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Busca è il nuovo Pastore di Mantova

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Vatican Insider - pubblicato il 03/06/16
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Don Gianmarco Busca è il nuovo vescovo di Mantova. Succede a monsignor Roberto Busti, 75 anni, entrato nella diocesi di Mantova nel 2007. L’ordinazione episcopale molto probabilmente sarà l’11 settembre a Brescia, l’ingresso – due settimane più tardi – a Mantova. 51 anni a novembre, don Gianmarco è docente di Teologia sacramentaria in Seminario ed è conosciuto per la sua profonda spiritualità.  

Dopo l’annuncio a mezzogiorno, non poteva mancare un saluto alla diocesi di Mantova (domenica durante le sante Messe verrà letto un suo messaggio): «Saluto i fedeli della diocesi e saluto tutti gli amici di Mantova. Sono lì con il cuore aperto, vengo per servire tutti. Vengo – spiega don Gianmarco – in nome di Dio, le loro preghiere saranno un forte aiuto. Sono contento di essere cristiano, di appartenere a Dio e alla Chiesa». Ha ricevuto la fede nella parrocchia natale di Edolo e, lungo il suo percorso, ha incontrato tanti amici che gli hanno fatto gustare la bellezza di vivere il Vangelo con una frase che l’ha accompagnato in queste settimane: «Cercate innanzitutto il Regno di Dio. In Seminario, ai miei studenti di Teologia sacramentaria, spiego che una volta battezzati, la carriera è finita, perché più che figli di Dio non si può diventare… Ma poi quando arrivavo al Ministero, aggiungevo che nella Chiesa c’è un altro tipo di titolo, quello di Padre. Chi è ministro, è esattamente un padre e un servo della Chiesa. Tra pochi giorni festeggio con i miei compagni il 25° di ordinazione sacerdotale, ho letto la volontà del Papa come una vocazione nella vocazione, un invito a essere più servo e più padre in questa Chiesa».  

Nella giornata per la santificazione dei sacerdoti, «chiedo ai preti di Mantova (168 parrocchie per un totale di 376.756 abitanti) e a me di essere santi insieme perché il mondo creda». Don Busca non è spaventato dalla giovane età. «Quando avevo 29 anni mi era stato chiesto un servizio che, a motivo degli anni, mi pareva esagerato. Mi sono imbattuto, allora, in quello che Paolo diceva a Timoteo: “Nessuno disprezzi la tua giovane età”. A 50 anni mi sento già, scherzando, nella giovinezza della vecchiaia». Di certo don Busca ha ben chiaro cosa significhi, soprattutto in un tempo come questo, essere compagno di strada dei fedeli: «L’efficacia del ministero di un prete per la vita delle persone che lo incontrano sta nel suo essere una guida spirituale. Finché la “guida è guidata” dalla fede nel Signore, la Chiesa è protetta da tutte le forme negative del clericalismo». 

Nato a Edolo in provincia di Brescia il 30 novembre 1965, don Gianmarco è stato ordinato sacerdote l’8 giugno del 1991. Il suo primo incarico pastorale è stato a Borno, come vicario parrocchiale dal 1991 al 1994; dal 1994 al 1999 è stato studente della Gregoriana di Roma, dove ha conseguito il dottorato in Teologia con una tesi sulla riforma del sacramento della Riconciliazione. Rientrato in diocesi nel 1999 è stato nominato Vicerettore del Seminario diocesano. Insegnante in Seminario dal 1999; docente per l’area disciplinare Teologia dogmatica presso l’Istituto superiore di Scienze religiose dal 2012; docente presso lo Studio teologico Paolo VI dal 2012. È stato presbitero collaboratore nella parrocchia di Santa Maria Crocifissa di Rosa, a Brescia, dal 2007 al 2014. Dal 2014 è presbitero collaboratore festivo nella parrocchia di Caionvico, sempre a Brescia. Collabora, inoltre, stabilmente con il Centro Aletti di Roma con corsi di Sacramentaria e di spiritualità. È autore di diversi libri, tra i quali «La riconciliazione “sorella del Battesimo”». Padre Rupnik scrive così di don Gianmarco: «Un teologo umile, mite e sereno, perché credente, inserito nella vita e nella liturgia della Chiesa come sacerdote, padre spirituale e confessore. La sua teologia è bella, calda e ricca di sapienza, perché ha fatto propria una metodologia ecclesiale». 

Grande la soddisfazione della Chiesa bresciana che l’ha generato alla fede. «Facciamo un bel regalo alla diocesi di Mantova. Don Gianmarco – ha commentato il vescovo di Brescia, Luciano Monari – è prezioso per la Chiesa di Brescia per il lavoro con i preti e soprattutto con i preti giovani. Il Signore gli fa incominciare un cammino che lo impegnerà, un cammino ricco di gioia e di consolazione». Monari ha ricordato e affidato don Marco alla figura di Matilde di Canossa, che nelle lettere si firmava così «”Matilda, Dei gratia si quid est”. La cosa bella della fede è proprio riconoscere che se c’è qualcosa di bello viene dal Signore». 

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