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Indagine sui preti cattolici: più altruisti, onesti e affidabili rispetto alla popolazione

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Unione Cristiani Cattolici Razionali - pubblicato il 05/04/16
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Sui quotidiani si parla di sacerdoti soltanto in chiave negativa, «”ho letto su un giornale che un vescovo ha fatto tal cosa o che un prete ha fatto tal cosa!”», ha detto Papa Francesco simulando un ipotetico dialogo con un interlocutore. «”Sì, anche io l’ho letto, ma, dimmi, sui giornali vengono le notizie di quello che fanno tanti sacerdoti, tanti preti in tante parrocchie di città e di campagna, tanta carità che fanno, tanto lavoro che fanno per portare avanti il loro popolo?”. Ah, no! Questa non è notizia. Fa più rumore un albero che cade, che una foresta che cresce. Ci farà bene pensare ai nostri vescovi e ai nostri preti coraggiosi, santi, buoni, fedeli e pregare per loro».

Non si può certo dare torto al Papa, i media sono abili ad indicare la mela marcia dimenticandosi dell’intero cesto. O della foresta che cresce, per usare la similitudine di Francesco. Per questo ci teniamo a rendere nota una recente e inedita indagine dell’Istituto di bioimmagini e fisiologia molecolare del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibfm-Cnr), coordinata dal dott. Antonio Cerasa, neuroscienziato e docente di Psicologia delle comunicazioni presso l’Università degli Studi “Magna Graecia”. E’ stata pubblicata sulla rivista“Personality and Individual Differences”.

L’obiettivo è stato quello di valutare se anche nei sacerdoti cattolici si rispecchiano i positivi risultati rilevati dagli studi più recenti sulle persone di fede, ovvero il benefico ruolo della religiosità sul benessere psicofisico (come dimostra anche un nostro apposito dossier). Sono stati quindi presi in esame 200 sacerdoti ordinati nella Chiesa Cattolica (in particolare 70% diocesani e 27% francescani, in attività nel centro-sud Italia), confrontandoli con oltre 301 credenti praticanti e con 212 persone non credenti o agnostiche e, impiegando il “Neo Personality Inventory” -uno dei test più accreditati per la valutazione della personalità-, sono stati studiati i loro profili psicologici attraverso cinque grandi fattori: stabilità emotiva, estroversione, amicalità, apertura mentale e coscienziosità. Dopo essersi accertati del’l’affidabilità statistica hanno valutato i risultati raggiunti.

E’ stato possibile rilevare che a livello di stabilità emotiva, non vi sono grandi differenze tra sacerdoti, fedeli cattolici e non credenti. Degno di nota il fatto che i sacerdoti hanno dimostrato minor propensione alla collera e all’impulsività rispetto ai credenti e ai non credenti (questi ultimi dimostrano i livelli più alti). Differenze più consistenti si sono invece riscontrate nel campo dell’estroversione, i preti cattolici hanno rivelato punteggi notevolmente maggiori per quanto riguarda la calorosità e la socievolezza, rispetto ai non credenti. Al contrario, nell’ambito dell’apertura mentale (intesta come capacità di fantasia, estetica e di ideazione), i non credenti hanno mostrato punteggi superiori rispetto ai credenti e ai ministri del culto (sopratutto per quanto riguarda la fantasia). Nel campo dell’amicalità, preti e credenti hanno mostrato valori simili e superiori ai non credenti, in particolare i sacerdoti sono risultati essere il campione di persone più affidabile, leale/onesto, arrendevole e modesto. Dal punto di vista della coscienziosità, anche in questo caso nei sacerdoti e nei credenti sono stati riscontrati punteggi superiori ai non credenti.

La tabella qui sotto (da noi tradotta in italiano) offre la situazione complessiva.

 

psicologiapreti

«In questo studio», hanno concluso i ricercatori, «l’analisi ha dimostrato che i sacerdoti cattolici sono caratterizzati da tratti specifici di personalità che li distinguono dagli altri individui, con o senza uno stile di vita e un credo religioso: bassi livelli di nevrosi e un alto livello di amabilità/empatia. In secondo luogo, i sacerdoti e fedeli religiosi condividono simili tratti di personalità, come ad esempio valori più bassi di ricerca dell’eccitazione e minore apertura mentale rispetto agli individui non religiosi», quest’ultima intesa come capacità di fantasia, estetica, di considerare nuove idee e mettere in discussione i propri valori.

 

QUI L’ARTICOLO ORIGINALE

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