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L’ orto parrocchiale (e 12mila kg di patate) contro la povertà

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Alfa y Omega - pubblicato il 24/05/16
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Iniziativa dei parrocchiani di Sant’Antonio da Padova a Lugo, in SpagnaUna parrocchia di Lugo ha recuperato un terreno abbandonato per aiutare più di 400 persone. Il raccolto coinvolge l’intera comunità ecclesiale nella semina, nella raccolta e nella distribuzione.

Nel 2013, quando la crisi ha colpito molte famiglie della parrocchia di Sant’Antonio da Padova a Lugo, un gruppo di parrocchiani ha deciso di mettere in atto un’originale iniziativa solidale per rispondere alle varie esigenze. Qualcuno ha ceduto un appezzamento di terra limitrofo alla parrocchia, altri hanno messo a disposizione il proprio lavoro e tutti, in definitiva, hanno dato il proprio appoggio e la propria generosità per rendere possibile l’Orto Solidale di Sant’Antonio da Padova.

Molte persone in difficoltà si rivolgono, ogni giorno, all’ufficio parrocchiale: “Con l’aggravarsi della crisi, la fila alla porta della chiesa si è fatta sempre più lunga. I vari commenti in parrocchia (così come quelli tra i vicini, per strada) mostrano la nostra volontà di dare una mano, di coinvolgere coloro che si sentono abbandonati dal sistema e di sensibilizzare l’intera società”, ha dichiarato il parroco Alberto Leiva. Uno degli obiettivi principali per cui è stata proposta l’iniziativa è “l’esperienza della carità tra noi membri della parrocchia, che ci riuniamo ogni settimana per celebrare l’Eucaristia”, ha aggiunto.

Tutto è dato altruisticamente

La necessità aguzza l’ingegno e il cammino per completare questo progetto, che è durato quasi quattro anni consecutivi, è iniziato grazie al lavoro congiunto e altruista della comunità. Alcuni vicini hanno donato un terreno di 5mila metri quadri che non era utilizzato, anche con lo scopo di promuovere il recupero di terreni abbandonati; un imprenditore nel settore automobilistico si è preso carico delle spese impreviste e degli spostamenti del personale; un contadino ha fornito del fertilizzante necessario per coltivare la terra; un’azienda di servizi agricoli ha dato i propri mezzi di trasporto e distribuzione… e molte altre persone hanno donato braccia, entusiasmo ed esperienza sul campo.

L’insieme di questi sforzi così pieni di umanità si è trasformato in un raccolto soddisfacente e corposo: un paio di settimane fa è stata fatta una stima della produzione, probabilmente a fine agosto verranno raccolti quasi 12mila kg di patate. Anche se “ciò a cui diamo maggior valore non è tanto la quantità del raccolto di per sé, quanto grande solidarietà dimostrata. E siamo certamente soddisfatti, perché abbiamo scoperto che le persone hanno voglia di impegnarsi, di fare qualcosa per gli altri”, ha spiegato il parroco.

Punto di incontro

L’Orto Solidale di Sant’Antonio da Padova è diventato inoltre un mezzo per far incontrare gente di ogni tipo: alcuni con delle necessità, altri con la voglia di dare una mano. Tutto questo ha dato vita a una comunità vibrante e fraterna. “La carità – ha detto dice Alberto Leiva – non si riduce al dare qualcosa di materiale, ma è cercare di far recuperare autostima e dignità alle persone vittime del flagello della povertà”.

Da questa convinzione è partito l’impegno dei promotori di coinvolgere i beneficiari – che sono in totale circa 400 persone – nel processo di raccolta e di distribuzione dei beni. “La coda di bisognosi davanti alla porta della parrocchia è quindi diventata un folto gruppo di volontari per la semina, per dei lavori di manutenzione e per il raccolto”. L’origine dei volontari e dei fruitori è molto varia: Romania, Repubblica Domenicana, Colombia, Marocco, Spagna… Una grande famiglia che, all’avvicinarsi del momento della semina e del raccolto, si organizza per andare presto all’orto e cominciare il lavoro.

Il cerchio si chiude presentando ogni anno il progetto alla comunità parrocchiale e offrendo ai membri che vi hanno partecipato – come gesto di gratitudine – un piccolo sacco di patate, come fatto l’anno passato: “È un gesto che cattura l’essenza della nostra condizione di parrocchia in cui siamo tutti uniti, e dà risalto al valore della carità e del dare con generosità. Perché c’è più gioia nel dare che nel ricevere”, ha concluso il parroco.

María José Campo. Lugo

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Valerio Evangelista]

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE

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