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5 canzoni pop con temi spirituali

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J.P. Mauro - pubblicato il 13/07/16
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Nonostante siano passati decenni, questi brani non tramontano mai (e neanche i loro testi)“E musica… perfetta, come mai musica era stata. Sposta una sola nota e si immiserisce tutto. Cambia una sola frase e la struttura crolla” – Antonio Salieri descrivendo la musica di Mozart nel film Amadeus.

Cos’è che fa sembrare alcune musiche così perfette e complete che non si possa immaginare di aggiungervi una nota o di dimezzare una battuta senza distruggere l’alchimia? Da cantautore, so comporre un ritornello accattivante e sono in grado di terminare una frase incompiuta, ma ciò una musica è davvero grandiosa quando suona sempre bene; a prescindere da quanto spesso venga ascoltata, fa bene alle orecchie, al corpo e all’anima. Sono certo che possiate citare almeno un pezzo pop che per voi è “perfetto”. La mia prima scelta? Eccola qui:

Una canzone perfetta. Attira già dalle prime riff di piano, dalle ripetizioni della chitarra ritmica al pattern del basso, dalla sequenza di accordi alla voce eccezionale.

Ci sono diverse “canzoni perfette” che hanno anche una certa carica spirituale. In alcuni brani questa è palese, altre volte invece è meno ovvia. Ecco cinque delle mie preferite.

1) Sinnerman – Nina Simone

Sinnerman stuzzica l’orecchio dalle prime note, in cui un giro di piano è interrotto dal ritmo sincopato della batteria (che dopo alcune battute recupera il tempo tornando in sincronia con il piano). Con questo inizio Simone parla di un peccatore che cerca un rifugio durante il Giorno del Giudizio. La musica continua a sostenere ogni verso, fino al punto in cui Simone canta:

I ran to the devil, he was waiting all on that day. I cried ‘power’ – (Sono corso verso il diavolo, mi stava aspettando da tutto il giorno. Ho gridato ‘potere’)

Poi la canzone diventa un loop di acuti in cui viene ripetuta la parola “power”. Continua così per quasi un minuto, sottolineando la gravità di questa scelta. La “suprema sacerdotessa del soul” procede con dei virtuosismi al pianoforte che racchiudono tutte le emozioni che provocherebbe il Giorno del Giudizio. È impossibile smettere di ascoltare il pezzo fino all’ultima nota.

2) God’s Gonna Cut You Down – Johnny Cash

Questa è la canzone più apertamente religiosa della lista. Cash racconta una storia in cui Gesù lo chiama ad avvisare i peccatori che Lui li ridurrà in polvere. Il tutto accompagnato da battiti delle mani e dei piedi. Qualcosa di veramente sinistro, una marcia minacciosa che ribadisce l’inseguimento e la sua inevitabile conclusione. “You can run on for a long time but, sooner or later…” (puoi scappare per tanto tempo, ma prima o poi…). Cash riesce a divertirsi persino quando descrive qualcosa di così terribile che non può essere evitato.

3) River of Dreams – Billy Joel

Il ritmo ci trascina lentamente in una sorta di nebbia – quella fase tra la veglia e il sonno – e ci conduce verso una lotta inconscia per trovare la fede. La speranza di trovare ciò che sta cercando porta Joel, ogni notte, allo stesso fiume che lui sembra non riuscire ad attraversare. Proprio non riesce a trovare la fede. E man mano che descrive la situazione, assistiamo a un crescendo dell’arrangiamento. Si aggiungono sempre più strumenti, tra cui delle martellanti percussioni che evocano il suono di chi cammina in acqua provando a superare la resistenza delle correnti. Delle voci gli fanno eco: un botta e risposta che segue il ritmo afro-polinesiano.

I’ve been searching for something
Taken out of my soul
Something I’d never lose
Something somebody stole
I don’t know why I go walking at night
But now I’m tired and I don’t want to walk anymore
I hope it doesn’t take the rest of my life
Until I find what it is I’ve been looking for

La parte più bella della canzone è anche quella che sfugge alla maggior parte delle persone. Quando la canzone scema, Joel richiama un classico dei Cadillacs, cantando, “Gloria…” E qui c’è un suggerimento interessante su cosa spera Joel stesso.

4) Without Love – Ray Charles

La canzone inizia con Ray Charles che canta dolcemente del suo amore perduto. Un pianoforte e la descrizione di una vita “sterile e vuota”. L’arrangiamento è buono quanto la voce, che spinge e domina il pezzo. E diventa sempre più onesta, dicendo cos’è che manca (“a heart without love cannot live”) fino a quando Charles si lamenta del suo dolore e affronta la vuotezza che ha:

I have conquered the world
And tell me what do I have,
Without love
I have nothing at all

La canzone è incentrata sull’idea che l’amore è l’unica cosa degna di avere. Dio è amore e senza Dio – anche se conquistassimo tutto il mondo – non avremmo nulla. Ci ricorda le parole di San Paolo in 1 Corinzi 13:

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna … se possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.

5) Where the Streets Have No Name – U2

Gli U2 aprono il pezzo con una lunga introduzione (thank you, Brian Eno) che sembra quasi essere un essere a se stante. Poi lentamente un pattern di chitarra – come campane di una chiesa – chiama a raccolta il basso, che inizia a dare il ritmo. La voce di Bono sembra essere ansimante; “Voglio correre”, canta, ma l’impressione che dà è che abbia già corso da molto tempo. Corso velocemente verso lo scampanio di quella chitarra. È una fuga, si intende, da città piene di scontri e da quartieri delimitati nettamente da mura, che si tratti dell’Irlanda del Nord, di Chicago o delle periferie di Parigi. È una fuga verso il cielo, lontani da tutto ciò che c’è “dove le strade non hanno un nome”.

I want to run
I want to hide
I want to tear down the walls
That hold me inside
I want to reach out
And touch the flame
Where the streets have no name

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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