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Quando l’eugenetica era il progresso, ad opporsi solo la “bigotta” Chiesa cattolica

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Unione Cristiani Cattolici Razionali - pubblicato il 05/06/16
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Il futuro è sempre meglio del passato, sostengono i progressisti. Quelli che “non vogliono restare indietro”, quelli che ti etichettano come troglodita e bigotto. Bisogna accettare il progresso e liberarsi dei retaggi del passato, hanno ripetuto da sempre i militanti delle varie ideologie che ciclicamente sono comparse nella storia.

Ieri era lo schiavismo, poi la dea ragione illuminista, poi il darwinismo sociale, poi il comunismo marxista, poi la teoria della razza, il “rientro dolce” per salvare il pianeta terra. Oggi c’è l’ideologia gender, colonizzazione mentale che Papa Francesco non ha esitato, per l’appunto, a paragonare alle dittature del XX secolo.

Molto interessante l’indagine che ha realizzato lo scrittore americano Adam Cohen, giornalista ed ex membro del comitato editoriale del New York Times. Parla di eugenetica, ovvero ciò che si celebrava come “progresso” all’inizio del 1900 (non certo nel Medioevo), insegnandola nelle principali università occidentali, tanto che nel 1911 nell’ateneo di Oxford si organizzò il primo congresso mondiale di eugenetica. Oggi il presidente americano Barack Obama inneggia all’ideologia Lgbt, ieri il suo collega Winston Churchill celebrava l’amorevole miglioramento della razza, invocando la «segregazione dei malati di mente sotto condizioni appropriate, così da far morire insieme a se stessi anche la loro sciagura, invece di propagarla alle generazioni future». Il presidenteRoosevelt, invece, spiegò che «non è di alcun vantaggio nel consentire una simile perpetuazione di cittadini di razza sbagliata».

Nel 1934 gli scienziati dell’American Public Health Association ospitano nel loro annuale congresso l’Associazione Eugenetica Californiana, che prepara una presentazione del programma nazista di salute pubblica. Nemmeno quando verranno istituite le leggi razziali di Norimberga, con le quali iniziò la sistematica persecuzione nei confronti degli ebrei, gli eugenisti californiani fanno mancare il loro sostegno al Reich. Ovviamente è soltanto un caso che la più famosa eugenista americana si chiamasse Margaret Sanger (1879-1966), fondatrice di Planned Parenthood, ancora oggi la più grande catena di cliniche abortiste nel mondo.

Le leggi eugenetiche diventano legge negli Stati Uniti e lo resteranno fino ai primi anni Ottanta. Famoso il caso della giovane donna Carrie Buck che, nel 1924 viene ritenuta un caso di “imbecillità morale ereditaria” essendo figlia e madre di persone affette da disturbi psichici. Condannata alla sterilizzazione, la donna fa ricorso alla Corte della contea, e, perso il ricorso, fa appello alla Corte Suprema, denunciando la violazione del quattordicesimo emendamento.

I giudici le danno torto e la sentenza recita: «Abbiamo visto più di una volta come il bene pubblico possa richiedere ai migliori cittadini la loro vita. Sarebbe strano se esso non potesse ormai chiedere a coloro che hanno indebolito lo Stato un sacrificio minore, allo scopo di prevenire noi stessi dall’essere sommersi dall’incompetenza. Tre generazioni di imbecilli sono sufficienti». Ce lo chiede il “bene pubblico”, love is lovetwitterebbero Renzi ed Obama.

Proprio di questo caso si è occupato Cohen, intitolando il libro “Imbeciles: The Supreme Court, American Eugenics, and the Sterilization of Carrie Buck”(Penguin Press 2016), definendo l’eugenetica una sorta di “religione secolare” che ha sterilizzato 60.000 americani nel corso di pochi decenni. Aggiunge anche dati inediti: la decisione della Corte Suprema si affermò 8 contro 1, l’unico giudice che votò “no” alla sterilizzazione forzata di Carrie Buck fu Justice Butler, l’unico cattolico. Infatti, si legge, «mentre le élite si convertivano in massa all’eugenetica, l’unica grande circoscrizione che si opponeva costantemente è stata la Chiesa cattolica, che replicava sostenendo che la sterilizzazione violava la legge naturale». Un’opposizione, quella della Chiesa cattolica, che portò ad esempio ad annullare la legge sull’eugenetica negli Stati della Louisiana e del New Jersey.

Cohen ha descritto una conversione etico-morale di massa verso un’ideologia ritenuta il “progresso”, celebrata dai presidenti degli Stati Uniti e da tutti i principali media e quotidiani occidentali, sostenuta dal mondo scientifico e intellettuale, legittimata tramite apposite leggi e addirittura con una sentenza della Corte Suprema. Ad opporsi soltanto i cattolici bigotti e la retrograda Chiesa cattolica, che osò anche allora ricordare agli illuminati uomini progressisti la violazione della legge morale. Si parla di eugenetica, ma non è difficile trovare inquietanti paralleli con quello che gli illuminati uomini moderni ritengono “il bene pubblico” oggi, ad esempio lo strombazzato progresso del suicidio assistito o le pretese progressiste di color arcobaleno.

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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