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Una sorpresa nascosta nel cuore della Cappella Sistina

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Leigh Anderson - pubblicato il 24/05/16
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Gli straordinari dipinti della Cappella sono sia una storia d’amore che una riflessione sul nostro posto nel dramma umano Quanto sapete della Cappella Sistina? Sapevate, ad esempio, che all’inizio era la cappella privata delle élites della Chiesa? La Cappella, che attira ogni anno 5 milioni di visitatori, non è solo una tappa obbligata in un tour della storia dell’arte in Italia, ma anche una storia vivente della Chiesa e delle sue influenze, che spaziano da cambiamenti globali e geopolitici a piccoli feudi personali. Questo intervento della storica dell’arte Elizabeth Lev sottolinea l’evoluzione della Cappella in tre stadi.

L’intervento, pronunciato a Ginevra nel dicembre scorso e della durata di 17 minuti, è una lezione di storia dell’arte breve ma completa, arricchita da straordinarie fotografie della Cappella.

Se avete fretta, andate subito al punto 8:50, in cui la Lev parla della collocazione di Eva, il dettaglio che le ha fatto capire che “questa rappresentazione del dramma umano ha sempre riguardato uomini e donne – al punto che il centro esatto, il cuore del soffitto, è la creazione della donna, non di Adamo”. La rappresentazione di Eva, la cui mano si stringe intorno al braccio di Dio, è un dettaglio che l’osservatore distratto potrebbe perdersi senza la spiegazione della storica dell’arte.

 

 

L’alleanza storica di papa Giulio II e Michelangelo e la loro visione artistica condivisa spiega perché la Cappella Sistina sarà probabilmente sempre molto importante: osservando le storie intricate dipinte da Michelangelo, ci interroghiamo sul nostro piccolo ruolo nel lungo dramma umano. Ci chiediamo come vediamo noi stessi nel contesto della storia e nell’evoluzione della Chiesa. Ci chiediamo: “Come vogliamo vivere la nostra vita?”

Come conclude la Lev, “la Cappella Sistina ci costringe a guardare come in uno specchio. Chi sono io in questo dipinto? Sono uno della folla? Sono il tizio ubriaco? Sono l’atleta? E mentre lasciamo questo porto di bellezza edificante, siamo ispirati a porci le domande più importanti della vita: chi sono, e che ruolo ho nel grande teatro della vita?”

 

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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