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Il Papa:“Tanti emarginati, profughi, poveri, e noi proviamo fastidio”

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Vatican Insider - pubblicato il 15/06/16
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«Quante volte quando vediamo tanta gente nella strada, gente bisognosa, ammalata, che non ha da mangiare, sentiamo fastidio, quante volte noi quando ci troviamo davanti i tanti profughi e rifugiati sentiamo fastidio…». All’udienza generale in piazza San Pietro Papa Francesco ha raccontato l’episodio evangelico di Gesù che guarisce un cieco nella città di Gerico sottolineando che «l’indifferenza e l’ostilità rendono ciechi e sordi» e affermando: «Tutti siamo mendicanti, tutti abbiamo bisogno di salvezza, e tutti da mendicanti possiamo diventare discepoli».
 

L’evangelista Luca, ha detto Francesco, scrive che «quel cieco era seduto sul bordo della strada a mendicare. Un cieco a quei tempi – ma anche fino a non molto tempo fa – non poteva che vivere di elemosina. La figura di questo cieco rappresenta tante persone che, anche oggi, si trovano emarginate a causa di uno svantaggio fisico o di altro genere. E’ separato dalla folla, sta lì seduto mentre la gente passa indaffarata nei suoi pensieri … e in tante altre cose; e la strada, che può essere un luogo di incontro, per lui invece è il luogo della solitudine. Tanta folla che passa … ma lui è lì solo. E’ triste l’immagine di un emarginato, soprattutto sullo sfondo della città di Gerico, la splendida e rigogliosa oasi nel deserto. Sappiamo che proprio a Gerico giunse il popolo di Israele al termine del lungo esodo dall’Egitto: quella città rappresenta la porta d’ingresso nella terra promessa».
 

«Mentre il cieco grida, aveva una buona voce, invocando Gesù, la gente lo rimprovera per farlo tacere. Non hanno compassione di lui, anzi, provano fastidio per le sue grida», ha proseguito il Papa. «Quante volte noi quando vediamo tanta gente nella strada, gente bisognosa, ammalata, che non ha da mangiare – ha proseguito il Papa a braccio – sentiamo fastidio… quante volte noi quando ci troviamo davanti i tanti profughi e rifugiati sentiamo fastidio: è una tentazione, tutti noi abbiamo questo, eh, tutti, anche io, e per questo la parola di Dio ci insegna: l’indifferenza e l’ostilità rendono ciechi e sordi, impediscono di vedere i fratelli e non permettono di riconoscere in essi il Signore. Indiferenza e ostilità: e quando questa indifferenza e ostilità diventa aggressione, e anche insulto, “ma cacciateli via tutti questi, metteteli in un’altra parte” questa aggressione è quello che faceva la gente quando il cieco gridava “ma tu vai via, non parlare non gridare”».
 

L’evangelista, ha proseguito il Papa, «dice che qualcuno della folla spiegò al cieco il motivo di tutta quella gente dicendo: “Passa Gesù, il Nazareno!”», è «il “passaggio” della pasqua, l’inizio della liberazione. Quando passa Gesù sempre c’è liberazione, salvezza. Al cieco, quindi, è come se venisse annunciata la sua pasqua» e «a differenza della folla, questo cieco vede con gli occhi della fede. Grazie ad essa la sua supplica ha una potente efficacia. Infatti, all’udirlo, “Gesù si fermò e ordinò che lo conducessero da lui”. Così facendo Gesù toglie il cieco dal margine della strada e lo pone al centro dell’attenzione dei suoi discepoli e della folla. Pensiamo anche a noi, quando siamo stati in situazioni difficili o brutte, anche situazioni di peccato, come è stato proprio Gesù a prenderci per mano e toglierci dal margine della strada».
 

La gente, ha spiegato il Papa, «aveva annunciato una buona novella al cieco, ma non voleva avere niente a che fare con lui; ora Gesù obbliga tutti a prendere coscienza che il buon annuncio implica porre al centro della propria strada colui che ne era escluso». Inoltre, «il cieco non vedeva, ma la sua fede gli apre la via della salvezza, ed egli si ritrova in mezzo a quanti sono scesi in strada per vedere Gesù. Fratelli e sorelle, il passaggio del Signore è un incontro di misericordia – ha detto il Papa che sta svolgendo, durante il Giubileo, un ciclo di catechesi sul tema dell’anno santo, la misericordia appunto – che tutti unisce intorno a lui per permettere di riconoscere chi ha bisogno di aiuto e di consolazione». Il racconto termina riferendo che il cieco «cominciò a seguirlo glorificando Dio»: «Si fa discepolo, da mendicanti a discepolo», ha detto il Papa: « Tutti siamo mendicanti, tutti abbiamo bisogno di salvezza, e tutti i giorni dobbiamo fare questo passo, da mendicanti a discepoli», «colui che volevano far tacere, adesso testimonia ad alta voce il suo incontro con Gesù di Nazaret, e “tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio”. Il secondo miracolo, ha concluso Francesco, è che «ciò che è accaduto al cieco fa sì che anche la gente finalmente veda. La stessa luce illumina tutti accomunandoli nella preghiera di lode. Così Gesù effonde la sua misericordia su tutti coloro che incontra: li chiama, li attira a sé, li raduna, li guarisce e li illumina, creando un nuovo popolo che celebra le meraviglie del suo amore misericordioso».
 

Prima dell’udienza in piazza San Pietro, il Papa ha ricevuto il Primo Ministro dei Paesi Bassi, Mark Rutte, che si è successivamente incontrato con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati. «Durante i cordiali colloqui – informa la sala stampa vaticana – sono state rilevate le buone relazioni bilaterali tra i Paesi Bassi e la Santa Sede. Ci si è poi soffermati su questioni di comune interesse, quali il fenomeno delle migrazioni, e sono state passate in rassegna alcune problematiche di carattere internazionale». 

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