Ecco la bufala di Pasqua 2016: il Messia sarebbe solo svenuto e salvato dai discepoli nel sepolcro. L’anno scorso il web si scateno’ per il Papa “vegano”In principio fu Papa Francesco vegano che vietava di mangiare la carne di agnello nel giorno di Pasqua. La bufala più clamorosa del 2015 si diffuse rapidamente sui social con tanto di esultanza di associazioni e animalisti, al grido di “Papa Veg, era ora!” (www.bufale.net, aprile 2015).
Tutto nasceva da un articolo pubblicato da Pop of Globalist dal titolo, “il Papa: a Pasqua non mangiate agnelli e capretti” parlando di una richiesta del Pontefice di sostituire i cibi di carne con menu alternativi vegani. Il riferimento era un invito di Papa Francesco – ma come lui anche Papa Benedetto XVI aveva parlato nei medesimi termini – di costante rispetto del creato, ma non ha mai detto di non mangiare carne di agnello o altro. L’invito del Papa si riporta alla profondità della vita umana.
Anche Pasqua 2016 ci “consegna” una nuova bufala, piuttosto clamorosa, come riportano IlSussidiario.net e Dagospia (24 marzo).
LA VERSIONE DI MIRZA
La “notizia” riguarda la morte e Resurrezione di Gesù Cristo. Mirza Ghulam Ahmad, fondatore della setta islamica indiana Ahmadiyya, racconta in maniera diversa il mistero che è alla base del Cristianesimo. Il fondatore della setta – noto per il suo motto inglese “Love for All, hatred for None“, ossia “Amore per tutti, odio per nessuno“, sostiene infatti che Gesù non sia morto sulla croce.
YUS ASAF
Alla fine dell’Ottocento, Ahmad riconobbe il nome di Gesù (che normalmente è Yassou nella resa arabo cristiana, mentre ‘Isa è la dizione musulmana usata nel Corano) nell’appellativo Yus Asaf inscritto in una cripta della citta’ indiana di Srinagar, su una tomba di origine buddista o induista.
Questa tomba nel XIV secolo, con l’invasione islamica della zona, era stata riorientata verso la Mecca e fu cantata dal poeta sufi Muhammad Azam Didamari.
LA FUGA IN INDIA
Secondo questa versione, Gesú non morì sulla croce ma si limitò a svenire. Quand’era già nel sepolcro si riprese, fu curato dai discepoli e fuggì, sulle orme di Alessandro Magno, in India. Qui, dopo una lunga vita di predicazione, si ritirò sulle montagne del Kashmir e morì centenario nel distretto dei laghi ancora oggi famosi per le loro case galleggianti, dove sarebbe tuttora sepolto, proprio li’, in quella tomba del XIV secolo.