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“Uniti ai cattolici cinesi, siano segno di riconciliazione”

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Vatican Insider - pubblicato il 22/05/16
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Così il pontefice all’AngelusPapa Francesco invita tutti a unirsi «spiritualmente» ai fedeli cinesi, ai quali chiede di essere «segno concreto di carità e di riconciliazione». Il Pontefice all’Angelus odierno in piazza San Pietro prega anche per «il Primo Vertice Umanitario Mondiale, finalizzato a riflettere sulle misure da adottare per venire incontro alle drammatiche situazioni umanitarie causate da conflitti, problematiche ambientali ed estrema povertà». «La carne dell’umanità», afferma, è «ferita dall’ingiustizia, dalla sopraffazione, dall’odio e dall’avidità» ma lo Spirito Santo dà la forza «per essere lievito di comunione, di consolazione e di misericordia».

Dopo la recita della Preghiera mariana dell’Angelus, il Vescovo di Roma sottolinea: «Martedì, 24 maggio, ci uniremo spiritualmente ai fedeli cattolici in Cina, che in quel giorno celebrano con particolare devozione la memoria della Beata Vergine Maria “Aiuto dei Cristiani”, venerata nel santuario di Sheshan a Shanghai». Il Papa aggiunge: «Chiediamo a Maria di donare ai suoi figli in Cina la capacità di discernere in ogni situazione i segni della presenza amorosa di Dio, che sempre accoglie e perdona. In questo Anno della Misericordia possano i cattolici cinesi, insieme a quanti seguono altre nobili tradizioni religiose, divenire segno concreto di carità e di riconciliazione». Così, «essi promuoveranno un’autentica cultura dell’incontro e l’armonia dell’intera società». «Quell’armonia – aggiunge senza leggere il testo scritto – che ama tanto il popolo cinese».

In piazza per l’Angelus sono molti i rappresentanti delle comunità cattoliche cinesi a Roma e in Italia.

Francesco evidenzia anche che «domani inizierà a Istanbul, in Turchia, il Primo Vertice Umanitario Mondiale, finalizzato a riflettere sulle misure da adottare per venire incontro alle drammatiche situazioni umanitarie causate da conflitti, problematiche ambientali ed estrema povertà». Il Papa esorta ad accompagnare «con la preghiera i partecipanti a tale incontro perché si impegnino pienamente a realizzare l’obiettivo umanitario principale: salvare la vita di ogni essere umano, nessuno escluso, in particolare gli innocenti e i più indifesi». «La Santa Sede – comunica – prenderà parte a questo vertice» con il segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin.

Il Pontefice chiede un applauso «per tanti bravi preti che ci sono qui in Italia». Papa Francesco dedica ai sacerdoti italiani il gesto di approvazione che si leva dai fedeli in piazza San Pietro: avviene nel momento in cui ricorda che ieri, a Cosenza, «è stato proclamato Beato Francesco Maria Greco, sacerdote diocesano, fondatore delle Suore Piccole Operaie dei Sacri Cuori. Tra il secolo diciannovesimo e il ventesimo è stato animatore della vita religiosa e sociale della sua città, Acri, dove ha esercitato tutto il suo fecondo ministero. Rendiamo grazie a Dio per questo prete esemplare».

Prima dell’Angelus, il Papa ha affermato: «La festa della Santissima Trinità ci invita ad impegnarci negli avvenimenti quotidiani per essere lievito di comunione, di consolazione e di misericordia. In questa missione, siamo sostenuti dalla forza che lo Spirito Santo ci dona: essa cura della carne dell’umanità ferita dall’ingiustizia, dalla sopraffazione, dall’odio e dall’avidità».

«La Vergine Maria – invoca – nella sua umiltà, ha accolto la volontà del Padre e ha concepito il Figlio per opera dello Spirito Santo. Ci aiuti Lei, specchio della Trinità, a rafforzare la nostra fede nel Mistero trinitario e ad incarnarla con scelte e atteggiamenti di amore e di unità».

«Il nostro essere creati a immagine e somiglianza di Dio-comunione ci chiama – evidenzia Francesco – a comprendere noi stessi come esseri-in-relazione e a vivere i rapporti interpersonali nella solidarietà e nell’amore vicendevole. Tali relazioni – osserva – si giocano, anzitutto, nell’ambito delle nostre comunità ecclesiali, perché sia sempre più evidente l’immagine della Chiesa icona della Trinità. Ma si giocano in ogni altro rapporto sociale, dalla famiglia alle amicizie all’ambiente di lavoro»: queste vanno intese come «occasioni concrete che ci vengono offerte per costruire relazioni sempre più umanamente ricche, capaci di rispetto reciproco e di amore disinteressato».

Ancora: «Dio è una famiglia di tre Persone che si amano così tanto da formare una cosa sola. Questa famiglia divina non è chiusa in sé stessa, ma è aperta, si comunica nella creazione e nella storia ed è entrata nel mondo degli uomini per chiamare tutti a farne parte». Papa Francesco spiega così la verità di fede più complicata: «Il mistero della Trinità che ci parla di noi, del nostro rapporto con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Infatti, mediante il Battesimo, lo Spirito Santo ci ha inseriti nel cuore e nella vita stessa di Dio, che è comunione di amore».

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