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Quel momento imbarazzante in cui le altre fedi incontreranno Cristo

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Tom Hoopes - pubblicato il 15/03/16
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La verità è che anche molti cattolici non correranno tra le braccia di GesùMia figlia ha seguito una lezione di religioni comparate e mi ha scritto un’e-mail in cui diceva: “Papà, voglio diventare unitariana”.

Stava scherzando e conosco il teologo da cui va a lezione, per cui so che imparerà la ricchezza unica della fede cattolica, ma la sua considerazione è ormai comune: da quando abbiamo iniziato a concentrarci su ciò in cui le altre religioni hanno ragione anziché su quello in cui sbagliano, la gente è passata da “Le altre religioni dicono cose vere” a “Tutte le religioni sono ugualmente vere”.

Le ho risposto così (e ho parlato con il suo docente per i dettagli):

“Quando morirai incontrerai Gesù. Forse sembrerà un agnello condotto al macello, o potrebbe assomigliare all’immagine dell’Apocalisse, quella che viene colta piuttosto bene nel Santuario Nazionale di Washington.

In ogni caso, sarà scoraggiante per molte persone – ma spero e prego che non lo sia per te e per me.

Sappiamo che Gesù è risorto dai morti. Sappiamo che era o il Signore o un pazzo o un bugiardo. Scegliamo l’ipotesi che fosse il Signore. E quindi non rimarremo sorpresi quando lo incontreremo al momento della nostra morte. Ma possiamo immaginare che molta altra gente morirà nel nostro stesso periodo: cristiani ortodossi, protestanti, ebrei, non cristiani, atei.

Come sarà per loro quell’esperienza? Questo Venerdì Santo, nella liturgia dell’adorazione della Croce, reciteremo le intercessioni per tutti loro.

Pregheremo per tutti i cristiani: il loro Battesimo in Gesù Cristo li preparerà bene a quel momento, ma dovremmo pregare che il loro rifiuto di Pietro o dei sacramenti non rappresenti un ostacolo insormontabile.

Pregheremo per il popolo ebraico: al momento della morte, i membri del popolo eletto incontreranno finalmente il loro Messia e vedranno in quell’agnello la forma finale della Pasqua che hanno celebrato tanto spesso. Dovremmo pregare perché non obiettino troppo al fatto che i gentili vengano accolti insieme a loro.

In quel momento potresti trovarti vicino a un buon musulmano. Avrà imparato alcune cose vere su Dio che lo aiuteranno: Dio è uno, e vuole la nostra sottomissione. Ma i suoi pregiudizi potrebbero impedirgli di abbracciare Gesù.

San Giovanni Paolo II ricordava che un musulmano che era con lui in una cattedrale gli disse: “Niente è paragonabile al nostro splendido monoteismo musulmano”. Il musulmano accanto a te potrebbe trasalire di fronte alla realtà della Trinità. Potrebbe lottare contro il fatto che Dio lo stia chiamando a sottomettersi non all’Invisibile e Inconoscibile, ma a uno schiavo – perché è questa la forma che ha assunto Gesù quando è diventato uomo.

Potresti trovarti anche vicino a una brava donna buddista. Potrebbe vedere nella frase di Gesù “Beati i miti” l’equilibrio per cui ha lavorato per tutta la vita. Potrebbe ammirare il suo rifiuto del mondo, della carne e del demonio.

Ma potrebbe essere anche facilmente disgustata dall’abbraccio della sofferenza da parte di Gesù. E potrebbe essere incapace di riprendersi dall’incontro stesso. Si aspettava il non-essere, non un incontro intenso con la Fonte dell’Essere. Ha trascorso tutta la vita preparandosi alla fine della personalità. Riuscirà ad abbracciare una Persona Divina?

Un anziano religioso induista potrebbe morire con te e avere lo stesso problema: la maggior parte degli induisti attende quel momento per riaffermare il proprio credo nel fatto che il mondo materiale è un’illusione, e invece incontrerà il Verbo fatto Carne. L’Incarnazione è l’antitesi della religione orientale. Come reagirà l’induista?

L’argomentazione alla base del libro di Stephen Prothero God Is Not One suggerirebbe che morire e incontrare Gesù sarà un momento imbarazzante per quasi tutte le persone con le quali ti troverai: si saranno tutte abituate a pensare a Dio in modi molto diversi.

Tutte tranne i cattolici? Beh, speriamo. È lì che entra in ballo il vero valore delle tue lezioni di religioni comparate. L’islam conosce Dio in modo incompleto, ma spesso i suoi seguaci ci mettono in imbarazzo quanto alla sottomissione alla sua volontà. Le devozioni induiste possono sembrare sfrenate e folli, ma possiamo imparare dalla sincerità e dall’intensità che emanano. La spiritualità buddista è negazione. Non basta, ma è un primo passo importante che i cristiani saltano spesso.

La verità è che anche molti cattolici non correranno tra le braccia di Gesù. La strada è stretta e la porta è piccola e pochi la troveranno. È per questo che la nostra fede cattolica ci ha rivelato in modo unico il terribile segreto della nostra salvezza – la vera ragione per cui Cristo sembra un agnello condotto al macello e un giudice che separa le pecore dalle capre.

Il segreto? Dio è amore. E alla fine riusciremo a stare alla sua presenza solo se avremo vissuto nel suo amore. Quando mi preoccupo di quel giorno, mi preoccupo per aver fatto fin troppo poco al riguardo”.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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