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Vatileaks: i difensori chiedono l’assoluzione di Nuzzi, Fittipaldi e Maio

This handout picture taken and released by the Vatican press office on November 24, 2015 shows (LtoR) journalists Gianluigi Nuzzi, Emiliano Fittipaldi, Italian PR expert Francesca Chaouqui and Monsignor Lucio Angel Vallejo Balda attending their trial for the publication of classified documents. Two journalists and three Vatican officials went on trial on November 24, 2015 over the publication of classified documents in a case critics have attacked as having a whiff of the inquisition. AFP PHOTO / OSSERVATORE ROMANO. RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY CREDIT "AFP PHOTO / OSSERVATORE ROMANO" - NO MARKETING NO ADVERTISING CAMPAIGNS - DISTRIBUTED AS A SERVICE TO CLIENTS / AFP / OSSERVATORE ROMANO / -

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Vatican Insider - pubblicato il 06/07/16
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Concluse le arringhe degli avvocati, domani nel pomeriggio attesa la sentenzaConcluse le arringhe dei difensori degli imputati, il processo Vatileaks si avvia alla conclusione. Nel corso della XX udienza del processo Vatileaks, per il quale è attesa la sentenza per domani pomeriggio, l’avvocato Rita Claudia Baffioni, che difende l’imputato Nicola Maio, ha chiesto, in prima istanza, l’assoluzione dal reato di associazione criminale perché il fatto non sussiste e l’imputato non lo ha commesso, e dai reati di divulgazione e di concorso perché l’imputato non li ha commessi e non vi ha concorso o, in subordine, l’assoluzione per insufficienza di prove da tutti i reati imputati e, in estremo subordine, il minimo della pena, con le attenuanti e i benefici di legge.

L’avvocato Roberto Palombi, che difende il giornalista Gianluigi Nuzzi, ha concluso la sua arringa con la domanda di riconoscimento da parte del Tribunale di difetto di competenza per carenza di giurisdizione, e di assoluzione dall’imputazione di concorso nel reato di divulgazione con la più ampia formula liberatoria. È seguita poi l’arringa dell’avvocato Lucia Teresa Musso, che difende l’altro giornalista imputato, Emiliano Fittipaldi, e che si è conclusa con la domanda di assoluzione dal concorso nel reato di divulgazione, con formula piena perché il fatto non sussiste e, in estremo subordine, per insufficienza di prove. È quanto ha reso noto il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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