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I millennials cattolici possono essere fonte di ispirazione

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Philip Kosloski - pubblicato il 19/05/16
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La cosiddetta Generazione Y può spaventare, ma può anche essere di grande ispirazione

La cosiddetta Generazione Y può spaventare, ma può anche essere di grande ispirazione

Dovremmo essere preoccupati per la generazione del nuovo millennio? Alcuni anni fa la rivista Time l’ha chiamata la “Generazione me, me, me”, dichiarandola composta da giovani “pigri, egoisti e superficiali” che presto diventeranno la nuova classe dirigente d’America rivelandosi degli amministratori delegati di polso e dei politici testardi.

È una cosa buona? Ci salveranno o condurranno il nostro paese alla disfatta totale?

Che dire dei millennials cattolici? Si inseriscono nello stesso modello? C’è qualche speranza per il futuro?

La buona notizia è che sì, la speranza può essere trovata nell’ascesa dei millennials, ma forse non nel modo che i più si aspettano. Il mondo è notevolmente cambiato nel corso degli ultimi decenni, e i precedenti metodi di riforma e di evangelizzazione semplicemente non funzionano.

Quando si tratta dei millennials, questa è una buona cosa, perché invece di resistere al cambiamento lo abbracciano e non sono vincolati a modelli di stampo tradizionale. Hanno il più recente iPhone, fanno l’upgrade del sistema operativo e si ritrovano nei social media. Il cambiamento non li infastidisce affatto, e questo è sia una benedizione che una sventura.


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Significa che sono meno radicati nel passato e guardano sempre verso il futuro. Hanno imparato dai genitori ad essere innovatori, a non essere limitati dai paradigmi sociali delle generazioni precedenti. Crescendo è stato detto loro di “essere ciò che si desidera essere” e di “perseguire i propri sogni”. Questo ha portato ad una generazione che non solo accoglie il cambiamento, ma lo insegue.

Internet ha soltanto rafforzato questa idea, offrendo un potenziale illimitato per chiunque abbia un computer. Sembra che nulla sia “off limits” per questa generazione. Nel suo articolo sul Time, Joel Stein ha commentato l’illimitata ricerca di cambiamento dei millennials, dicendo:

“È la generazione più minacciosa e stimolante … non perché loro stiano cercando di destituire l’Istituzione, ma perché stanno crescendo senza averne uno … La rivoluzione dell’informazione ha ulteriormente potenziato gli individui dando loro la tecnologia per competere contro grandi organizzazioni: hacker contro multinazionali, blogger contro giornali, terroristi contro gli stati-nazione, youtubers contro registi, sviluppatori di app contro interi settori industriali. I millennials non hanno bisogno di noi. Ecco perché li temiamo”.

I millennials possono spaventarci, ma possono anche essere fonte di ispirazione. I cattolici in questa generazione hanno colto l’opportunità di diventare leader innovativi nella “Nuova evangelizzazione”. Stanno rispondendo alla chiamata di S. Giovanni Paolo II su una predicazione moderna del Vangelo, “nuova nel suo ardore, nuova nei suoi metodi, nuova nelle sue espressioni”. I millennials cattolici non hanno paura di abbracciare la Nuova Evangelizzazione, e stanno facendo enormi passi avanti nell’Areopago digitale.

Ad esempio Brandon Vogt, Content Director della Word On Fire, ha sviluppato un forum on-line per sviluppare un dialogo tra atei ed apologeti cattolici, e ha creato una serie innovativa progettata per aiutare i genitori a portare alla fede i propri figli.

Matthew Warner, uno sviluppatore web esperto, ha fondato Flocknote per aiutare le parrocchie a connettersi con i propri parrocchiani utilizzando e-mail ed sms. Ha cambiato il modo in cui i pastori comunicano con il loro gregge, rendendo degli annunci parrocchiali una cosa del passato.


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Poi c’è Cassie Pease, che ha usato il suo talento artistico per “evangelizzare il mondo … un wallpaper per iPhone alla volta”. La lista potrebbe continuare a lungo, per non parlare delle centinaia di missionari di Focus che stanno cambiando vite nei campus universitari per tutti gli Stati Uniti attraverso l’evangelizzazione personale.

Potrebbe essere vero che alcuni millennials sono “pigri, egoisti e superficiali”, ma quando vivono fino in fondo il loro potenziale sono molto motivati, riconoscenti, generosi e profondi. Sono spesso noti anche come la “generazione per la vita” e sono certamente più pro-life dei loro genitori. Quella dei millennials è una generazione che può avere difficoltà a prendere decisioni, ma quando lo fanno, vi si mantengono saldi.

Parlando in quanto parte della generazione del nuovo millennio, direi che non dovremmo essere sottovalutati. Possiamo avere molti difetti e spendere troppo tempo su Instagram, ma stiamo anche cambiando il mondo attraverso questi strumenti non tradizionali.

La generazione dei millenials sarà la fine per tutti noi? Può essere. Ma ci salveranno anche, e in modi che non avremmo mai potuto immaginare.

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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