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Come l’Alzheimer di mia moglie ha messo alla prova la mia virtù

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Larry Peterson - pubblicato il 26/04/16
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Questa terribile malattia comporta un attacco incessante non solo alla pazienza, ma anche alla gentilezza, alla bontà, alla fede e alla gioiaGiorni fa mia moglie mi ha detto che aveva bisogno di comprare qualche vestito nuovo per il lavoro. Poi mi ha ricordato che dovevamo comprare i filtri per il caffè e le mele. Prima di cena mi ha chiesto se avevamo già pranzato e ha voluto sapere cosa avessimo mangiato. Il tutto è finito con: “Stai qui stasera o vai nell”altro posto’?”

Questi momenti scollegati e spontanei sono passati dall’essere sporadici a quotidiani e poi a frequenti. Marty non lavora da più di sette anni. Non guida da tre. Abbiamo un’abbondante riserva di filtri per il caffè e un cesto di mele. Non si ricorda mai cosa abbiamo mangiato a pranzo o perfino se abbiamo pranzato. Oltre a questo, a volte dimentica dove sia la nostra camera da letto, dove sono gli asciugamani e deve chiedere dove vanno le forchette e i cucchiai. Non abbiamo un “altro posto” e viviamo insieme nella stessa casa da quasi 10 anni.

La sua mente, o meglio tutto il suo essere, è stato invaso da un intruso, e il suo nome è Alzheimer (le è stato diagnosticato vari anni fa). Questo invasore estraneo sta svolgendo il suo compito implacabile e inflessibile di divorare la persona che è all’interno della mente di mia moglie e si sta al contempo dimostrando il nemico più impegnativo e aggressivo che io abbia mai dovuto affrontare.

Uno dei 12 frutti dello Spirito Santo è la pazienza. Per me questa virtù è sempre stata un punto forte. Parlando di me si usava anche il vecchio cliché “Ha la pazienza di un santo”.

Lasciatemi dire una cosa: so di non aver mai avuto alcun tipo di aureola, ma se anche ho mai fatto trasparire uno strano “bagliore” si è spento a poco a poco.

Satana mi ha messo alle strette, e lo ha fatto con l’insistenza insidiosa che accompagna il morbo di Alzheimer. Il giorno che ho descritto sono sbottato con una vittima innocente di una malattia che l’ha invasa e ha stravolto la sua personalità. La mia pazienza è sfumata lasciando spazio alla rabbia. Ho fallito come persona incaricata di prendersi cura di qualcuno.

Mi sono immediatamente vergognato di me stesso, sono andato in bagno, ho chiuso la porta e ho iniziato ad asciugare le lacrime che mi inondavano il viso.

Sono uscito dal bagno, sono tornato al computer e ho aperto l’e-mail.
Come è accaduto tante volte nel mio percorso spirituale, ho ricevuto un messaggio da Dio sotto forma di un bollettino elettronico dell’Associazione Alzheimer. C’era una “checklist per chi offre assistenza”.

Ho scorso rapidamente gli otto punti elencati. Il numero sette sembrava fatto apposta per me. Diceva: “Sei frustrato e arrabbiato quando la persona affetta da demenza ripete continuamente le cose e sembra non ascoltare?” Ho pensato immediatamente SÌ! SÌ! MI CAPITA! Poi ho fatto un respiro profondo, ho chiesto scusa e ho ringraziato il Signore. Ho concluso la mia fase di “recupero” andando da Marty e dandole un forte abbraccio e un bacio. Le ho detto che mi dispiaceva. Non sapeva per cosa mi dispiacesse, ma ha sorriso comunque.

Assistendo mia moglie malata ho imparato una cosa estremamente importante di cui non si parla molto. Ciascuno di noi ha bisogno di preghiere, molte preghiere. Al di là dell’attacco continuo alla pazienza di una persona, ci sono altre virtù che sono sotto assedio. La gentilezza può essere erosa continuamente. Si può sorvolare sulla bontà. La fede può essere messa alla prova. La gioia può svanire.

La vita in un mondo dominato dall’Alzheimer è un’esistenza contorta. Spesso niente ha senso. Spesso è come se qualcuno ti picchiettasse continuamente il braccio. Vorresti gridare “Smettila!”, ma non lo fai… almeno la maggior parte delle volte.

Vado una volta al mese agli incontri per le persone che si prendono cura dei malati. Nella maggior parte dei casi (non sempre) sono persone di fede (cattoliche, cristiane, ebree, protestanti…) Invariabilmente, si aggrappano alla loro fede mentre navigano nelle strane e imprevedibili acque dell’Alzheimer. Credere in Dio e avere fiducia in Lui è uno scudo potente, una barriera contro l’insidia di questa malattia cattiva e progressiva.

Per quanto mi riguarda, posso aver perso una battaglia o due ma ho grandi alleati: Dio, la mia fede cattolica, le preghiera, la famiglia e gli amici. Questi alleati mi rafforzano. Sono le sentinelle della mia pazienza. E la preghiera è la mia armatura.

Vi prego di ricordare nelle vostre preghiere i milioni di vittime dell’Alzheimer. E se ne avete la possibilità, includete anche noi che ce ne prendiamo cura. Abbiamo bisogno di tutto l’aiuto che possiamo ricevere.

Larry Peterson è un autore, scrittore e blogger cristiano autore di centinaia di articoli su vari argomenti. Tra i suoi libri figurano il romanzo The Priest and the Peaches e il libro per bambini Slippery Willie’s Stupid, Ugly Shoes. Il suo ultimo libro è The Demons of Abadon. Ha tre figli e sei nipoti, e vivono tutti a pochi chilometri di distanza in Florida (Stati Uniti).

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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