Un monaco con la barba morto martire 75 anni fa può essere un buon partner per un uomo d’affari? È quello che ritiene un gruppo di imprenditori polacchi, che vuole che San Massimiliano Kolbe venga dichiarato ufficialmente santo patrono delle start-up e degli imprenditori.
Gli imprenditori vogliono presentare la richiesta, firmata da più di mille persone, a papa Francesco durante la Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Cracovia (Polonia) dal 26 al 31 luglio.
Quando ottenne cinque acri di terra vicino Sochaczew, in dieci anni Kolbe vi costruì il più grande monastero cattolico del mondo. Quando decise di pubblicare un giornale, qualche anno dopo I Cavalieri dell’Immacolata aveva una tiratura di 750.000 copie e faceva parte di un progetto di comunicazione che gestiva oltre una dozzina di periodici e una stazione radiofonica che trasmetteva a livello nazionale. Se non fosse scoppiata la II Guerra Mondiale, probabilmente avrebbe lanciato una stazione televisiva.
“Ora è una terra sterile, ma sarà San Francisco”. Se avesse conosciuto il testo di una canzone dei Golec Brothers l’avrebbe cantata per tutta la vita, perché avrebbe invariabilmente iniziato con una terra sterile per poi portare avanti progetti di cui tutti gli altri dubitavano.
Era un francescano, ma la sua San Francisco si chiamava Niepokalanów, chiamata così per via della Madonna (l’Immacolata). Ha fatto tutto questo per Lei e per suo Figlio, e per la salvezza delle anime.
Ad ogni modo, non è riconosciuto e apprezzato come imprenditore. Non sorprende, però, visto che tutto quello che ha fatto nella vita è stato messo in ombra dal modo in cui è morto. Si è offerto volontario per morire di fame al posto di un altro uomo come lui prigioniero ad Auschwitz.
Il gruppo di imprenditori polacchi vuole che venga riconosciuto come loro patrono di modo che quante più persone possibile possano sentir parlare non solo della morte eroica di San Massimiliano Maria Kolbe, ma anche delle sue capacità organizzative e di leadership, che ha abilmente messo in pratica durante tutta la sua vita.
Tutto è iniziato con due questioni, una di salute e una occupazionale. La prima riguardava il figlio ancora non nato di Maciej Gnyszka, architetto, imprenditore e consulente d’affari.
All’epoca in Polonia si celebrava l’Anno di San Massimiliano Maria Kolbe, e
Gnyszka decise di pregare per la salute del suo bambino ancora non nato attraverso l’intercessione di San Massimiliano.
“È stato un patto di ‘sponsorizzazione’. Ho promesso di chiamare mio figlio come San Massimiliano”, ha ricordato. Ha anche deciso che per un anno avrebbe letto ogni giorno un passo dagli scritti del frate francescano. Il piccolo Max è nato sano e oggi ha quattro anni.
Suo padre, tuttavia, è giunto rapidamente alla conclusione che la sua parte nell’accordo era stata fin troppo modesta, e ha cercato di far sì che San Massimiliano diventasse il patrono degli imprenditori.
“Aveva zelo e ingegnosità come ben pochi uomini d’affari”, ha commentato Maciej Gnyszka. “È il miglior intermediario per gli imprenditori che vogliono pregare per avere del denaro da usare per migliorare il mondo”.
Anche se la morte eroica del francescano è stata un gioiello nella corona della sua vita, dovremmo essere consapevoli non solo della perla, ma anche di tutto il resto della corona.
Più o meno contemporaneamente, Maciej Pawlica giocava con l’idea di lanciare un business online. Aveva avuto già una compagnia in passato, ma aveva commesso molti errori nell’organizzarla, e si stava chiedendo se impegnarsi in qualcos’altro del genere fosse una buona idea.
“Ho deciso di affidare la mia compagnia a San Massimiliano. La parola ‘affidare’ non è però abbastanza adatta. Ho stretto una sorta di patto d’affari con lui. ‘Ho creato una compagnia come memoria vivente per te, e tu mi aiuterai a svilupparla’ è più o meno quello che gli ho detto”, ricorda.
Pawlica è cresciuto avendo uno stretto rapporto con questo santo, soprattutto dal giorno in cui ha visto nel museo di Niepokalanów un cartellone che mostrava tutti i progetti di San Massimiliano.
“L’ho osservato per un po’ e mi sono convinto sempre più che fosse un imprenditore insolito. Tutte le tecniche e i modelli che ha applicato erano almeno due decenni avanti rispetto alla sua epoca”.
Pawlica ammira il francescano anche per la sua capacità di conciliare una profonda spiritualità e un’estrema organizzazione lavorativa. Il patrocinio di San Massimiliano si è dimostrato assai efficace. Dopo un anno di lavoro della compagnia, i risultati superavano le aspettative più ottimistiche.
Pawlica e Gnyszka si sono incontrati una volta e hanno scoperto per coincidenza – chiamiamolo così, anche se il termine “coincidenza” in questo caso non sembra appropriato – che avevano un background piuttosto simile, come simili erano i loro pensieri sulla figura di San Massimiliano Kolbe.
Tutto quello che dovevano fare era passare all’azione. Hanno quindi creato un sito web, http://www.startupwithmax.com, dove raccolgono firme per una petizione per dichiarare San Massimiliano santo patrono degli imprenditori e delle compagnie che iniziano la propria attività, e stanno cercando di convincere più persone possibile di questa idea.
Gnyszka e Pawlica vogliono anche realizzare un cartone animato su San Massimiliano imprenditore e hanno bisogno di 75.000 zloty a questo scopo. Hanno deciso che entrambi non si raderanno più la barba fin quando non avranno raccolto la somma necessaria. Per ora hanno ricevuto 15.000 zloty. Come osservano sul loro sito web, “le nostre mogli ci preferiscono ben sbarbati, quindi per favore donate generosamente”.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]