come questi, tra i quali spiccano “la sfiducia, i problemi sociali senza soluzione, lo scontento sociale e tanti altri che ci hanno portato a non dialogare con il prossimo”.

Álvarez ha dichiarato che la risposta di un cattolico di fronte a questi atti di odio alla fede deve nascere sempre “dai valori e dai principi del cristianesimo”, che daranno luogo “a rispetto, tolleranza, dialogo e contributo alla pace sociale”.

E se recitassimo un’Ave Maria ora, in riparazione per questo atto?

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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