Curare le ferite della vita a due senza ricette, ma puntando sulla speranza, l’impegno e la Grazia di Dio“Maschil&Femminile. Domande e risposte per la coppia di oggi” (Editore Sempre) è il nuovo libro del giornalista e consulente familiare Marco Scarmagnani. Come scrive nella prefazione Costanza Miriano le storie del libro sono vicine realmente o potenzialmente ad ognuno di noi: chi più chi meno può ritrovarsi negli episodi raccontati, nelle fatiche, nelle paure e nei dolori descritti o solo accennati dai protagonisti.
«Ce l’ho, ce l’ho, ce l’ho, mi manca, ce l’ho. Leggendo le storie raccolte in questo prezioso libro sono giunta alla conclusione che praticamente quasi tutti i problemi di relazione qui accennati o ce li potremmo avere anche io e mio marito, o ce li abbiamo, magari appena accennati, o ce li abbiamo avuti, oppure ci è mancato poco, e solo la Grazia ci ha protetti. Perché la buona notizia è proprio questa: non esiste il matrimonio perfetto, e neanche chi come me e (posso azzardare, Marco?) l’autore magari danno consigli agli altri, è esente dal fare la stessa fatica di tutti, chi più chi meno. La buona notizia è che il matrimonio vale comunque sempre la pena. Il matrimonio, proprio quello, con quella esatta persona, è precisamente la strada che ci è stata data per attraversare questo mondo».
Il libro è composto da una selezione dei quesiti posti alla Redazione del mensile Sempre nella rubrica Stato di famiglia curata da Marco Scarmagnani. Le domande dei lettori sono tantissime e i temi spaziano dalle aspettative della vita di coppia, ai momenti di litigio, dalla mancanza di fiducia da parte di uno dei due partner, all’eccessiva gelosia, dal dolore di un tradimento, alla noia della routine, dall’eccessiva ingerenza di genitori e suoceri, all’affievolirsi o allo spegnersi della passione amorosa.
IL TARLO DELLA GELOSIA
(…)Sono gelosa. Lo so che sembro un po’ sciocca, dopo 10 anni di un matrimonio(…). Ho un bravo marito, che mi aiuta in casa e con i bambini.(…). Ma quando usciamo è un disastro. Non sopporto che guardi, che parli, che possa pensare ad altre donne. Non sopporto che le mie amiche gli rivolgano la parola, che lo possano apprezzare. Mi sembra di dover stare sempre all’erta.
«La gelosia, entro certi limiti, è un sentimento normale. (…)Quando invece occupa tutti i pensieri, diventa diffusa, ossessiva, sempre presente come fantasma che aleggia nel rapporto, diventa una gabbia che soffoca. (…)Per un uomo la mancanza di fiducia è molto dolorosa. Il lavoro sulla tua gelosia va fatto insieme, se persiste con l’aiuto di una persona che vi sappia ascoltare e orientare. Prendetevi dei momenti insieme, come coppia senza figli, per vivere l’aspetto amicale del vostro rapporto. L’amicizia sincera vissuta anche tra coniugi ben coniuga l’aspetto della fedeltà con quello della libertà. Pensate ad un progetto di ampio respiro, che coinvolga voi due, la vostra famiglia, l’impegno sociale e il rapporto con Dio. Pregate insieme e ascoltatevi tanto, non solo con le orecchie ma con tutto il corpo».
SESSO PREMATRIMONIALE
Carissimo Marco, ho 34 anni, sono fidanzata con un ragazzo con il quale abbiamo in mente di sposarci. Seguo un cammino di formazione cristiana e mi confronto con altre coppie di fidanzati. Il fatto dei rapporti prematrimoniali, che la Chiesa non li permetta, che don Oreste fosse così categorico, proprio non mi va giù. (…) Alcune mie amiche lo fanno senza darsi troppi problemi. Non mi paiono così disperate. Che ci sarà poi di così male?
(…)Hai un’età per cui non ti serve certo un altro che ti dica quello che devi fare. Cercherò solo di darti qualche spunto sul quale riflettere. E allora, banalmente, che cos’è per te un “rapporto”?È l’espressione inequivocabile che c’è amore? (…)E per il tuo ragazzo? Il lasciarsi andare all’appagamento un desiderio appassionato? (…) Fare l’amore: un percorso di crescita e di affidamento reciproco, tanto più significativo quanto più la relazione è sancita e stabilizzata, pur nella limitatezza della nostra condizione umana. «Perché non cominciare a fare sesso allora?», ti chiederai. «Perché non aspettare?», ti rispondo io, (…). Ricordati che il desiderio illumina l’orizzonte.
HELP: SUOCERA NELLE VICINANZE!
(…)Sono stata abbandonata da mio padre quando avevo tre anni, mia madre ha il morbo di Parkinson da parecchi anni, ed io passo con lei il poco tempo che mi resta dallo star dietro a mio marito e a mio figlio. Sono a pezzi. Ma il motivo per cui le scrivo potrebbe essere una stupidaggine rispetto a tutte queste cose. Mio marito si mette sempre le mutande che gli compra sua madre. (…)Sarà pure una cosa innocente ma mi irrita da morire e spesso siamo stati ai ferri corti.
«(…)Il fatto è comunque che imbestialirsi col marito e la suocera non ti porterà troppo lontano. Allora, percorso più faticoso, prova a vedere qual è il contributo che stai dando affinché questa situazione continui. Perché, Lucia, il tuo “star dietro a mio marito e a mio figlio” lascia intendere che anche tu stai considerando questo marito un po’ al pari di tuo figlio. Perché? (…)Tuo marito è meglio di tuo padre (…) Coinvolgilo nelle tue scelte, chiedigli di fare il padre, partecipagli il tuo faticosissimo impegno con tua madre. Soprattutto impara ad accettare, ad accogliere, che lui non farà sempre come ti saresti aspettata (…) All’inizio dirai «ma allora era meglio se mi arrangiavo». Ma se persevererai con fiducia, speranza, tenacia, pian piano la vostra lontananza diventerà intimità di cuore, riuscirete ad affidarvi l’uno all’altra. A quel punto, Lucia, vedrai che le mutande non saranno più un vostro problema. Auguri».
TRADIMENTO!
Dottor Scarmagnani, ho dei problemi di coppia molto gravi, e non riesco proprio a farmene una ragione.(…) Due settimane fa mia moglie mi ha confessato di avere da più di un anno una relazione con un altro uomo.(…) Sono confuso e triste. (…)Che cosa farò adesso? La lascerò? La perdonerò? E lei? Perché lo ha fatto? Perché poi ha confessato? Sarà davvero finita come dice o posso sempre aspettarmi che mi freghi un’altra volta? (…) Sono credente ma non mi va di fare il cornuto.
«(…)la crisi che sta attraversando non si risolverà da sola, né in poco tempo, e penso che da soli non ce la possiate fare. Lei è intelligente, e quindi avrà già guardato indietro per rovistare tra le pieghe della vostra vita coniugale che cosa c’era che non andava; avrà già scoperto le zone d’ombra (…) perché eravate forse entrambi troppo occupati a “tirare avanti la baracca” per potervi permettere di pensare a voi due. E alla fine vi siete persi. Che sua moglie abbia la piena responsabilità delle sue azioni è fuori da ogni dubbio, ma in questo momento lei deve onestamente pensare che avete contribuito entrambi per arrivare a questo punto.(…) Si interroghi con la sua sposa (…) Trovate uno psicologo o un consulente che vi possano aiutare ad attraversare questo momento difficile, e un sacerdote che vi accompagni spiritualmente. Se vorrete, ce la farete».
Grandi e piccoli problemi a cui l’autore risponde senza mai giudicare, né scandalizzarsi, incoraggiando l’interlocutore per cui fa sempre il tifo. Perché «Per fare un matrimonio bisogna essere in due, per disfarlo basta uno» e ci vuole poco per scoraggiare una coppia in difficoltà, per insinuare e “mettere veleno” quando si parla di famiglia e vita a due, generalizzando, “sfottendo”, anche superficialmente durante la pausa caffè in ufficio o in fila alla cassa del supermercato. Mentre tutti, sposati, fidanzati e single abbiamo bisogno di speranza e bellezza.
«(…)nel matrimonio l’unione fa la forca; nozze, voce imperfetta del verbo nuocere; (…)il più bel dono del matrimonio è la vedovanza; eccetera… E geniali teorizzazioni: se non si va d’accordo meglio separarsi per il bene dei figli(…) Cupidi al contrario, non ci rendiamo conto di quanto velenose siano queste frecce, anche se son pronunciate al bar, o se le sentiamo dall’esperto di turno. Perché – diciamoci la verità – come sposi, come fidanzati, anche come single in attesa, abbiamo bisogno di nutrimento, non di veleno. Di annusare fiducia, non diffidenza. E allora come è possibile banalizzare a tal punto la relazione tra un uomo e una donna? Come è possibile che siamo passati dalla sacralità delle nozze alla loro totale dissacrazione? E non si parla solo nel senso religioso del termine. Anche un non credente può rendersi conto della dimensione ineffabilmente spirituale di ogni coppia. L’unione tra un uomo ed una donna rimane una vocazione per chi crede; un destino, un karma per chi non crede o chi appartiene ad altri sistemi di pensiero».
ACQUISTA QUI IL VOLUME