A scanso di equivoci chiariamo che sto parlando di biologia, non di teologia. La biologia è la scienza della vita e la vita si riproduce. Questa è la sua potenza. Il Dio ci credete? No? Allora in Darwin almeno? Perché la teoria di Darwin afferma che ogni vivente vuole vivere e vuole riprodursi e che in questa corsa non tutti vincono, solo i più adattabili, ma tutti corrono.
Possiamo assumere che un essere vivente che, avendo la possibilità di riprodursi ci rinunci spontaneamente stia rinunciando alle sue finalità biologiche? La religione in tutto questo cosa c’entra? Questa è banale biologia, scienza della vita. L’antropologia ci dice che se una popolazione scende al di sotto di 2,3 figli per madre si estingue. Noi siamo a 1,3. Ci stiamo estinguendo. Spontaneamente. A meno che non invertiamo lo schema. La statistica medica ci dice che le donne che hanno il primo figlio prima dei 20 anni riducono drasticamente il rischio di soffrire di endometriosi e di ammalarsi di cancro della mammella e dell’utero. Sembra che madre natura ci abbia creato perché ci riproduciamo e che se non ci riproduciamo gli organi preposti alla riproduzione si ammalino.
La neurologia ci dice che nelle parti più ancestrali e potenti del cervello c’è l’istinto della vita e quello della riproduzione.
Questo vuol dire che chi decide di non avere figli deve sapere che sta facendo una scelta forte e deve avere motivi forti. Per esempio le suore sacrificano la loro maternità. Sottolineo la parola sacrificano. Non si inventano che la maternità è irrilevante, un quieto optional, che lo spirito è quello che conta e l’istinto è spazzatura. Insieme a quello della riproduzione c’è l’istinto di sopravvivenza, motivo per cui il suicidio è sempre un atto contro se stessi su cui un pezzo del cervello è in clamoroso disaccordo. Questo vuol dire che quando qualcuno sacrifica la sua vita, i pompieri morti per tirare la gente fuori dagli incendi, i medici e gli infermieri morti di infezioni contratte da coloro che stavano curando deve farlo per qualcosa di grosso, di alto. Si può sacrificare la propria vita per salvare un altro, come forma di amore per la vita, non la si butta via guidando di notte a fari spenti tanto per vedere.
Diceva la buonanima di Chesterton, verrà il giorno in cui dovremo combattere con la spada in pugno per dimostrare che l’erba è verde. Bene, il momento è venuto. Passo tra accuse di integralismo cattolico e accuse di ideologizzazione della psicologia perché affermo la banale verità biologica che gli esseri viventi vogliono riprodursi. In particolare quelli femmina. L’istinto materno è l’emozione più antica e ancestrale che esista. E a proposito di psicologia, quella vera, io sono un medico e non uno psicologo, e come medico seguo i morenti. E le morenti. Ed è alle donne che ora mi rivolgo.
Vi do due informazioni: prima o poi tutte morirete. Se siete in qualche maniera convinte del contrario, fidatevi è una fesseria.
Il giorno in cui morirete se avete avuto o no la cellulite e quale era il vostro peso forma sarà stato irrilevante. I figli che avrete messo al mondo e quelli che non avrete messo al mondo saranno la cosa importante. Mettere al mondo un figlio è accoglienza. Il cervello femminile è basato sull’accoglienza, programmato all’accoglienza, perché madre natura non gioca a biliardo come ci ricorda la buonanima del dottor Einstein, e se così non fosse l’umanità si sarebbe estinta. A madre natura non frega niente che noi siamo aggressive e militari e diventiamo soldato Jane. Madre natura vuole i nostri bambini e siccome madre natura è una strega, rognosa e megera ha piantato nella nostra testa la voglia di farli.
Se un’ossessionante campagna negativa ci spinge a non farli, madre natura la megera tira fuori il rimpianto. Se non avete accolto un figlio nella vostra vita accogliete qualcun altro. Accogliete i vostri studenti se siete insegnanti, accogliete i vostri pazienti se siete medici o infermiere, accogliete i vostri lettori se siete scrittrici accogliete i vostri vicini di casa se avete il dono della gentilezza, accogliete un bambino adottato a distanza o meglio ancora in vicinanza ( date una mano a una mamma con pochi mezzi, datele aiuti, tempo, una mano nelle commissioni, diventate la zia), ma il ciclopico programma di accoglienza che c’è dentro di voi usatelo.
Perché quello che non è usato si secca, come il fico che non ha dato fichi.
Ed ora passiamo a una delle maggiori cause di non maternità: l’anoressia. La paura patologica di ingrassare, l’incapacità a vedere il proprio corpo riempito e ingrossato, ma anche i lunghi mesi sempre che non siano stati anni senza mestruazioni: dove è stata bloccata la funzione riproduttiva no sempre riparte. Dove non c’è grasso corporeo non c’è metabolismo degli estroprogestinici, quindi amenorrea, osteoporosi, cardiopatia. Che meraviglia.
La psicologia ci informa che è colpa delle madri.