L’ordine è necessariamente frutto di un’intelligenza, perché dalla casualità non si ottiene alcun frutto permanente“Il sesso è un istinto che produce un’istituzione, ed è qualcosa di positivo e non negativo, nobile e non basso, creatore e non distruttore, perché produce quell’istituzione. Quell’istituzione è la famiglia” [1].
L’attrazione è naturale?
Attualmente chiunque studi medicina sa che le cellule germinali maschili (gameti maschili o spermatozoi) cercano quella femminile (ovulo) per provare a fecondarla. Si tratta di milioni di spermatozoi che penetrano nell’apparato riproduttivo femminile e percorrono affannosamente una distanza che equivale a migliaia di volta lunghezza del loro corpo, e quando trovano l’ovulo cercano di fecondarlo.
La riproduzione sessuale si caratterizza per l’unione di due cellule tra le quali esiste un’attrazione sessuale al servizio della riproduzione.
Questa attrazione, però, non si verifica solo a livello cellulare, perché è noto a tutti che tra uomo e donna esiste anche un’attrazione fisica e affettiva.
Disegno o mera casualità?
Dall’altro lato, il “disegno” degli spermatozoi facilita il raggiungimento della loro finalità: fecondare [2].
Uno spermatozoo e un ovulo maturi e pronti alla fecondazione separati sopravvivono alcune ore, mentre uniti possono arrivare a vivere 100 anni. Sono fatti l’uno per l’altro.
A livello corporale, tra uomo e donna esiste anche una disposizione fisiologica complementare (un disegno) che permette l’accoppiamento; oltre alle cellule sessuali pronte per la fecondazione, i canali di “distribuzione” di questi gameti e un enorme eccetera sono progettati e collocati nel luogo adeguato. Se non bastasse, la soddisfazione sensoriale che si verifica in questo rapporto favorisce il fatto che si possa realizzare con piacere.
Quanto al risultato, cosa si può dire sul fatto che i bebè non possiedono alla nascita uno scheletro rigido come quello degli adulti e hanno il corpo coperto di materia grassa, facilitando così il parto? La madre possiede il disegno naturale per fornire il primo alimento al figlio appena nato e lo produce lei stessa: un alimento con la temperatura, i nutrienti e gli anticorpi necessari e adatti a lui. Dal canto loro, i bambini sono naturalmente disegnati per alimentarsi di quella sostanza senza ferire la madre.
Ordine e programma
Si scopre un ordine naturale per quanto riguarda la generazione: attrazione e localizzazione di gameti, attrazione fisica e affettiva, disposizione fisiologica, complementarietà, soddisfazione sensoriale, costituzione anatomica e funzionale del bambino, costituzione anatomica e funzionale per essere madre, ecc.
Ci siamo mai chiesti perché se nella costruzione di una casa, per piccola che sia, è inevitabile contare su personale specializzato e sul calcolo di tempi e movimenti, non è invece necessario per la procreazione di un essere umano? Entrambi hanno una struttura, sono rivestiti e dipinti, possiedono un sistema di ventilazione, hanno mura che proteggono dall’inclemenza ambientale, sono carichi di energia elettrica, possiedono un drenaggio, hanno bisogno di un certo mantenimento, di fumigazione (l’essere umano ha il sistema immunologico, ecc.). Il bambino aumenterà le sue dimensioni e arriverà ad essere autosufficiente nella ricerca e nella soddisfazione delle sue necessità, mentre la sua abitazione si logorerà a poco a poco.
A quanto detto bisognerà aggiungere la grazia, la mobilità e in seguito l’uso dell’intelligenza del bambino, che contrasta con l’immobilità dell’abitazione.
Per edificare una casa si richiede più di una decina di specialisti, mentre perché un essere umano venga al mondo basterebbero due ingenui novellini.
Scopriamo un disegno, un ordine, un’esattezza che l’uomo non ha realizzato, e che riesce appena a comprendere – nonostante centinaia di generazioni siano venute al mondo in modo naturale –, ma questo meccanismo già esisteva, senza previa consultazione di nessuno.
Se l’ordine è la disposizione armoniosa delle cose e il programma è un insieme di istruzioni preparate per effettuare una successione di operazioni determinate, allora si può affermare che nella procreazione tutto è ordinato e programmato in anticipo.
Cosa c’è dietro tutto questo complesso mondo del naturale? Innanzitutto un ordine, ma sappiamo che l’ordine è necessariamente frutto di un’intelligenza, perché dalla casualità non si ottiene alcun frutto permanente [3].
Quando si gioca con un dado, ogni volta che si lancia è possibile che risulti un numero tra l’1 e il 6, ovvero si hanno sei possibilità diverse, mentre quando l’ovulo viene fecondato dallo spermatozoo non esiste la possibilità che il risultato sia un cane, un gatto o un uccello, ma c’è la certezza che ci sarà un essere umano. Per questo si può assicurare che se la vita umana fosse un colpo di fortuna, sarebbe il più grande colpo di fortuna mai visto.
È chiaro che un caso del genere non agisce nel vuoto, ma in una materia dotata di proprietà specifiche e in base a leggi precise che mettono un limite a quello che può risultare.
L’ordine si percepisce in tutto, nella stessa esistenza dell’utero, fatto che implica una previsione, perché dal caso non può sorgere un utero grazie al quale l’umanità continui a ricevere esseri umani uguali alla sua opera, perché se così fosse la casualità avrebbe prodotto la propria contraddizione: l’ordine.
L’ordine è frutto dell’intelligenza; noi esseri intelligenti cerchiamo un fine nelle azioni. Il fine per il quale si svolgono le azioni dà una spiegazione ai mezzi che si mettono in atto per ottenerlo. Possiamo quindi dire che “tutte le cose hanno una spiegazione, un motivo di essere, che noto o meno in qualche modo motiva e ha qualche finalità” [4].
E per la Chiesa, è casualità o dono?
La Bibbia insegna che l’essere umano dall’inizio è creato come uomo e donna (Genesi 1, 27): l’uomo, pur trovandosi circondato dalle innumerevoli creature del mondo visibile, vede che è solo (Genesi 2, 20). Dio interviene per farlo uscire da questa situazione: “Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile” (Genesi 2, 18). Nella creazione della donna è inscritto, quindi, fin dall’inizio il principio dell’aiuto reciproco. La donna è il complemento dell’uomo, come l’uomo è il complemento della donna. Non solo nell’ambito dell’agire, ma anche in quello dell’essere.
Femminilità e mascolinità sono tra sé complementari non solo dal punto di vista fisico e psichico, ma ontologico. Solo grazie al dualismo del maschile e del femminile l’umano si realizza pienamente [5].
La natura umana esige l’esistenza di due sessi, e gli impulsi sessuali rendono l’essere umano idoneo a generare.
Come gli occhi servono a vedere, le mani a prendere le cose, il naso ad annusare e la bocca a parlare, così il sesso serve a procreare. Questa è la sua finalità. Contiamo inoltre sull’uso della ragione per governare le nostre azioni. C’è gente che non lo capisce, che pensa che la vita sia solo per il piacere e sopprime la finalità del matrimonio [6].
Il corpo, in quanto sessuato, manifesta la vocazione dell’uomo alla reciprocità, ovvero all’amore e al dono reciproco di sé. Il corpo chiama l’uomo e la donna alla loro vocazione costitutiva alla fecondità, e lega l’origine di ogni persona a una copartecipazione con l’uomo nel potere creatore e nella paternità [7].
Chi ha disegnato la sessualità ha anche fornito una conseguenza straordinaria, essere procreatori, secondo l’ordine naturalmente stabilito: momenti di fecondità e momenti di sterilità naturali.
Nessuno può presumere di aver creato i propri figli, visto che nella parte biologica del processo c’è stata poca consapevolezza del suo intervento: genitori colti e genitori che non hanno studiato danno all’umanità figli essenzialmente identici.
In questo stesso senso, qualcosa rivelerà l’insegnamento della Chiesa nell’affermare che il figlio è un dono, il dono più grande e il più gratuito del matrimonio, e la testimonianza viva della donazione reciproca dei suoi genitori [8].
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Oscar Fernández Espinosa de los Monteros
Avvocato e ricercatore in materia di Bioetica
oscarf@altavista.net
[1] CHESTERTON, G. K., El amor o la fuerza del sino, Selezione di testi realizzata da Alvaro de Silva, Ediciones Rialp S.A., Madrid, Spagna, 1994, pp. 252-253.
[2] L’ovulo ha un diametro di circa 0.1 mm. Il citoplasma è carico di sostanze alimentari accumulate, che servono come portatrici di energia. Il nucleo ha i fattori ereditari materni. Il seme (ph alcalio) protegge gli spermatozoi dall’ambiente acido che esiste nella vagina. Mediante la loro mobilità, entrano nel muco cervicale, e aiutati da contrazioni uterine raggiungono le tube. Di una media di 200-300 milioni di spermatozoi, meno di 300 arrivano ad avvicinarsi all’ovulo.
[3] PALAFOX MARQUÉS, Emilio.
[4] FERNÁNDEZ ALMADA, Q.B.P. Oscar.
[5] Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Lettera alle donne, 29-VI-1995, nº 27
[6] DEL PORTILLO DIEZ DE SOLLANO, Álvaro, vescovo, parafrasi di una sua idea.
[7] Cfr. GARCÍA DE HARO, Ramón, Amor y Sexualidad, opuscoli mc nº 515, Madrid, Spagna, settembre 1990, pp. 21-23
[8] Cfr. CONGGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, Istruzione sul rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione Donum vitae, 22-II-87, Capitolo II, B, 8
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]