“Non far credere ai miei allievi che in questo Paese conti solo il fatto di essere i primi”“Probabilmente non leggerai mai questa lettera, ma la scrivo lo stesso, non come tifosa di calcio ma come docente argentina, la professione che ho scelto e che mi appassiona come la tua appassiona te”.
Inizia così la lettera scritta da una maestra di Entre Ríos (Argentina) che come milioni di argentini ha voluto offrire il proprio sostegno al calciatore Lionel Messi, che dopo la sconfitta del suo Paese nella Coppa America ha annunciato il suo ritiro dalla Nazionale.
Il testo non è né un messaggio calcistico né un rifiuto della presa di posizione di Messi, ma un’esortazione affinché il suo atteggiamento di vita serva da esempio per migliaia di ragazzi.
“Ti scriverò perché mi aiuti in una sfida molto più complessa di quelle che hai affrontato finora. Vorrei che mi aiutassi nella difficile missione di formare la condotta di questi ragazzi che ti considerano un eroe del calcio e un esempio da seguire”, scrive la maestra.
“Non mostrare loro che per quanti successi si possano raccogliere nella vita non ti conformerai mai agli altri, e peggio ancora non far sentire loro che devono vivere per conformarsi agli altri. Non mandare loro questo messaggio sbagliato nonostante tante avversità superate, anche se hai lottato fin da molto piccolo per diventare l’uomo trionfatore di oggi, pur avendo assunto responsabilità fin dalla tenera età e avendo lottato anche con problemi fisici per realizzare i tuoi sogni. Tutto questo si opacizza di fronte alle critiche degli invidiosi che in fondo vorrebbero solo essere come te”.
“Se tu che hai una famiglia che ti accompagna, che hai un ricco patrimonio personale e il sostegno di tanta gente, non ci riesci, come potrebbero loro ritenersi capaci di andare avanti nonostante le tante battaglie che devono affrontare ogni giorno?”
“Non permettere che i miei ragazzi pensino che arrivare secondi sia una sconfitta, che perdere una partita significhi perdere la gloria”.
“I miei allievi devono capire che gli eroi più nobili, indipendentemente dal fatto che siano medici, soldati, maestri o giocatori di calcio, sono quelli che danno il meglio di sé per il benessere degli altri”.
Le reazioni non si sono fatte attendere, e i messaggi di sostegno a Messi si sono moltiplicati da un momento all’altro, pieni di sentimenti che vanno ben oltre il calcio.
Messi avrà letto questa lettera? Le ripercussioni che sta avendo fanno pensare che se non lo ha già fatto lo farà presto, ma la cosa più importante è che il messaggio dell’insegnante ha colpito profondamente gli argentini.
Ecco il testo integrale della lettera:
Lionel Messi:
probabilmente non leggerai mai questa lettera, ma la scrivo lo stesso, non come tifosa di calcio ma come docente argentina, la professione che ho scelto e che mi appassiona come la tua appassiona te.
Potrei scriverti di quanto sia meraviglioso il tuo talento per lo sport più amato nel nostro Paese, del piacere che suscita in me il fatto di appartenere alle generazioni che possono vederti dispiegare la magia nei tuoi scarpini, dell’ammirazione che risvegli in tutto il mondo. Ma sarebbe ripetere delle frasi fatte. Per questo ti scriverò perché mi aiuti in una sfida molto più complessa di quelle che hai affrontato finora. Vorrei che mi aiutassi nella difficile missione di formare la condotta di questi ragazzi che ti considerano un eroe del calcio e un esempio da seguire.
Per quanto possa mettere amore e dedizione nel mio lavoro, non avrò mai agli occhi dei miei allievi il fascino meraviglioso che ha qualcuno come te. E oggi vedranno il loro più grande idolo arrendersi. Ti chiedo di non dare soddisfazione ai mediocri, a quelle persone che, frustrate per le loro migliaia di mete non raggiunte, riversano il proprio rancore su un giocatore di calcio, a quelli che criticano tutto e tutti perché è facile e gratuito. E te lo dice una maestra che, con lo spazio abissale che ci separa, affronta il frivolo costume argentino di credere che il lavoro altrui sia semplice, che fare gol in una porta sia facile come costruire una casa o formare il futuro di una persona. Quella necessità malata di suonare sempre a orecchio, di ergerci a giudici insensati che emettono sentenze con disprezzo e arroganza sull’operato altrui, valorizzando solo le vittorie e ritenendo gli errori insuccessi, quegli stessi errori che ci rendono esseri umani in una fase di continuo apprendimento.Per favore non rinunciare. Non far credere loro che in questo Paese conta solo vincere ed essere primi. Non mostrare loro che per quanti successi si possano raccogliere nella vita non ti conformerai mai agli altri, e peggio ancora non far sentire loro che devono vivere per conformarsi agli altri. Non mandare loro questo messaggio sbagliato nonostante tante avversità superate, anche se hai lottato fin da molto piccolo per diventare l’uomo trionfatore di oggi, pur avendo assunto responsabilità fin dalla tenera età e avendo lottato anche con problemi fisici per realizzare i tuoi sogni. Tutto questo si opacizza di fronte alle critiche degli invidiosi che in fondo vorrebbero solo essere come te.
Se tu che hai una famiglia che ti accompagna, che hai un ricco patrimonio personale e il sostegno di tanta gente, non ci riesci, come potrebbero loro ritenersi capaci di andare avanti nonostante le tante battaglie che devono affrontare ogni giorno?
Io non parlo ai miei allievi del Messi che gioca a calcio in modo fantastico, ma di quello che ha praticato migliaia di tiri liberi per riuscire a mandare la palla in quell’angolo irraggiungibile; parlo loro del Messi che quando era bambino ha sopportato come loro tanti problemi per continuare a perseguire quello che amava; parlo loro del Messi che con tutto il denaro che ha guadagnato aiuta altri ragazzi come lui nelle loro varie difficoltà; parlo loro del Messi uomo, quello che si è formato una famiglia e affronta tutti i giorni il compito più importante, che è quello di essere un buon padre; parlo loro del Messi che impedisce che un fan che lo sorprende nel bel mezzo di una partita esca da lì ferito; parlo loro del Messi che può anche sbagliare un rigore, perché le persone sono fatte di difetti e questo mostra loro che anche il più grande di tutti i tempi è imperfetto.
Non ti arrendere, non mettere da parte la maglia con i colori della nostra patria, perché quando la indossi diventi un argentino che rappresenta tutti noi, e non tutti ci aspettiamo coppe e medaglie per sentirci orgogliosi di quello che sei. Non permettere che i miei ragazzi pensino che arrivare secondi sia una sconfitta, che perdere una partita significhi perdere la gloria.
I miei allievi devono capire che gli eroi più nobili, indipendentemente dal fatto che siano medici, soldati, maestri o giocatori di calcio, sono quelli che danno il meglio di sé per il benessere degli altri, pur sapendo che nessuno li valorizzerà per questo, sapendo che se riescono il trionfo è di tutti, ma se falliscono il fallimento sarà solo loro, e anche così ci provano. Ma soprattutto, si hanno eroismo e virilità quando si lotta e si superano le perdite con coraggio e integrità, anche se tutti ci dicono che non ci riusciremo.
E un giorno ci si trova davanti alla più grande delle vittorie: essere felici essendo se stessi, senza ricordare quanti demoni si è dovuto affrontare per riuscirci.
Tutti parlano di pallone, io credo nella forza del tuo cuore.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]