L’assemblea dei vescovi italiani, che si è svolta da lunedì ad oggi in Vaticano, ha messo a punto delle «precisazioni» in merito alla gestione economica e finanziaria: lo ha riferito a conclusione dei lavori il cardinale presidente, Angelo Bagnasco. Sui «rendiconti delle diocesi, e delle parrocchie in modo particolare», è stato stabilito che essi «devono essere pubblicizzati attraverso non solo i bollettini, diocesani e parrocchiali, ma anche attraverso la rete», ha detto l’arcivescovo di Genova in una conferenza stampa. In merito alla «provenienza di questi fondi, che sono fondi dell’otto per mille, la gente ama giustamente sapere dove vada a finire la propria firma».
Il «parlamento» dei vescovi italiani ha anche sottolineato la necessità di una «formazione più costante» dei «consigli di amministrazione» delle diocesi e delle parrocchie, in modo che il loro impegno «non rimanga tecnico, ma abbia un’anima ecclesiale». Allo stesso fine è stato ribadito che i parroci hanno «a disposizione squadre territoriali di tecnici» che possono coadiuvarli, oltre a poter sempre contare sul sostegno degli uffici centrali della Cei. Ad una domanda specifica, Bagnasco ha detto che «non risulta» che ci siano istituti diocesani commissariati.
Nel comunicato finale della 69esima assemblea, pubblicato sempre oggi, si legge che i Vescovi «hanno accolto – per poi approvare all’unanimità – la proposta di aggiornare la Determinazione della XLV Assemblea Generale (relativa al n. 5 della Delibera n. 57), con lo scopo di rafforzare l’intento dichiarato di ordinare in modo più preciso e maggiormente efficace ai fini della trasparenza amministrativa e della diffusione dei rendiconti, anche in vista dell’azione promozionale, la procedura che si è tenuti a seguire per la ripartizione e l’assegnazione nell’ambito diocesano delle somme provenienti annualmente dall’otto per mille. Nell’amministrazione dei beni l’Assemblea Generale si è ritrovata compatta nella volontà di continuare sulla linea della massima chiarezza e trasparenza, confermando e rafforzando le linee di rigore finora adottate. Si tratta di un impegno che si muove in sintonia con i criteri presentati e condivisi lo scorso marzo in Consiglio Permanente, concernenti l’elargizione di contributi con fondi provenienti dall’otto per mille».
Sulle unioni civili «non ho dato giudizi di valore o di merito», ha detto Bagnasco. «Ho semplicemente condiviso con i miei confratelli vescovi – ha spiegato – le voci che raccogliamo per strada, nelle case della gente, in mezzo alle persone semplici con cui noi vescovi siamo a contatto tutti i giorni». «Non ho parlato di impegno fattivo operativo, no», ha puntualizzato Bagnasco a chi domandava quali iniziative preveda ora l’episcopato. «Crescere sempre di più nell’impegno a favore delle famiglie, nella pastorale famigliare, questo sì».
Quanto all’ipotesi di un referendum abrogativo, avanzato da alcuni parlamentari cattolici, «le iniziative sono in mano ai laici doverosamente e sono portate avanti dai laici». A chi domandava, ancora, se i vescovi sostengano l’idea, avanzata ad esempio dalla Lega, che i sindaci debbano fare obiezione di coscienza, «non ne abbiamo assolutamente parlato – ha detto Bagnasco – sapendo anche le parole dette in altro contesto dal Papa», nell’intervista al quotidiano francese La Croix in merito a nozze gay e eutanasia.
Sulla «eventuale riduzione del numero di diocesi», chiesto anni fa dal Papa, la Conferenza episcopale italiana raccoglierà entro fine agosto le proposte delle conferenze episcopali regionali, che invierà poi alla congregazione dei vescovi. Quanto alla riforma del processo abbreviato per la nullità matrimoniale, mancano ancora i dati in merito al numero dei nuovi tribunali e il costo effettivo delle cause, poi la Cei procederà nell’appplicazione concreta della riforma.
L’assemblea ha eletto il presidente della commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo nella persona di monsignor Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone – Veroli – Ferentino. L’assemblea ha poi preso atto che, come comunicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, la somma relativa all’otto per mille dell’IRPEF assegnata alla Chiesa Cattolica per il 2016 risulta pari ad euro 1.018.842.766,06 determinati da euro 1.011.841.026,43 a titolo di anticipo dell’anno 2016, ed un conguaglio sulle somme riferite all’anno 2013 di euro 7.001.739,63. Il totale disponibile nel 2015 era di 995.462 euro. La Cei ha ripartito la somma del 2016 in 398.842 (in calo) per esigenze di culto e pastorale, 270mila (in lieve aumento) per gli interventi caritativi e 350mila (in lieve aumento) per il sostentamento del clero. In merito alla dichiarazione dei redditi del 2013 (redditi 2012) le firme, 80,91 per cento, sono lievemente aumentate, il gettito lievemente calato.
Il discorso imperniato sulla triplice appartenenza che costituisce il presbitero – appartenenza al Signore, alla Chiesa e al Regno – con il quale Papa Francesco ha aperto l’assemblea è stato approfondito «nell’ampio confronto a porte chiuse che l’ha seguito», si legge nel comunicato finale «condiviso dai vescovi e ripreso nelle sue articolazioni dal cardinale Bagnasco, in occasione della celebrazione in San Pietro del suo 50° di ordinazione sacerdotale».
Tra le informazioni offerte ai Vescovi c’è stata innanzitutto quella relativa ai media CEI: le innovazioni che oggi qualificano il Servizio Informazione Religiosa (Sir), nella volontà di corrispondere al meglio alle esigenze sia dei settimanali diocesani che di un’opinione pubblica desiderosa di conoscere l’attività della Chiesa; la situazione del quotidiano Avvenire, che – in controtendenza con un mercato editoriale in continua contrazione – segna un +0,4 di diffusione rispetto all’anno precedente; il consolidamento dei cambiamenti di palinsesto per le emittenti Tv2000 e InBlu Radio, con risultati incoraggianti.