separateurCreated with Sketch.

La lezione di una malata terminale: «Ho una dignità, non accanirti sul mio corpo, mi affido a Dio»

whatsappfacebooktwitter-xemailnative
Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 03/08/16
whatsappfacebooktwitter-xemailnative

Un medico racconta su Facebook il dialogo con una paziente speciale che gli ha cambiato la vitaUna giornata come tante nell’ospedale Sirai di Carbonia, in Sardegna, ma diventata “particolare”. Marco Deplano, 37 anni, urologo, non si aspettava nulla di speciale. E invece ha ricevuto il dono più importante della sua carriera medica, quella che definisce «la lezione di vita più toccante». Ed è arrivato da un’anziana morente, che ha voluto insegnargli il senso dell’inevitabile morte e la dignità dell’esistenza di ognuno di noi (La Repubblica, 1 agosto).

“SONO GIA’ MORTA QUINDICI ANNI FA”

Davanti a sé Marco ha una signora, «una paziente tra i 70 e gli 80 anni, bianca bianca, capello rosso carota con due dita di ricrescita ma smalto rosa impeccabile». Guarda la cartella, «la visito e ripeto l’ecografia». Le spiega in parte la situazione e lei: «Scusi se la interrompo… avrò un’altra sacchetta anche dietro?». «Sì, signora…», le risponde il 37enne. La paziente gli chiede il nome e aggiunge: «Hai due minuti per me? Lo sai che io sono già morta? Si… sono morta 15 anni fa», quando suo figlio a 33 anni è deceduto a causa di un infarto.

«Io sono morta quel giorno lo sai? Io dovevo morire con lui 15 anni fa, dovevo morire 10 anni fa quando mi hanno trovato la malattia e adesso io non devo più fingere per gli altri – sottolinea la donna -. I figli sono sistemati, i nipoti pure… io devo tornare da lui. Che senso ha vivere qualche giorno in più con sacchette soffrendo e facendo penare i miei cari… io ho una dignità. Ti offendi se non voglio fare nulla… io sono stanca e mi affido alle mani di Dio». «Anzi fai una cosa sospendi la trasfusione che ho voglia di tornare a casa e mangiare un gelato con mio nipote», aggiunge.

“SENZA ANSIA, PAURA EGOISMO”

«Lei può fare quello che vuole… ma mettendo due…», cerca di convincerla il medico ma lei è ferma: «Marco ti ho detto no. La vita è mia e ho deciso così». A questo punto il 37enne racconta: mi ero «scordato la stanchezza, la rabbia e tutto quello che mi angoscia. Non c’erano più gli anni di studio, le migliaia di pagine studiate, le linee guida… nulla tutto inutile. Nudo e disarmato dinanzi a un candore e una consapevolezza della morte che mi hanno tramortito».

I suoi occhi sono diventati lucidi: «In quel momento – scrive nel suo post – era la donna più bella del mondo, luminosa, decisa, mamma, nonna… in una parola amore puro. Forse è stata la volta in cui sono stato contento di fare una figura di merda. Smontato, denudato e coccolato da chi avrei dovuto aiutare e invece mi ha impartito la lezione di vita più toccante della mia vita. La morte vista come fase finale della vita, senza ansia, paura, egoismo. Consapevolezza che anni di studio mai ti insegneranno».

“UNO STRALCIO DELLA MIA QUOTIDIANITA'”

Il medico ha postato su Facebook il racconto, raccogliendo un’ondata di apprezzamenti per la compassione e il coraggio dimostrati nei confronti di quella donna che chiedeva che la scienza, per quanto mossa dalle migliori intenzioni, non si accanisse su di lei. «Ho soltanto riportato uno stralcio di quotidianità – ha commentato in serata Marco, cercando di rispondere con un nuovo post alle migliaia di messaggi che gli sono arrivati — Io non sono che uno dei tanti medici che lavora con passione ogni giorno, che ogni giorno sfida oggettive difficoltà’ che i non addetti ai lavori spesso scambiano per mancanza di professionalità» (Corriere della Sera, 1 agosto).

Top 10
See More