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Lesbo, il Papa porta con sé 12 profughi a Roma

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Vatican Insider - pubblicato il 18/05/16
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Francesco porta con sé a Roma, in Vaticano, dodici profughi approdati nell’isola di Lesbo. Sono saliti sull’aereo papale nel viaggio di ritorno questo pomeriggio, e verranno ospitati dalla Comunità di Sant’Egidio.  

Si tratta di tre famiglie musulmane ospitate nel campo all’aperto di Kara Tepe, scelte in modo casuale.  

Padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa della Santa Sede, spiega: «Il Papa ha voluto fare un gesto di accoglienza nei confronti dei rifugiati accompagnando a Roma con il suo stesso aereo tre famiglie di rifugiati dalla Siria, 12 persone in tutto, di cui sei minori. Si tratta di persone che erano già presenti nei campi di accoglienza di Lesvos prima dell’accordo fra Unione Europea e Turchia».  

L’iniziativa del Pontefice « è stata realizzata tramite una trattativa della Segreteria di Stato con le autorità competenti greche e italiane». 

Tutti i membri «delle tre famiglie sono musulmani. Due famiglie vengono da Damasco, una da Deir Azzor (nella zona occupata dal Daesh). Le loro case sono state bombardate. L’accoglienza e il mantenimento delle tre famiglie saranno a carico del Vaticano. L’ospitalità iniziale sarà garantita dalla Comunità di Sant’Egidio». 

Successivamente la Santa Sede fornisce alcune informazioni sui dodici profughi: «Hasan e Nour provengono da Damasco. Marito e moglie sono entrambi ingegneri. Vengono a Roma con il loro figlio di 2 anni. Vivevano in una zona periferica, Al Zapatani, molto a rischio perché oggetto di continui bombardamenti. Sono fuggiti insieme al loro bambino verso la Turchia, dove hanno preso un gommone per arrivare a Lesbo».  

Poi ci sono «Ramy e Suhila», di Deir Azzor, la zona conquistata da Daesh: «Entrambi cinquantenni, lui insegnante, lei sarta, sono fuggiti con i tre figli perché la loro casa è stata distrutta. Sono arrivati in Grecia nel febbraio 2016 passando dalla Turchia». 

«Osama e Wafa – conclude – vengono da una frazione di Damasco, Zamalka con i loro due figli. Anche la loro casa è stata bombardata. La mamma racconta che il bambino più piccolo si sveglia tutte le notti. Per un po’ di tempo aveva smesso anche di parlare». 

Il grande sorriso della mamma che passa nel corridoio dell’aereo salutando tutti: «Hi», ciao, risponde ai giornalisti che tentano di fermarla per un commento. È felice ma non dice altre parole. Con lei i più piccoli, bambini, sorridenti anche loro e con la faccia furba, l’adolescente passa invece col cappello con la tesa calata. Tutta questa attenzione forse non gli piace. Questo in poche parole il breve contatto che c’è stato tra i 12 profughi siriani ospiti sul volo del Papa e i giornalisti. 

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