L’estetica conta, ma non è l’unico criterio per valutarle In estate i lettori amano le liste e i viaggiatori le classifiche, e allora dopo 10 milioni di pellegrini che si sono recati a Roma per l’Anno della Misericordia forse è il caso di stilare una “classifica” delle Porte Sante della Città Eterna.
Non si tratta, ovviamente, di una lista esaustiva e mondiale, visto che papa Francesco ha esortato ciascuna delle 3.127 diocesi del mondo, oltre ai santuari principali, a designare la propria Porta Santa.
Roma, ad ogni modo, ha una sovrabbondanza di grazie (papa Francesco, la Cappella Sistina e il gelato), e quindi abbondiamo anche di Porte Sante: quattro nelle basiliche papali più quattro porte di misericordia e una di carità!
In primo luogo, le Porte Sante sono un simbolo dell’apertura e del desiderio di Dio di perdonare, aspettando con la porta aperta e le braccia spalancate come il padre del figliol prodigo. Nella bolla Misericordiae Vultus, che ha proclamato questo Giubileo, il pontefice ha scritto che la Porta Santa sarà “una Porta della Misericordia, dove chiunque entrerà potrà sperimentare l’amore di Dio che consola, che perdona e dona speranza” (MV, n. 3).
Quando non sono in uso, le quattro porte delle basiliche papali sono murate, e il vecchio rito dell’apertura delle porte implicava il fatto di abbatterle con dei martelli (dopo che papa Paolo VI è stato quasi colpito da una pietra la pratica è stata accantonata).
LEGGI ANCHE: Giubileo della Misericordia, 6 cose che sicuramente non sapevate sul logo
A mio avviso, le porte ricordano la scena della serie TV Happy Days in cui il protagonista Fonzie doveva ammettere di aver sbagliato ma non riusciva a farsi uscire le parole di bocca. La Porta Santa murata mi sembra un simbolo della barriera tra il nostro orgoglio e la nostra contrizione.
E ora passiamo alle nostre Porte Sante! Per motivi di brevità daremo un’occhiata solo alle “fab four” del papa, ma l’anno non è ancora terminato! Ovviamente l’estetica conta (siamo in Italia!), ma i criteri per stilare questa classifica sono più che altro le informazioni, lo spirito di accoglienza e – per citare il Concilio di Trento – lo “stimolo alla pietà”.
4) San Giovanni in Laterano
Può ben essere la Porta Santa più antica, e quella della cattedrale di Roma, ma se non fosse per gli instancabili volontari del Giubileo al suo esterno sarebbe difficile da distinguere. Ci sono un piccolo addobbo di fiori di plastica – forse più adatto a uno stand che vende gelati – e un paio di piante in vaso come ornamento. I pellegrini sembrano perplessi sul da farsi perché non ci sono segnali che spieghino le condizioni per ottenere l’indulgenza, né testi di preghiere utili per rendere solenne l’occasione. Al di là del fatto che le porte bronzee realizzate da Floriano Bondini non verranno mai scambiate per le “porte del paradiso” di Firenze del Ghiberti, la prima cosa che incontra il pellegrino entrando è una barriera di legno – non esattamente il miglior simbolo di misericordia. Dall’altro lato, ci sono molti confessori a disposizione, numerosi posti in cui pregare e non appena si oltrepassa la barriera si può ammirare l’affresco di Giotto del primo anno giubilare della storia, dichiarato da papa Bonifacio VIII nel 1300.
3) Santa Maria Maggiore
La Porta Santa di Santa Maria Maggiore non ha alcuna decorazione, ma ha un grande cartello con scritto “Porta Santa”, per cui non ci si può sbagliare. Si trova a sinistra anziché a destra come nelle altre basiliche, e il cancello chiuso subito davanti rende difficile organizzare qualsiasi processione degna attraverso la porta. Anche qui le informazioni sono scarse, anche se i volontari sono sempre lieti di dare una mano. Le porte sono un trionfo del “girl power” passato e presente di Maria – un lato mostra Maria dichiarata “Madre di Dio” nel V secolo, l’altro Maria dichiarata “Madre della Chiesa” nel Concilio Vaticano II nel XX. Non mancano i confessori, ed è difficile immaginare un posto migliore per pregare per le intenzioni del Santo Padre che sotto la Madonna Salus Popoli Romani, dove il pontefice stesso si reca a pregare prima di ogni suo viaggio.
2) San Paolo fuori le Mura
San Paolo saluta i pellegrini stanchi con un’oasi di pace. Erba verde, alte palme e la statua silenziosa dell’Apostolo dei Gentili guidano alla contemplazione. Dopo aver oltrepassato la prima serie di porte moderne, guardate ancora e vedrete le splendide porte bronzee del 1070. Istruzioni chiare in varie lingue fuori alla porta permettono al pellegrino di prepararsi adeguatamente. La soglia è coperta da un tappeto rosso e il pellegrino si avvicina a un altare in malachite con un’alta croce e un’acquasantiera. Siete arrivati. Un po’ più avanti, dopo file di confessionali, c’è la tomba di San Paolo, dove si trovano ulteriori informazioni per l’indulgenza. Dotata di molti bagni puliti, è la basilica più misericordiosa.
1) San Pietro
Nonostante la folla, le misure di sicurezza e la “registrazione dei pellegrini”, l’esperienza della Porta Santa di San Pietro è imbattibile. I pellegrini che si sono registrati iniziano il percorso a Castel Sant’Angelo e ricevono una croce del Giubileo da portare mentre percorrono Via della Conciliazione. Ricevono anche preghiere da recitare e la lista delle condizioni per ricevere l’indulgenza. A volte singoli pellegrini si mescolano ai gruppi organizzati e si può vedere il senso dell’ecclesia, la convocazione delle persone. Il sistema di sicurezza permette un ingresso relativamente rapido, ma il “traffico” alla Porta Santa è notevole (con l’intersezione dei turisti che vengono dai Musei Vaticani), anche se i volontari aprono la strada ai pellegrini. Niento foto a questa porta (non è un’occasione per “selfie” devoti, se capite cosa intendo) e niente decorazione, ma non si può perdere. Sorprendentemente, si tratta delle porte più piccole della facciata, ma sono una splendida opera bronzea del 1949 di Vico Consorti. Quando si entra, al livello degli occhi del pellegrino ci sono immagini di perdono: la donna che ha lavato i piedi di Gesù con le proprie lacrime, Gesù che dice a Pietro che deve perdonare “non fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”, Pietro che chiede perdono per il suo tradimento e la crocifissione di Cristo. Si cammina attraverso queste illustrazioni della redenzione e si viene subito confrontati con l’alto costo della nostra salvezza nella Pietà di Michelangelo, situata accanto alla Porta Santa. Mentre osserviamo il corpo senza vita di Cristo, Michelangelo attira la nostra attenzione su Maria come nostra guida. Lo scultore ci mostra l’incrollabile fiducia in Dio di Maria, solenne ma calma, che continua ad abbracciare la volontà divina anche nel momento più oscuro. È il faro a cui dobbiamo guardare di fronte alle sfide.
San Pietro ha talmente tanti confessori che alcuni si sono collocati nei punti con maggiore traffico turistico. Si può pregare anche sulla tomba di San Giovanni Paolo II, che ha guidato il mondo nell’ultimo grande Giubileo. Non perdetela!
Se doveste decidere di fare un vostro studio personale sulle Porte Sante, ricordate che potete ricevere un’indulgenza non solo per voi, ma anche per i defunti, quindi non dimenticate amici e familiari, e magari offrite un’indulgenza o due per le vittime della violenza insensata che non avranno mai la possibilità di vedere una Porta Santa.
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]