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Fede e religione in “The Walking Dead”

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Greg Kandra - pubblicato il 15/03/16
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Diversi i riferimenti alla fede, ma nell’ultimo episodio la serie televisiva potrebbe aver raggiunto il momento più apertamente cattolico di sempreChi tra noi è un appassionato di The Walking Dead sarà di certo rimasto stupito dalla potente immagine intorno alla quale ruotava l’intera trama dell’ultima puntata: un rosario stretto tra le dita di Carol, che pensava che la fine fosse vicina e che aveva davvero molto su cui pregare.

Non voglio discutere delle circostanze che hanno portato a questa improvvisa ventata di preghiera nella serie, ma di certo non è la prima volta (e immagino non sia l’ultima) che il cristianesimo, e in modo particolare il cattolicesimo, abbia avuto un ruolo di primo piano.

C’è la presenza del velleitario Padre Gabriel (un episcopale), dal passato oscuro, che sembrerebbe aver lasciato la maggior parte della sua congregazione alla mercé delle fauci dei morti viventi; c’è stata la piccola statua della Madonna sul cruscotto di un furgone che viaggiava spedito su un ponte di Atlanta;  e c’è stata la misteriosa immagine della prima stagione in cui decine di morti erano seduti in una chiesa, con gli occhi fissi sul crocifisso, come se in attesa dell’inizio della Messa. Nella stagione attuale c’è persino un personaggio misterioso di nome Jesus, dalla folta barba, e un gruppo di pericolosi assassini chiamati “I Salvatori” (The Saviors nell’originale).

Diversi quindi i riferimenti religiosi nella serie, ma l’episodio di domenica – con quell’immagine potente del rosario – potrebbe essere stato il momento più apertamente cattolico di sempre. In particolare, il rosario ha contributo a salvare i personaggi in pericolo (anche se l’esito è stato – come prevedibile – sanguinario e orripilante). In alcune interviste, tra cui questa al The Hollywood Reporterl’attrice Melissa McBride ha parlato proprio di quel rosario:

Alla fine di questo episodio, Carol stringe così forte il rosario che la sua mano finisce col sanguinare. C’è forse una parte di lei che sta abbracciando la fede per far fronte a ciò con cui ha avuto a che fare in questo mondo?

Questo è ciò che amo di quell’episodio. Vengono sollevate molte domande e bisogna capire dove finisce la vera Carol e dove inizia la finzione. A un certo punto Paula chiede, “Credi davvero a questa assurdità?” e Carol la guarda, con le lacrime agli occhi, e risponde: “È stata la fede a farmi superare la morte di mia figlia [Sophia]”. Penso che quelle siano state lacrime di rimpianto, perché è stato in quel momento che ha perso la fede. Quindi potrebbe esserci qualcosa, in questo senso. C’è del simbolismo così bello nella comparsa di quel rosario, a partire dal quando e dal come sia comparso, da aiutarla in più di un modo a fuggire. C’è una parte di lei che si sta pentendo? Era forse un Ave Maria? Adesso è l’ora della sua morte? Questa scena pone più domande che risposte. Ma c’è ancora molto che deve essere raccontato.

Anche se non credo che se ne sia parlato nelle interviste, non sarei sorpreso se il produttore esecutivo della serie, Greg Nicotero, avesse radici cattoliche (quante persone conoscete di nome Gregory che non sono cattoliche?). È cresciuto a Pittsburgh, prima di diventare un artista del trucco e degli effetti speciali. Ma a parte questo, non ha detto molto sulla sua formazione.

Indipendentemente dalla loro provenienza, nella serie ricorrono spesso nozioni di fede e dubbio, di religiosità e incredulità, di morte e resurrezione. Durante la seconda stagione, col fattore Herschel è comparso spesso mentre leggeva la sua Bibbia, e in un caso ha fatto notare seccamente: “Non posso affermare di comprendere il piano di Dio. Cristo ha promesso la resurrezione dei morti. Ho solo pensato che avesse qualcosa di leggermente diverso in mente”.

Forse anche i creatori di The Walking Dead hanno in mente qualcosa di diverso. Forse pensano a una serie che prenda sul serio la religione e la ricerca di uno scopo, persino durante un’invasione di zombie, quando alcuni potrebbero pensare che la propria vita sia diventata inutile.

E una cosa che potrebbe essere persino più affascinante è che mentre serie come Damien e Lucifer sono ossessionate con la ricerca di meriti da attribuire al diavolo, una serie come The Walking Dead copre l’aspetto religioso in modo sobrio e con un certo livello di rispetto. Nel mezzo della disperazione e della desolazione di un mondo post-apocalittico, in cui le persone si strappano a vicenda (letteralmente), la serie vede la fede come un elemento essenziale di speranza. Nel degradato panorama televisivo di oggi, non è una cosa da poco.

Resta da vedere dove The Walking Dead prenda questi personaggio e le loro inclinazioni religiose. Ma sembra chiaro che anche dopo che i morti sono risorti, i viventi hanno ancora una preghiera da dire.

[Traduzione dall’inglese a cura di Valerio Evangelista]

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