Madre e fondatrice di Safely Ever After, Pattie Fitzgerald parla ai bambini di “imbroglioni” anziché di “sconosciuti pericolosi”Quando il mio figlio maggiore portava ancora il pannolino e mia figlia aveva appena qualche mese, ho assistito a un programma televisivo che parlava dello “sconosciuto pericoloso” per i bambini (Dateline offre da allora vari programmi simili). L’ho guardato affascinata, ansiosa di imparare tutto il possibile.
Man mano che il programma procedeva, però, ho capito che tutte le informazioni utili che possiamo apprendere non bastano. Dopo la scuola, i bambini venivano portati in un parco, dove un uomo con un cagnolino si avvicinava a loro, attirandoli. Tutti i bambini lo seguivano. Come madre mi sono spaventata. Se il concetto di “sconosciuto pericoloso” non serviva, come avrei insegnato ai miei figli a rimanere in condizioni di sicurezza?
Non ero l’unica madre a chiederselo. Programmi uguali a quello che avevo visto sono stati una delle due cose che hanno suscitato l’interesse di Pattie Fitzgerald, fondatrice di Safely Ever After e autrice di No Trespassing–This Is MY Body! e Super Duper Safety School. Da ex maestra d’asilo e madre di una ragazzina, la Fitzgerald ha capito che doveva esserci un modo migliore per insegnare ai bambini a rimanere in condizioni di sicurezza. Ha capito che i messaggi sullo “sconosciuto pericoloso” confondevano i bambini, e, come afferma, “non funzionano sempre”.
Avendo a disposizione queste conoscenze e le storie dei bambini che avevano subito abusi, e per amore per la figlia, ora studentessa universitaria, la Fitzgerald ha sviluppato quello che oggi è Safely Ever After, un programma positivo, proattivo, che insegna ai bambini a confidare nel proprio coraggio per identificare “persone imbroglione” e situazioni “allarmanti” utilizzando la semplice regola del pollice in alto o in basso.
Il suo programma viene utilizzato da scuole e organizzazioni di tutti gli Stati Uniti riscuotendo grande successo e apprezzamento. Jodie Norton, blogger su Time Well Spent, ha riferito a Today come quello che i suoi figli hanno imparato con Safely Ever After sia stato fondamentale per evitare potenziali abusi. Quando una macchina si avvicina ai suoi figli e dentro c’è un uomo che chiede il loro aiuto, i bambini riconoscono una “persona imbrogliona” e il “pericolo potenziale” affrontato dai libri della Fitzgerald. In particolare, dice la Norton, “la Fitzgerald mostra che gli adulti sicuri non chiedono aiuto ai bambini”.
Il problema dello “sconosciuto pericoloso”
I successivi programmi di Dateline come quelli a cui ho assistito io, dice la Fitzgerald, “aprono gli occhi di molti genitori, che pensano che i loro figli non andranno mai più dietro a un estraneo”.
La Fitzgerald ha anche partecipato a un esperimento di Dateline che ha avuto come obiettivo bambini più grandi (di 10 e 11 anni). “Ancora una volta”, ha dichiarato, quasi tutti i bambini sono stati ingannati e hanno accompagnato l’estraneo. Perché? Perché un estraneo amichevole non è una persona di cui i bambini si preoccupano. La maggior parte dei bambini pensa che un estraneo debba sembrare un orco, o in qualche modo minaccioso – e questo è semplicemente sbagliato. Le ‘persone imbroglione’ usano trucchi amichevoli per attirare i bambini. Siamo realisti: se la persona imbrogliona lo spaventa, il bambino non ci uscirà mai!”
“Nell’episodio di Dateline abbiamo chiesto ai bambini perché erano andati dietro a un estraneo, e le loro risposte sono state fondamentalmente le stesse: ‘Non era un estraneo… era buono… aveva bisogno di aiuto… mi ha detto il suo nome’. È per questo che l’approccio generale non funziona. I bambini pensano che un estraneo debba sembrare in qualche modo minaccioso, mentre in genere succede il contrario. L’estraneo amichevole usa un trucco, il che significa che i bambini non accenderanno neanche il ‘radar dello sconosciuto pericoloso’”.
Per la Fitzgerald, però, c’è anche un altro problema, che ha constatato da vicino.
“Sono cresciuta sapendo di vari amici che erano stati molestati da qualcuno vicino alla loro famiglia”, ha raccontato. “Nessuno di noi ha mai detto niente a nessuno, nessuno di noi sapeva cosa fare e nessuno di noi pensava che qualcuno ci avrebbe creduto. Sapevo solo che dovevano esserci un modo migliore per insegnare a mia figlia qualcosa al riguardo e un modo migliore per proteggerla”.
Identificare i pericoli reali
Una delle ragioni principali del fallimento delle tecniche sullo “sconosciuto pericolo” nel mantenere sicuri i bambini è il fatto che gli adulti più pericolosi non sono estranei. Secondo la Fitzgerald, “il 90% delle persone che abusa sessualmente di bambini è costituito da persone che i piccoli conoscono. Lo ‘sconosciuto pericoloso’ non è associato allo zio o al vicino le cui azioni sono inappropriate”.
“Fate attenzione a chi presta attenzione ai vostri figli”, dice la Fitzgerald. “Se la nonna vuole portare mia figlia al cinema ha senso, ma se vuole farlo il suo maestro di tennis o il professore di matematica in genere non ha senso. Come madre direi ‘No, grazie’, o ‘Vengo anch’io!’ Chiedetevi: ha senso?”
“Se insegniamo ai bambini ad avere paura solo degli estranei”, sottolinea la Fitzgerald, “allora non stiamo facendo nulla per dare loro strumenti per agire quando si tratta della sicurezza personale nella loro vita quotidiana e delle persone con cui interagiscono con regolarità: membri della famiglia, amici, tutori, allenatori…”
Molti genitori, commenta la Fitzgerald, non vogliono tuttavia pensare che le persone che conoscono e a cui vogliono bene (e in cui confidano) possano essere pericolose. “È molto più facile preoccuparsi degli estranei, perché dà ai genitori un falso senso di sicurezza, facendo loro pensare che se riescono a tenere i bambini lontani da chi non conoscono andrà tutto bene”.
In che modo i genitori possono individuare il pericolo?
Per i genitori, un “imbroglione”:
- È molto interessato a loro figlio/a e cerca di stare da solo con lui/lei;
- Si offre di aiutarlo/a con favori, il che in ultima analisi significa tempo da solo con lui/lei;
- È una persona che dà loro una “sensazione di allerta”, perché ha detto qualcosa o ha agito in modo tale da far sì che la loro voce interiore dicesse: “Aspetta un attimo. Che sta succedendo qui?!”
Oltre a questo, la Fitzgerald crede che i messaggi sullo “sconosciuto pericoloso” suonino “contraddittori” e “confusi” per i bambini, perché vedono tutti i giorni i genitori parlare con degli estranei.
“I nostri figli devono imparare cosa fare in determinate situazioni. Non basta dire ai bambini ‘Non parlare con gli estranei’. Dobbiamo insegnare loro cosa fare, e allora sapranno subito come liberarsi e rivolgersi a un adulto sicuro o rimanere in movimento e non coinvolgersi con quella persona”.
Regole di sicurezza positive e proattive
“L’idea che sta dietro al Safely Ever After e la mia filosofia”, osserva la Fitzgerald, “è insegnare ai bambini alcune regole semplici, chiare, così sapranno cosa fare in una situazione potenzialmente pericolosa. Si tratta di insegnare ai bambini e ai genitori come identificare i segnali per tempo quando qualcuno o qualcosa non va. Si tratta di riconoscere i segnali di allerta e di avere gli strumenti per prendere una decisione intelligente”.
La Fitzgerald lo fa offrendo quelle che definisce le “10 Super Regole della Sicurezza”.
Pensatela così, dice: “I bambini vivono la propria giornata con regole. Esistono regole a scuola, in casa, nello sport e nei giochi. Le regole hanno senso per i bambini. Danno loro un quadro di riferimento. Una volta che conoscono le regole di sicurezza del ‘pollice in alto’ e del ‘pollice in basso’, sanno che qualsiasi persona chieda loro di infrangere una regola è probabilmente una ‘persona imbrogliona’ e devono mettere il pollice in basso”.
Aiutate i vostri figli a identificare un imbroglione
Per i bambini, una “persona imbrogliona”:
- Chiede di infrangere una regola di sicurezza;
- Chiede di fare qualcosa che si sente dovrebbe far fare il “pollice in basso”;
- Si offre di insegnare qualcosa di divertente;
- Dice molte cose belle, dà molta attenzione e regali, e fa anche sentire in colpa;
- Può essere una persona conosciuta.
La Fitzgerald dice che questo approccio funziona perché permette ai bambini di dare retta al proprio istinto, che “è il misuratore migliore per quando qualcosa non va bene. Il mio approccio ‘persone imbroglione/pollice in alto/pollice in basso’ funziona perché dà ai genitori segnali concreti facili da riconoscere, oltre al linguaggio e a concetti che hanno senso per i bambini. Questo approccio insegna ai bambini e ai loro genitori come ‘leggere i segnali’ nel comportamento delle persone e a capire come agisce una persona imbrogliona, di modo da non essere imbrogliati. I bambini amano i messaggi che rafforzano, perché amano sapere di essere abbastanza intelligenti da non essere ingannati. Tutto l’approccio è basato sul potere e sull’intelligenza anziché su paura e ansia”.
Le regole sono semplici per adulti e bambini.
“Ad esempio”, spiega la Fitzgerald, “una delle mie regole è che gli adulti sicuri non chiedono aiuto ai bambini quando si trovano in pubblico. Gli adulti aiutano gli adulti. Ciò vuol dire che se un bambino di sette anni è nel parco e un ‘estraneo amichevole’ chiede aiuto per trovare un animale perduto, il bambino sa che è una situazione da ‘pollice in basso’ e deve dire di no e andare immediatamente dal suo adulto sicuro”.
Un’altra regola è “prima verificare”. La Fitzgerald porta l’esempio di un venditore di gelati al parco che invita un bambino a entrare nel suo camioncino e a scegliere un gelato speciale.
“La risposta immediata del bambino deve essere ‘Devo prima controllare’, e deve correre a chiedere alla madre o al padre. Se non possono verificare, la risposta del bambino dev’essere sempre ‘No’”.
Un’altra regola importante implica “toccare le parti intime, non avere segreti con i genitori e sentire il proprio ‘allarme’ quando qualcuno o qualcosa non sembra giusto”.
Ogni regola è destinata a permettere al bambino di sapere quando qualcosa non va (pollice in basso) e di sapere esattamente cosa fare.
In questo approccio c’è un ulteriore vantaggio, secondo la Fitzgerald: “le persone imbroglione/abusatrici dicono ripetutamente che l’unica cosa che le trattiene è la possibilità di essere arrestate. E allora, se trasmettiamo l’idea di essere genitori attenti e coinvolti e che i nostri figli saprebbero come reagire in determinate situazioni è meno probabile che persone di questo tipo prendano di mira i nostri figli. C’è una serie di modi per rendere il proprio figlio un bersaglio meno ‘attraente’”.
Cosa fare se un figlio parla di una persona imbrogliona
Secondo la Fitzgerald, il modo in cui reagiamo di fronte ai nostri figli fa la differenza. Per questo, ecco cosa suggerisce ai genitori:
Mantenere la calma. “Non perdete le staffe davanti a vostro/a figlio/a. Smetterà di raccontarvi le cose, perché inizierà a preoccuparsi della vostra reazione”.
Ringraziatelo/a per avervi raccontato l’accaduto. Dite qualcosa del tipo: “Sono molto felice che tu mi stia dicendo questo”.
Chiedete dettagli, tipo: “Quando te ne sei accorto/a? Chi c’era vicino? Dov’è accaduto? Cosa ti ha detto il tuo senso di allerta?”
Ditegli/le di credere in sé e che è coraggioso/a.
Ricordategli/le che è al sicuro e che può contare su di voi.
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Vantaggi nel corso della vita
La Fitzgerald sostiene che i benefici di questo approccio sono numerosi e vanno molto al di là della sicurezza nell’infanzia.
“Ho utilizzato questi concetti quando mia figlia era una ragazzina e li uso ancora oggi che si sta preparando per andare all’università”, ha ammesso. “Essere padroni del proprio corpo e ascoltare il proprio istinto di allerta è importante a ogni età!”
In realtà, la Fitzgerald ritiene il suo approccio una cura all’iperprotezione.
“Iperprotezione significa che i nostri figli non stanno sviluppando la capacità di ‘navigare’ nel mondo e imparare a scegliere e a prendere decisioni intelligenti. Naturalmente quando i figli sono molto piccoli stiamo loro più vicino, supervisionandoli da vicino ed essendo molto attenti alle persone con cui stanno da soli, ma col tempo il nostro lavoro come genitori è insegnare loro come agire nel mondo perché possano andare avanti per la propria strada quando saranno pronti”.
E l’approccio della Fitzgerald si traduce in ogni tipo di esperienza di vita. “Il vantaggo di questo approccio è che percepiamo qualcosa semplicemente perché siamo più consapevoli e attenti, il che in ultima analisi ci aiuta a sentirci meno vulnerabili”.
“Non importa se siete un bambino o un adulto. Ciò che conta è essere chiari sui nostri limiti e su come poter interagire con gli altri, su quello che permettiamo o meno e su come rispondiamo”.
Cosa fare quando la “persona imbrogliona” è qualcuno che si conosce?
Conoscere la persona rende la questione più complicata per i genitori, ammette la Fitzgerald. Cosa fare allora?
- Tenete la persona imbrogliona lontana da vostro/a figlio/a.
- Documentate cosa avete scoperto o cosa vi ha detto vostro/a figlio/a.
- Parlate con la persona senza che vostro/a figlio/a sia presente. Fatele sapere che state prendendo gli atteggiamenti dovuti di fronte all’abuso. Potreste dover chiedere l’aiuto di qualche servizio sociale.
- Se si tratta di un professore o di un’altra persona con autorità, parlate con la persona interessata e anche col suo supervisore.
- Parlate con il vostro pediatra.
- Avvisate altri genitori (specialmente quando è un membro della famiglia).
- Preparatevi a lottare. Ricordate che la priorità è vostro/a figlio/a, non i sentimenti altrui. Ci sarà negazione. Non aspettatevi che tutti abbraccino il vostro messaggio.
- Tenete la rabbia lontana da vostro/a figlio/a. Non volete che si senta colpevole per il fatto di aver parlato.
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[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]