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Ritrovarsi una coppia nuova dopo la tempesta

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Silvia Lucchetti - Aleteia - pubblicato il 28/04/16
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9 coppie raccontano la loro esperienza personale di dolore e riconciliazione attraverso l’esperienza di Retrouvaille«Scelgo ancora te. Ritrovarsi dopo la crisi di coppia» (Edizioni San Paolo) è un libro in cui nove coppie raccontano la loro esperienza personale di dolore, rottura e lenta riappacificazione. Le storie narrate in prima persona dai coniugi protagonisti vogliono essere un aiuto e un sostegno a chi sta vivendo una crisi di coppia, perché testimoniano che è sempre possibile ricominciare, perdonarsi, scegliersi di nuovo, attraverso la speranza, la buona volontà e la fede. I coniugi raccontano l’esperienza di Retrouvaille, un programma per coppie sposate o conviventi in difficoltà, portato avanti da sposi che hanno vissuto le stesse dolorose esperienze di conflitto, separazione, divorzio e sono riusciti a ritrovarsi e riconciliarsi.

Retrouvaille nasce in Canada nel 1977, è presente in Italia dal 2001 ed è attualmente diffuso in numerosi Paesi del mondo. È un programma di orientamento cattolico, rivolto a tutte le coppie che soffrono gravi problemi di relazione e che intendono provare a ricostruire il rapporto. Si sviluppa in un weekend residenziale, animato da tre coppie e da un sacerdote, e in dodici incontri post-weekend, per provare a recuperare il dialogo, attraverso l’ascolto di chi ha vissuto quella dolorosa esperienza che la condivide per dare speranza a chi si trova nella prova.

«Questo libro nasce perché avvertiamo un dovere. Il dovere di raccontare ciò che abbiamo visto e ascoltato in questi anni: ogni storia d’amore può essere recuperata. L’amore, anche quando sembra ormai finito, può risorgere e rilanciarsi e, se lo si vuole, evitare di morire. (…) Il programma di Retrouvaille non è gestito da esper­ti e non intende elargire “ricette” o “soluzioni prefab­bricate”. Le coppie animatrici, nel condividere le loro vite con i momenti di grave crisi e il superamento di questi, danno speranza alle coppie partecipanti. (…) Certo, non è una bacchetta magica. Non sarebbe serio! Ma è una proposta, è una mano tesa a chi non vuole arrendersi, a chi non vuole cedere di fronte al­le difficoltà. Vogliamo essere testimoni che il conflitto non ne­cessariamente porta alla separazione. Anzi, proprio la crisi può essere una risorsa per nuovi passi in avanti di bellezza e di fortezza» scrivono nell’introduzione Giulia e Simone Fatai e don Maurizio Del Bue responsabili di Retrouvaille Italia.

Le storie raccolte nel libro “dicono che in Dio tutto è possi­bile” e sono «(…) storie di risurrezione, di rinascita, storie di chi non ha voluto arrendersi e ha continuato a sce­gliersi. Storie nuove, non quelle di prima con qualche toppa messa sopra. Sono “vino nuovo in otri nuovi”». L’ingrediente fondamentale per ritrovarsi? L’umiltà: «Umiltà perché non possiamo farcela da soli. Umil­tà nel chiedere aiuto. Umiltà nel dire che le mie forze, in questo momento, non sono sufficienti per uscire da un vortice che rischia di far vedere “solo” la separazio­ne come unica via possibile».

In una società in cui “la notizia che una coppia si separa non desta più sorpresa e preoccupazione. Anzi, è diventato un fenomeno pra­ticamente “normale”, all’ordine del giorno”, leggere le esperienze di coniugi che sono riusciti a ritrovarsi è straordinario e incoraggiante.

«Le pagine che seguono costituiscono pezzi di vita che noi vogliamo mettere a vostra disposizione. Non c’è nulla di inventato. Sono la nostra esperienza di vi­ta. Vita di persone che hanno fatto concretamente esperienza di dolore e di risurrezione. Che si sono scelte un’altra volta. Che si sono fidate l’una dell’altra riattivando l’ascolto reciproco e la comprensione. So­no storie piene di sofferenza che, nella realtà, hanno attraversato il dolore per poi sfociare in una rinascita».

I primi che nel libro testimoniano che è possibile sopravvivere alla tempesta e superare la crisi sono Anna e Giulio. Si conoscono alla fermata dell’autobus negli anni delle superiori, si innamorano e dopo le nozze decidono di partire missionari per il Senegal. Lì tutto cambia, cominciano i primi veri problemi e al rientro in Italia le incomprensioni aumentano. Sembrano svanire gli ideali cristiani sui quali la coppia aveva costruito il fidanzamento, Giulio diventa sempre più geloso e aggressivo, arriva addirittura ad alzare le mani contro di lei. Così finiscono per diventare due estranei, conducono vite separate e restano uniti soltanto per amore dei due figli. Anna si rifugia nelle discipline new age e comincia una storia con un altro uomo. Tutto sembra finito, la separazione appare l’unica strada possibile. E poi?

Anna. «Un’amica m’invitò a un incontro di preghiera, anche se da alcuni anni avevo smesso di an­dare in Chiesa: ero arrabbiata anche col Signore perché mi aveva abbandonata. Quella sera, però, il Signore mi stava aspettando. Ero sola e disperata e in quel mo­mento ho cercato e gridato a Dio con tutto il cuore. Credo che Dio abbia visto il mio desiderio e il nostro dolore e abbia risposto. La mia relazione con l’altra persona è terminata. Decisi di tornare a casa e di ten­tare di ricominciare una nuova vita insieme. (…) Eravamo due persone molto ferite. (…) Avevo cercato di fuggire dal dolore, forse ave­vo voluto anche vendicarmi, ma adesso era necessario perdonare Giulio, chiedergli perdono e accettare i suoi tempi, quando anche lui fosse stato in grado di perdo­narmi. Se Dio mi aveva perdonata, chi ero, allora, io per non perdonare? Per fermare il perdono?»

Anna. «Il cammino di Retrouvaille mi ha aiutato in questo: ho sperimentato la fedeltà di Dio e ho trovato la forza e la determinazione per decidere di amare e per seguire la via della riconciliazione. Mi sono accorta che la rab­bia e l’amarezza che avevo provato verso Giulio scom­parivano ed ero in grado di perdonarlo e di sentire di nuovo l’amore per lui. È stato un lento riaprirmi alla fiducia prima verso Dio e poi verso Giulio. Pur partendo dalle rovine abbiamo creduto di po­ter sperimentare un amore nuovo, come non avevamo mai vissuto prima. Ci siamo ridati appuntamento alla fermata dell’autobus».

Giulio. «La partecipazione al weekend di Retrouvaille ci è stata di grande aiuto: se molte coppie hanno difficoltà simili, allora è la vita stessa che ci porta a confrontarci con situazioni difficili da superare. Era faticoso perdonare me stesso: ho impiegato del tempo e molta preghiera per superare il senso di colpa che ritornava quando c’era una difficoltà tra di noi. Ho superato questo periodo con un atto di fede e di vo­lontà: so che il Signore mi ha perdonato, ora vado avan­ti. Il perdono verso Anna è stato altrettanto faticoso. Ognuno di noi ammetteva di aver sbagliato ma af­fermava che tutto era accaduto per legittima difesa dai torti subiti. Questo ci ha portati a sentirci reciproca­mente sia colpevoli sia vittime. Ora sono felice di aver perseverato, resistendo alle tentazioni di fermarmi. Non siamo in ritardo: sull’au­tobus dell’amore… c’è sempre posto».

Le esperienze delle nove coppie del libro insegnano che «non c’è niente e nessuno che possa uccidere la relazione d’amo­re. Se non gli amanti stessi! Sono gli amanti che hanno la forza di poter guarire qualsiasi tipo di ferita. (…) da qualsiasi storia, feri­ta o lacerata che sia, è possibile risorgere e ritrovarsi». Sono state condivise per «(…) dimostrare, con la testimonianza della nostra vita, che si può cambiare. Che le tenebre possono essere sconfitte dalla luce. Che la misericordia, il perdono e la scelta d’amore possono diventare uno stile di vita e generare un’autentica cul­tura della vita. Misericordia, perdono e scelta d’amo­re, inoltre, sono alberi di una foresta che cresce, adagio, senza rumore. Ma che cresce rigogliosa. Anche se in Italia la legislazione attuale permette di separarsi in brevissimo tempo, questo non toglie il dolore di un fallimento. E non lo toglie nemmeno ai nostri figli. C’è bisogno di qualcosa e di qualcuno che entri nella nostra relazione e metta ordine. Metta spe­ranza. Metta guarigione». Questi coniugi hanno sperimentato che Dio fa nuove tutte le cose.

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