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Ecco perché il Portogallo meritava di vincere gli Europei di calcio

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Cerith Gardiner - pubblicato il 13/07/16
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Un piccolo portoghese consola un tifoso francese afflitto dopo la sconfitta della sua squadra nella finale del torneoQuesta domenica ha visto il culmine dei campionati europei di calcio 2016. Nella finale di Parigi si sono affrontati la Francia, squadra ospite della competizione, e il Portogallo.

Le strade parigine erano piene di tifosi che mostravano i colori della propria Nazionale: un mare di rosso, bianco e blu per la Francia e di rosso e verde per il Portogallo.

Alla fine, però, ci può essere un unico campione, e la squadra di casa ha avuto la peggio. I tifosi francesi hanno visto i propri sogni infrangersi dopo un gol segnato ai tempi supplementari da un componente della squadra avversaria, e alcuni non sono riusciti a trattenere la propria disperazione, come il tifoso ripreso in un video del Mail online.

Il video mostra tuttavia che alla fine di ogni gioco c’è qualcosa di più del semplice risultato, del binomio vincitore/perdente. Ci sono anche cameratismo, gentilezza e umiltà. E l’aspetto più bello è che stavolta la lezione è venuta da un giovane portoghese che forse non ha neanche 10 anni.

https://www.youtube.com/watch?v=IEF-f-QIuAg

Dopo aver visto il tifoso francese apparentemente inconsolabile, il piccolo tifoso lusitano gli ha messo la mano sul braccio. Dopo un piccolo abbraccio iniziale, il tifoso francese ne ha promosso uno più stretto.

Questa semplice dimostrazione di affetto tra due estranei ci ricorda l’importanza della compassione. Anche se questo piccolo tifoso voleva probabilmente solo ballare e cantare per la gioia celebrando la vittoria della sua squadra, ha agito come un vero eroe dello sport e ha scelto di consolare un’altra persona.

Alla fine, quindi, il Portogallo ha vinto non solo dentro lo stadio, ma anche fuori.

Il papa emerito Benedetto XVI parlava così del calcio: “Il gioco va oltre la vita quotidiana. Ma, soprattutto nel bambino, ha anche il carattere di esercitazione alla vita. Simboleggia la vita stessa e la anticipa, per così dire, in una maniera liberamente strutturata. A me sembra che il fascino del calcio stia essenzialmente nel fatto che esso collega questi due aspetti in una forma molto convincente. Costringe l’uomo a imporsi una disciplina in modo da ottenere con l’allenamento, la padronanza di sé; con la padronanza, la superiorità e con la superiorità, la libertà”.

Cerith Gardiner è nata a Londra e vive a Parigi da 14 anni. Impiega il suo tempo lavorando come consulente di inglese e scorrazzando per la città i suoi 4 figli.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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