Papa Francesco ha detto che il pettegolezzo avvelena e divide. Ecco come evitare di cadere in questa trappoladi Ruth Baker
Quando ho letto per la prima volta il pensiero di Papa Francesco sul pettegolezzo, sono rimasta sorpresa e sollevata. E anche un po’ imbarazzata. Le sue parole sul pettegolezzo sono molto forti. Non pensavo di essere una persona dal pettegolezzo facile, ma pensandoci su, mi sono tristemente resa conto di esserlo. E cosa ancor più grave, non l’ho vista come una questione particolarmente importante. L’ho fatto senza neanche pensarci. Il pettegolezzo è così diffuso che probabilmente tutti ne siamo coinvolti, in una certa misura.
Il pettegolezzo non si presenta sempre in modo ovvio; a volte ci siamo dentro fino al collo prima di renderci conto di stare spettegolando. Ed è anche un’abitudine difficile da interrompere. Considerando tutto ciò, volevo riflettere su alcuni punti che Papa Francesco ha toccato riguardo al pettegolezzo, nella speranza che possano essere di aiuto per rompere quest’abitudine distruttiva.
“Il pettegolezzo è marcio. All’inizio sembra essere qualcosa di divertente e piacevole, come una caramella. Ma poi riempie il cuore di amarezza e ci avvelena”
Papa Francesco ha ragione. C’è un elemento del pettegolezzo che unisce le persone. È come quel momento in cui ci si rende conto che tutti sono infastiditi da quel tizio del corso di formazione, oppure che si è gli unici ad avercela con quel genitore al cancello della scuola, o ancora che il tuo capo ha fatto piangere tutti quanti in ufficio, prima o poi.
Rendersi conto di non essere soli nelle relazioni umane stressanti è una cosa molto reale e necessaria. Tutti quanti abbiamo bisogno di supporto e solidarietà quando abbiamo a che fare con delle persone che ci fanno del male. Però esiste una linea sottile tra questo e vendicarci attraverso il pettegolezzo. Quando spettegoliamo, ci arroghiamo il diritto di fare giustizia da noi, distruggendo il prossimo con le parole. Le parole distruttive non sono mai costruttive. Significa che non riusciamo a vedere il buono nel mondo o l’abilità delle altre persone di cambiare in meglio. Così facendo, finiamo con lo sviluppare un atteggiamento negativo che finisce con l’avvelenarci.
Papa Francesco ha anche detto: “Il pettegolezzo è ‘criminale’ perché distrugge l’immagine di Dio negli altri, invece di esaltarla”. Se qualcuno ci ha feriti, o ha ferito gli altri, è molto difficile ammettere la presenza dell’immagine di Dio in loro e dichiarare che sono stati creati uguali a noi da un Dio d’amore. Eppure è la verità. Il pettegolezzo si rifiuta di vedere la persona come qualcuno amato da Dio che può cambiare e crescere, come facciamo noi. Papa Francesco ha aggiunto, con fermezza, che “fare chiacchiere è terrorismo perché quello che chiacchiera è come un terrorista che butta la bomba e se ne va, distrugge: con la lingua distrugge, non fa la pace”. Queste sono parole difficili da leggere. Non ci piace essere paragonati con questi malvagi, soprattutto se sono così presenti nel mondo di oggi. Le guerre iniziano dalle parole; se vogliamo portare un qualsiasi tipo di pace nel mondo, dobbiamo iniziare con la pace nei nostri cuori e con buone intenzioni verso gli altri.
“Coloro che vivono giudicando il prossimo, parlando male del prossimo, sono ipocriti. Perché non hanno la forza e il coraggio di guardare ai propri difetti”.
Questa citazione è la chiave per comprendere perché facciamo pettegolezzo e perché è una parte così sostanziale delle nostre conversazioni quotidiane. La radice è nella paura di non essere abbastanza buoni. Facciamo pettegolezzo per dire a noi stessi “Non farei mai una cosa del genere, io sono un tipo a posto”. Vogliamo trovare quella realizzazione di cui tanto abbiamo bisogno abbattendo gli altri. Ignoriamo i nostri difetti, che quindi crescono sempre di più. Diventano come l’elefante nella stanza che non riusciamo a vedere. Quando si ignora qualcosa, gli si dà potere di fare più paura e di essere ancora più impossibile da sconfiggere. Ci vuole coraggio per guardare ai propri difetti, ma questo significa che facendolo troviamo la guarigione e il perdono per superare tutto. La verità è che tutti noi, ad un certo punto, vogliamo fuggire da noi stessi per lasciarci alle spalle gli errori commessi, le cose di cui ci vergogniamo e la persona che temiamo di diventare. È più facile abbattere il prossimo invece che affrontare noi stessi. Ma quando lo facciamo, la caduta è meno dolorosa di quanto ci potremmo aspettare, perché veniamo raccolti dalle braccia amorevoli di Dio Padre, pronto a offrirci la guarigione di cui abbiamo così disperatamente bisogno.
1. Rendetevi conto di quando state facendo pettegolezzo
A volte preferiamo stare con qualcuno a parlare male di un’altra persona, piuttosto che passare del tempo di qualità con gli amici (se questo è quello che facciamo allora ecco il primo passo: smettiamola immediatamente!). Una conversazione può facilmente diventare sgradevole e scivolare nella maleducazione, soprattutto quando si danno informazioni private sugli assenti o quando si fa speculazione sulla loro vita personale. Il primo passo per evitare di fare pettegolezzo è prendere coscienza che è quello che facciamo. Chiedetevi: “Vorrei che le persone discutessero di queste cose sul mio conto?”
2. Non fate ulteriori domande
Una volta che vi siete resi conto che la conversazione ha preso una piega sbagliata, soprattutto quando è stata iniziata da un’altra persona, potete almeno evitare di fare ulteriori domande che non faranno altro che rendere ancora più distruttiva la conversazione stessa.
Cambiate argomento, portate la conversazione su altri lidi. La verità è che la maggior parte delle persone vuole essere inclusa in una conversazione e sarà più che contenta di seguire la direzione che si sta prendendo. Potete deviare la conversazione in modo gentile e discreto, ricorrendo a qualche argomento leggero.
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3. Se necessario, difendete la persona in questione presentando un punto di vista diverso
Non è una cosa da fare con l’intenzione di continuare a parlare di quell’individuo, ma se vi rendete conto che è stato detto qualcosa di falso, potete raddrizzare il tiro e correggere quanto detto da altri. Oppure potete ricordare a chi partecipa alla discussione che la persona in questione, come tutti noi, è un essere umano con dei difetti. Qualcosa di semplice, come anche un “forse ha avuto una giornata storta” può essere utile.
4. Prega, in silenzio, per quella persona
Santa Gertrude la Grande ha detto che “più preghiamo per qualcuno, più è benedetto. Perché non c’è preghiera fatta con fede che rimanga senza risposta, anche se il modo in cui viene la risposta dovesse essere nascosto ai nostri occhi”. Pregare per la persona su cui abbiamo fatto dei pettegolezzi ci ricorda della sua umanità e della prospettiva di Dio sulla situazione. Ci ricorda che siamo entrambi immensamente amati da Dio e che siamo tutti esseri umani nel proprio cammino verso Dio. Se il nostro comportamento può essere privo di questo amore, la Sua misericordia è lì, pronta a guarirci.
“Sono convinto che se ognuno di noi potesse evitare il pettegolezzo consapevolmente, diventeremmo dei santi! È una strada meravigliosa!” – Papa Francesco