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Il Papa: i precari dei call center hanno dignità di persone

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Vatican Insider - pubblicato il 18/05/16
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La tragedia dei profughi e dei cristiani perseguitati. Il dramma del lavoro senza diritti. A Lesbo Francesco ha visto “tanti bambini che hanno assistito alla morte dei genitori e dei compagni». Al Regina Coeli ha raccontato “un caso particolare, un uomo giovane, non ha 40 anni. L’ho incontrato ieri con i suoi due figli. Lui è musulmano e mi ha raccontato che era sposato con una ragazza cristiana, si amavano e si rispettavano a vicenda ma purtroppo questa ragazza è stata sgozzata dai terroristi perché non ha voluto negare il Cristo e abbandonare la sua fede. E’ una martire! E quell’uomo piangeva tanto…». Poi il Pontefice ha dato voce a chi non ha voce nel mondo del lavoro. “I precari dei call center hanno dignità di persone, non prevalgano gli interessi”. Francesco ha espresso la sua vicinanza “alle tante famiglie preoccupate per il problema del lavoro: “penso alla situazione precaria dei lavoratori italiani dei call center: auspico che su tutto prevalga sempre la dignità della persona umana e non gli interessi particolari”. Ma soprattutto il Papa ha ringraziato “quanti hanno accompagnato con la preghiera la visita che ho compiuto ieri nell’Isola di Lesbo, in Grecia. Ai profughi e al popolo greco ho portato la solidarietà della Chiesa. Erano con me il Patriarca Ecumenico Bartolomeo e l’Arcivescovo Ieronymos di Atene e tutta la Grecia, a significare l’unità nella carità di tutti i discepoli del Signore”.  

E ha raccontato: “Abbiamo visitato uno dei campi dei rifugiati: provenivano da Iraq, Siria, Africa, da tanti paesi. Li abbiamo salutati, erano circa 300 questi profughi, uno a uno, tutti e tre – Patriarca Ecumenico Bartolomeo e l’Arcivescovo Ieronymos e io -. Tanti erano bambini, alcuni di loro hanno assistito alla morte dei genitori e dei compagni, alcuni morti in mare. Ho visto tanto dolore”.  

In mattinata il Pontefice aveva parlato al clero nella messa di ordinazione a San Pietro. Al Regina Caeli Francesco si è rivolto ai fedeli. «Il Maligno, il grande nemico di Dio e delle sue creature, tenta in molti modi di strapparci la vita eterna. Ma il Maligno non può nulla se non siamo noi ad aprirgli le porte della nostra anima, seguendo le sue lusinghe ingannatrici».  

È seguito un invito ad avere fiducia. «Non abbiamo più paura: la nostra vita – ha affermato commentando l’immagine evangelica del Buon Pastore – è ormai salvata dalla perdizione. Niente e nessuno potrà strapparci dalle mani di Gesù, perché niente e nessuno può vincere il suo amore». L’uomo, infatti, può essere «nella mano di Dio», la mano di Dio, che «è Gesù». E questo comunica «un senso di assoluta sicurezza e di immensa tenerezza, la nostra vita è pienamente al sicuro nelle mani di Gesù e del Padre, che sono una cosa sola, un unico amore, un’unica misericordia, rivelati una volta per sempre nel sacrificio della croce. Per salvare le pecore smarrite che siamo tutti noi, il Pastore si è fatto agnello e si è lasciato immolare per prendere su di sé e togliere il peccato del mondo. In questo modo Egli ci ha donato la vita, la vita in abbondanza». E «nessuno può dirsi seguace di Gesù, se non presta ascolto alla sua voce. E questo “ascoltare non va inteso in modo superficiale, ma coinvolgente, al punto da rendere possibile una vera conoscenza reciproca, dalla quale può venire una sequela generosa, espressa nelle parole «ed esse mi seguono, si tratta di un ascolto non solo dell’orecchio, ma del cuore».  

Quindi ha ricordato la tragedia dell’Ecuador: “Questa notte un violento terremoto ha colpito l’Ecuador, causando numerose vittime e ingenti danni. Preghiamo per quelle popolazioni; e anche per quelle del Giappone, dove pure ci sono stati alcuni terremoti in questi giorni. L’aiuto di Dio e dei fratelli dia loro forza e sostegno”.  

E «se c’è qualcuno tra voi, ragazzi o ragazze» che sente che il Signore lo chiama , «chiedo che pensi a questa chiamata». «Oggi ricorre la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Siamo invitati a pregare per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. E in questa Giornata – ha detto a proposito della messa che ha celebrato questa mattina nella basilica di San Pietro – ho ordinato stamani undici nuovi Sacerdoti. Rinnovo il mio saluto ai neo-presbiteri, ai familiari e agli amici; e invito tutti i sacerdoti e i seminaristi a partecipare al loro Giubileo, nei primi tre giorni di giugno».  

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