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“La ragazza danese”, un film-trappola per il suo sentimentalismo

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Religión en Libertad - pubblicato il 22/03/16
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“Io lo so. Sono stata una donna transgender”“La ragazza danese” è un film britannico del 2015 diretto da Tom Hooper basato su una storia vera. Racconta la storia di Einar Wegener (1882-1931), artista danese che decise di sostituire la modella femminile che sua moglie Gerda doveva ritrarre. Einar finì per sottoporsi a interventi di cambiamento di sesso, modificando il suo nome in Lili Elbe.

Walt Heyer, autore dell’articolo che riportiamo di seguito, tradotto dal The Public Discourse, è uno scrittore e conferenziere che, spinto dalla propria storia personale come transessuale, cerca di aiutare altre persone a pentirsi del proprio cambiamento di sesso.

A volte mi sento come se fossi schiacciato tra il pubblico di una conferenza promozionale di un complesso turistico di multiproprietà. Quando finiranno le prevedibili frasi superficiali?

La ragazza danese è pieno di sentimentalismo sciocco e melenso, progettato per convincere gli eterosessuali “omofobi” e “transfobici” che il doloroso percorso che compie una persona transgender è davvero una ricerca sana e coraggiosa per abbracciare il suo vero io. Il film è pieno di temi di discussione LGBT molto familiari. In un momento chiave, il personaggio principale esclama: “Finalmente sono quello che sono davvero!”

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La ragazza danese, basato sul romanzo omonimo di David Ebershoff e diretto da Tom Hooper, narra la storia di Lili Elbe, una delle prime persone ad aver subito un intervento per la riassegnazione del sesso. L’attore principale è Eddie Redmayne nel ruolo di Einar Wegener/Lili Elbe, la donna transgender emergente. Alicia Vikander è la coprotagonista nel ruolo di Gerda, la sua sposa devota, che prova un amore profondo per suo marito, al quale rimane fedele negli anni della sua spirale discendente.

Anche se le interpretazioni sono buone, alla fine il film è poco più di uno strumento di vendita dell’ideologia LGBT. È certo che le persone transgender soffrano, ma il film fallisce non dicendo che troppo spesso i pazienti transgender continuano a soffrire anche dopo l’intervento, perché i loro problemi psicologici non sono stati affrontati. Lo so per esperienza personale, perché in passato sono stato una donna transgender e mi pento dell’intervento di riassegnazione del sesso.

La trama del film

{Attenzione! Tutti i riferimenti di questo articolo alla trama de La ragazza danese figurano nel trailer del film, tranne due paragrafi che segnaleremo opportunamente e che vi suggeriamo di saltare se volete vedere la pellicola}

Il film è ambientato in Danimarca negli anni Venti del Novecento. Quando appare per la prima volta il protagonista, Einar, il marito, si ha davanti un pittore di paesaggi stabile e brillante, con un certo successo nel mondo artistico. Non mostra alcun tipo di stranezza o tendenza omosessuale. Gerda, anche lei artista, è una donna attraente che ama il marito e lotta per essere riconosciuta come artista. Sembra una coppia innamorata e normale.

Le cose iniziano a complicarsi quando Gerda ha bisogno di una modella per terminare un quadro e chiede ad Einar di aiutarla posando come donna. È ovviamente la prima volta che Einar fa una cosa del genere, per cui ha bisogno dell’aiuto della moglie per mettersi le calze di nylon. Einar mette i sandali, troppo piccoli, e adotta una posa femminile per il quadro. È un aiutante reticente, ma cede ai desideri di Gerda in modo naturale. Il tutto diventa un gioco divertente, ma che finisce per andare troppo oltre.

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Gerda coglie l’entusiasmo di Einar nel posare in quei panni ed esorta la donna emergente, che scherzando chiamano Lili, ad essere bella e seducente. Gerda scopre la sua passione artistica nascosta quando la disegna, ed Einar a sua volta è estasiato dai disegni che lo rappresentano come donna. La bomba è scoppiata. Einar si innamora della sua immagine come donna. Non è transessualismo, ma feticismo sessuale, provocato dall’energia e dall’eccitazione che l’impulso di Gerda ha fatto uscire senza esserne consapevole. Einar sgattaiola per vestirsi da donna in privato ed esplorare il fascino sessuale che gli provoca il fatto di indossare quegli indumenti.

Il termine medico per il comportamento di Einar – un uomo eccitato sessualmente dall’idea di essere o di diventare donna – è autoginefilia. Einar sostituisce l’amore maritale nei confronti della moglie con quello per la propria immagine in uno specchio o in un quadro.

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Questo gioco raggiunge un nuovo livello quando, per qualche ragione, Gerda esorta il marito ad accompagnarla a un’esposizione artistica vestito da donna. Gli mette una parrucca, lo trucca e sceglie quello che deve indossare. Gli insegna a camminare e a comportarsi come una donna. La sera della festa, Gerda si gode l’eccitazione che le dà il fatto di usare il travestimento di Einar per confondere i suoi conoscenti, fino a quando lo scopre mentre bacia romanticamente un omosessuale. Lili è felice, mentre Gerda si rende finalmente conto di quello che ha scatenato.

Gerda non sa cosa fare con Lili, le cui apparizioni indesiderate e non annunciate sono sempre più frequenti. Contatta un amico d’infanzia di Einar con cui questi non aveva più rapporti, e quando dice a Einar che il suo amico vuole vederlo il marito le parla di un episodio della sua giovinezza che aveva dimenticato da tempo: il suo amico lo aveva baciato perché era “molto bello”.

Il film segue passo dopo passo la comparsa di Lili, la scomparsa totale di Einar e l’angoscia, la solitudine e la frustrazione della moglie, abbandonata e che soffre per la perdita dell’uomo che una volta era suo marito. Guardare l’angoscia di questa moglie mi ha ricordato un altro film, A Beautiful Mind, in cui una donna guarda impotente il marito mentre questi affonda sempre più nella sua malattia mentale.

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Parallellismi con la mia vita

Le esperienze della mia infanzia hanno risvegliato in me gli stessi desideri che hanno suscitato in Einar. Nel caso di quest’ultimo, l’esperienza della sua infanzia che ha influito sulla sua vita successiva è stato il bacio del suo compagno di giochi perché era “tanto bello”; nel mio caso, ho avuto una nonna che mi vestiva segretamente da bambina da quando avevo 4 anni. Mi cuciva dei vestiti e io mi dicevo quanto fossi “carina” quando li indossavo per lei.

Come Einar, ho sposato una donna e ho vissuto come un uomo. Come Einar, mi vestivo segretamente da donna e con il tempo ho iniziato a uscire vestito da donna. Anch’io mi sentivo eccitato da quell’esperienza. In seguito, il desiderio di essere donna è diventato più forte, e ho sentito che la mia unica scelta era la transizione verso “Laura” (il mio nome da donna) per “essere chi sono davvero”. Come Lili, volevo uccidere la mia identità maschile perché Laura potesse vivere. Per questo mi sono sottoposto a una trasformazione chirurgica completa.

{Attenzione! Non leggere il paragrafo seguente}

[Lili non ha avuto l’opportunità di vivere come una donna transgender per sapere se vivere come una donna soddisfaceva le sue aspettative e le offriva la via per la pace. È morta a causa di un’infezione qualche giorno dopo la sua seconda operazione di ricostruzione. Attualmente, le tecniche di chirurgia transgender non sono particolarmente pericolose]

{Potete continuare a leggere}

Dopo il mio intervento di riassegnazione di sesso, ho vissuto come una donna transgender per otto anni, trascorsi in parte a San Francisco. Come Einar, subito dopo l’intervento mi sono sentito euforico per aver compiuto la mia transizione, ma questo sentimento è durato poco.

Con il tempo ho scoperto che vivere come una donna non mi dava la pace. Con grande costernazione, continuavo a fluttuare tra l’essere Walt e l’essere Laura, anche varie volte al giorno. Quello che mi ha spinto a cambiare genere non si era risolto con l’intervento di riassegnazione del sesso o vivendo come una donna. Continuavo a cercare una risposta.

Un ritratto dettagliato, ma fino a un certo punto

Il film riferisce in modo dettagliato i profondi problemi emotivi e psicologici che sperimentano le persone transgender, dimostrando quanto sia estremamente difficile diagnosticare e curare questi casi. Riferisce anche molto bene come i disturbi di genere possano iniziare con quello che sembra un piccolo episodio dell’infanzia per poi trasformarsi nell’età adulta in disturbi gravi che con il tempo portano alla riassegnazione del genere.

Il pubblico guarda Einar che passa dal vestirsi con reticenza da donna per aiutare sua moglie con un quadro all’eccitarsi sessualmente all’idea di vestirsi da donna, finendo per rifiutare la sua identità come Einar e il suo matrimonio con Gerda. Lili desidera ardentemente la chirurgia genitale, a costo della propria vita. Subito dopo l’intervento vediamo Lili realmente felice della sua decisione.

{Attenzione! Non leggete il paragrafo seguente}

[Molte persone trasngender potrebbero dire che in base alla loro esperienza è vero; l’ho verificato anche nella mia vita. A causa della morte di Lili dopo il secondo intervento, però, il film può descrivere solo i desideri precedenti alla transizione e l’effetto immediato dell’intervento, non la realtà a lungo termine della vita dopo la transizione]

{Potete continuare a leggere}

Nel mio caso, la transizione mi prometteva una buona vita, ma dopo la scomparsa dell’euforia iniziale è rimasta solo la disperazione. Fino a quando non ho deciso di smettere di vivere come Laura e di fare tutto il possibile per tornare ad essere Walt non ho avuto pace. Essere aperto alla possibilità di tornare ad essere un uomo ha cambiato tutto.

Quando mi hanno diagnosticato adeguatamente il mio disturbo dissociativo, ho potuto iniziare il primo trattamento effettivo. Ci ho messo vari anni, ma man mano che seguivo il trattamento per il mio disturbo dissociativo il mio desiderio di essere una donna si è indebolito, fino a scomparire del tutto. Ho capito allora che l’intervento di riassegnazione del sesso non sarebbe stato necessario, ma era troppo tardi. Il mio corpo era irrimediabilmente mutilato.

Walt Heyer come Laura e nuovamente come Walt

Walt Heyer come Laura e nuovamente come Walt

 

I disturbi alimentano i disturbi

La diagnosi abituale per i pazienti che si identificano come transgender è “disforia di genere”. Secondo il DSM-5 (l’ultima edizione del Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), la disforia di genere è caratterizzata da una spiccata incongruenza tra il genere che una persona sente/esprime e il proprio sesso biologico, e deve durare almeno sei mesi. Anche se non se ne parla molto, gli studi dimostrano che la maggior parte dei pazienti transgender soffre di altri disturbi morbosi (e coesistenti).

Il film non mostra gli altri disturbi di Einar con sufficiente chiarezza. Prima vediamo la comparsa dell’autoginefilia, un disturbo sessuale mentale in cui Einar diventa l’oggetto del proprio affetto nell’identità di Lili. Dopo essersi soddisfatto e alimentato per un certo periodo con questo disturbo, c’è un’escalation che porta Einar a un’ossessione narcisistica di autosoddisfazione a scapito del rapporto con la moglie.

Vediamo il desiderio emergente di Einar di diventare la donna che Gerda ha dipinto in modo tanto meraviglioso nei suoi quadri. Il desiderio diventa ossessione. Le sue nuove emozioni, assai potenti, cambiano la visione di se stesso come uomo. Con il tempo, Lili si dissocia da Einar e le due persone coesistono in una sola. Ciò viene chiamato disturbo dissociativo. Sfrenata, Lili prende il controllo e trasforma Einar.

Lili dice che Einar è morto e dimenticato. Questa dichiarazione dimostra più un disturbo che una realtà, perché Einar è lì e parla. Ho fatto dichiarazioni simili su Walt. Ho detto che volevo che Walt morisse e gli ho organizzato un funerale, così che Laura potesse vivere senza l’ostacolo di Walt. Quella che parlava era una mente disturbata.

Chi ha realizzato La ragazza danese sta chiaramente cercando di vendere l’idea popolare per la quale dentro Einar c’era una ragazza intrappolata da sempre. Non vi lasciate ingannare dall’“argomentazione commerciale”. Osservate bene e vedrete una serie di disturbi mentali male interpretati e non diagnosticati che hanno portato Einar a diventare Lili, la donna transgender. Le persone trasngender non nascono così; evolvono a partire da esperienze che modellano le loro emozioni e i loro desideri.

Fornire assistenza psichiatrica reale

Alla fine del film, durante i titoli di coda, mi sono girato verso la signora di mezza età seduta accanto a me e le ho chiesto cosa ne pensasse. Mi ha detto: “Sembra propaganda! Vivo in un quartiere in cui ci sono persone che hanno bisogno di assistenza psichiatrica che vagano per le strade ma nessuno le aiuta”.

In qualche modo, queste parole si possono applicare anche alle persone transgender: hanno bisogno di un’assistenza psichiatrica reale, ma spesso non hanno nessuno che le aiuti. Più del 60% dei pazienti con disforia di genere soffre per l’esistenza di disturbi collaterali, tra i quali dissociazione, feticismo sessuale come l’autoginefilia e disturbi del comportamento come la depressione. In quasi tutti i casi, questi disturbi potrebbero risolversi senza intervento chirurgico se i pazienti ricevessero il trattamento adeguato, che include farmaci e psicoterapia.

Un’inchiesta del 2011 ha dimostrato che il 41% delle persone transgender ha dichiarato di aver tentato almeno una volta il suicidio. Il dolore e i suicidi sono stati citati per la prima volta nel 1979 da un medico della clinica di genere Harry Benjamin, l’endocrinologo Charles Ihlenfeld. Sei anni dopo aver somministrato terapie ormonali incrociate a 500 pazienti transgender, il dottor Ihlenfeld ha dichiarato che l’80% delle persone che volevano un intervento di riassegnazione del sesso non avrebbe dovuto riceverla. Perché? Per l’alto indice di suicidi tra la popolazione transgender post-intervento. La cosa più sorprendente è che il dottor Ihlenfeld ha dichiarato che non si è mai detto che la chirurgia trasngender fosse la soluzione per tutta la vita, ma solo un sollievo temporaneo.

Anche se le loro intenzioni sono positive, molti attivisti a favore dell’accettazione dei transgender stanno evitando in realtà che le persone transgender ricevano l’aiuto di cui hanno bisogno. Per via della mancanza di trattamento adeguato dei disturbi mentali, è molto probabile che gli alti tassi di suicidio tra le persone transgender continuino.

In una scena de La ragazza danese, un esperto diagnostica ad Einar una schizofrenia paranoica. Prima che il medico torni con un’équipe per rinchiuderlo, Einar fugge per paura dei trattamenti selvaggi che lo aspettano.

Spero che arrivi il giorno in cui la pratica attuale della promozione dell’intervento di riassegnazione del sesso a tutti coloro che esprimono insoddisfazione nei confronti del genere con cui sono nati sia considerata ugualmente selvaggia.

QUI IL LINK ALL’ARTICOLO ORIGINALE

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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