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Morta di meningite una ragazza di ritorno dalla GMG

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 02/08/16
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La notizia data dalla CEI sconvolge e rattrista. Quale profilassi adottare?Purtroppo la GMG di Cracovia viene funestata da un secondo lutto, dopo quello della giornalista Anna Maria Jacobini morta durante le celebrazioni, un ragazza romana, sulla via del ritorno, in una sosta a Vienna è morta di Meningite: Susanna Rufi, 19 anni. A darne notizia è direttamente la Conferenza Episcopale Italiana con una nota:

Nota Meningite CEI

Il Messaggero riporta il malessere della giovane, scambiato per altro:

Si sarebbe sentita male durante il viaggio, febbre, vomito, inizialmente si era pensato a un colpo di sole, viste le tante ore passate al caldo. Ma a Vienna il dolore alla testa è aumentato, la situazione precipitata, il viaggio di Susanna si è interrotto per sempre. I genitori, il padre è un giornalista di Radio radicale, sono partiti per Vienna immediatamente. Intanto a Roma nella parrocchia si è è diffusa la notizia, San Policarpo è stata presa d’assedio. «Era una delle migliori che avevamo – la piange un viceparroco – suonava l’organo la domenica alla messa delle 11, il padre il flauto a quella dei bambini». Il parroco don Alessandro raccontava ieri in serata: «Mi mandavano foto via whatsapp ma ora non riesco a contattarli, saranno sconvolti, stanotte sono in viaggio e domattina saranno a Roma. Abbiamo perso una ragazza davvero in gamba, impegnata e cresciuta in parrocchia, c’è poco da dire, siamo tutti sconvolti». Ieri sera un altro caso sospetto. A Udine è stata ricoverata una ragazza, che faceva parte di un gruppo che stava rientrando a Roma. La giovane era già stata sottoposta a profilassi per la meningite.

 

La comitiva romana

Oltre 480 ragazzi di ritorno dalla GMG sono stati visitati questa notte negli ospedali veneti, nel timore di un possibile contagio da meningite. La paura si è diffusa tra i pellegrini nel corso della notte dopo che ha cominciato a circolare la notizia del decesso a Vienna della giovane romana stroncata da meningite fulminante.

Oltre a uno dei tre pullman della comitiva romana su cui viaggiava la ragazza, si è fermato in pronto soccorso a Udine nella notte anche un altro autobus di giovani della provincia di Treviso a bordo del quale un ragazzo aveva accusato un malore. Nessuno di loro era stato in contatto con la ragazza e il giovane non aveva – in realtà – i sintomi della meningite, ma per scrupolo il gruppo è stato ovviamente sottoposto a profilassi (Huffington Post).

Che come funziona la profilassi per la Meningite?

«In caso di stretto contatto con un soggetto affetto da meningite è possibile proteggersi con una profilassi d’emergenza, ovvero con una terapia antibiotica specifica per il tipo di germe responsabile, su prescrizione dell’autorità sanitaria» sottolinea Alberto Villani, responsabile di Pediatria Generale e Malattie Infettive dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. «La profilassi avviata entro le 48 ore dal contatto è efficace e sicura, tuttavia quanto più è precoce è il trattamento, tanto maggiori sono le probabilità che abbia successo e che la malattia guarisca senza esiti. Purtroppo le meningiti sono malattie molto gravi e anche quando la diagnosi viene fatta tempestivamente, e la terapia antibiotica praticata subito e in maniera adeguata, la possibilità di guarire completamente è inferiore al 50%».

Che cos’è esattamente la Meningite?

La meningite è una infiammazione del rivestimento del sistema nervoso centrale (cervello e midollo) detto meninge. Esistono forme batteriche e virali, entrambe possono essere mortali. Il contagio avviene per via aerea, ma occorre un contatto molto ravvicinato. Nella prima fase della malattia, ovvero nelle prime 7-10 ore, i sintomi sono quelli di una normale influenza. Dopo 10 ore le manifestazioni cominciano a caratterizzarsi: mal di testa molto intenso, rigidità del collo e febbre elevata. Nell’ultima fase, tra le 20 e le 36 ore, si presentano i sintomi gravi e tipici della meningite: perdita di conoscenza, convulsioni, macchie sul corpo. «La meningite è una malattia difficile da riconoscere nelle fasi iniziali. La diagnosi viene fatta in genere quando si manifestano i sintomi più tipici e spesso, purtroppo, è già troppo tardi» prosegue Alberto Villani.

Le categorie più a rischio sono i bambini nella primissima infanzia e i giovani dai 15-18 anni ai 24-25 anni. «Queste ultime sono epoche della vita in cui sono frequenti le occasioni di convivialità, in cui si sta insieme, magari si beve dallo stesso bicchiere o si mangia con le stesse posate e le situazioni di socializzazione favoriscono il contagio».

In Italia si registrano circa 1.000 nuovi casi ogni anno e 1 persona su 10, tra chi si ammala, muore. 3 su 10 riportano esiti gravi e permanenti. Malgrado i progressi della medicina nella rianimazione e nell’assistenza al paziente, la mortalità non è diminuita e circa il 10% delle persone ammalate perde la vita. Il 50-60% guarisce completamente, mentre il 30% sopravvive riportando conseguenze anche molto gravi (15 bambini su 100 hanno complicanze così gravi da richiedere protesi acustiche o degli arti, cicatrici invalidanti, seri problemi alla vista, deficit neuro-motori) con un costo umano, sociale e sanitario altissimo.

L’unica arma per difendersi, per proteggere soprattutto i bambini e chi è più vulnerabile all’aggressione dei batteri, è la vaccinazione. Oggi sono disponibili vaccini specifici per la meningite da Haemophilus influenzae di tipo B e per le forme – le più frequenti – causate dallo pneumococco e dai ceppi principali (A, B, C, Y, W 135) del meningococco. Sebbene sia importante seguire l’apposito calendario, è possibile vaccinarsi contro la meningite a qualsiasi età.

«Vaccinarsi è fondamentale – conclude Alberto Villani – In mancanza di vaccinazione, infatti, il batterio responsabile della malattia circola di più e, conseguentemente, colpisce in misura maggiore. Chi non si vaccina non danneggia solo se stesso, ma mette a repentaglio anche gli altri. Attualmente accade anche che siano giovani adulti che non hanno effettuato i richiami vaccinali, o anziani non vaccinati, a contagiare bambini e neonati».

Cosa fare?

Per la profilassi della meningite meningococcica è sufficiente la Ciprofloxacina 500 mg in dose singola per bocca. Non è consigliata sotto i 18 anni e nelle donne gravide. Farmaci alternativi debbono essere utilizzati solo in caso di provata sensibilità del ceppo ed in situazioni che ostacolino l’uso dei farmaci di prima scelta (Faro di Roma).

 

Raccomandazioni

E’ bene contattare il proprio medico o l’ospedale di zona. Come già la CEI raccomanda nella sua nota, chiunque abbia avuto contatti – durante la GMG – con Casa Italia a Cracovia è bene che si sottoponga alla profilassi. Se avete amici o conoscenti in questa situazione avvisateli anche tramite questo breve articolo.

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