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L’heavy metal è davvero una musica satanica?

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Padre Bertrand Monnier - pubblicato il 24/06/16
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Molti trovano in questa musica soltanto un modo per esprimere il proprio malessereL’heavy metal è sinonimo di droga, depravazione morale… in una parola: satanismo. Quel che basta per scatenare la reazione di migliaia di cattolici, giusto? Tanto più perché (siamo sinceri!) ripropone uno “spirito da crociata” così caro a qualche idealista.

Ma buttarsi in una crociata religiosa non è affatto una buona reazione alla musica metal.

Di cosa sto parlando?

Conviene che ci poniamo la seguente domanda: ha senso limitarci a reazioni viscerali, a firmare petizioni e scrivere articoli senza sapere di cosa si stia parlando?


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Non sarebbe meglio sfruttare l’entusiasmo verso il metal per riflettere sull’evoluzione della nostra società?

Quanto a me, ho scelto la seconda opzione. La musica metal è una musica ricca e complessa. E, soprattutto, è musica contemporanea. E l’arte contemporanea non si basa sulla ricerca della bellezza, ma sull’espressività.

A volte il “satanismo” presente nel metal non è antireligioso, bensì antisistema.

L’ambiente metal è tendenzialmente ateo, ma è dotato – paradossalmente – di una grande cultura religiosa. Nel metal Satana viene percepito più come chi si oppone alla “cultura delle celebrità” che come un avversario di Gesù.

Per la semplice ragione che viviamo in un mondo che conosce molto di più Nabilla (una star dei reality show) piuttosto che Gesù Cristo.

Il diavolo diventa quindi una bandiera da sventolare, una risorsa iconografica usata per esprimere il proprio disagio e denunciare le stupidaggini e le manipolazioni diffuse dalla televisione.

Tre decenni di catechesi “sdolcinata” mi hanno spinto ad ascoltare musica metal su base quotidiana.

Padre Bertrand Monnier

Padre Bertrand Monnier

La prima cosa che dobbiamo fare è, senza dubbio, pregare. Pregare per questi giovani che trovano nel metal un modo di esprimere il proprio malessere. Ma anche pregare per queste generazioni senza cultura religiosa (e mi riferisco anche alle vecchie generazioni).

La seconda cosa che dobbiamo fare è riflettere: come siamo arrivati fino a questo punto?

E, perché no, chiederci se i cristiani sono stati una delle tante cause che hanno generato questo movimento musicale e culturale.

Se così fosse, dovremmo riconoscere una certa ipocrisia da parte di chi ora grida allo scandalo…

Personalmente vi ripeto che tre decenni di catechesi che io definisco “sdolcinata” hanno contribuito, e molto, al fatto che io ascolto musica metal su base quotidiana.

Ma prima di pregare e riflettere è urgente che noi ci calmiamo! Dobbiamo stare calmi, così potremo pregare in pace e riflettere con efficacia.

Come cristiani abbiamo il dovere di fare un passo indietro e comprendere la società odierna. La musica metal è parte di quei fenomeni sociali che dobbiamo analizzare bene se vogliamo capire le dinamiche dei nostri giovani.

Invece noto sempre più spesso che molti cristiani hanno reazioni spropositate di fronte a molti fenomeni di oggi. Reagiscono in questo modo perché hanno paura. E hanno paura perché non sanno quasi nulla della cultura contemporanea.

Dobbiamo dunque renderci conto che spesso, nella musica metal, Satana è una bandiera, un modo di esprimere il proprio disagio.

Padre Robert Culat, della diocesi di Avignone, ha scritto un saggio sociologico sul metal, dove dice chiaramente: “Nelle nostre società occidentali post-moderne, il satanismo implicito è quello più diffuso. Voglio dire che nelle scelte che vengono prese ogni giorno, nelle azioni quotidiane, molti nostri contemporanei – indifferenti o atei – adottano ‘valori’ satanici, pur senza saperlo: individualismo, egoismo, spirito di competizione, consumismo, edonismo, orgoglio, avarizia, menzogna, infedeltà, etc… la lista è davvero troppo lunga! In breve, tra un giovane ‘metallaro’ che si ritiene un ‘satanista’ e un cittadino ‘normale’ che agisce da egocentrico ed edonista, bisogna farsi guidare dal buon senso: forse il più satanista dei due non è quello che ci verrebbe spontaneo pensare…”.


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Cerchiamo quindi di stare calmi, pregare e riflettere. In altre parole: agiamo da cristiani, e non da marionette manovrate dalla società di oggi.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

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