L’allarme di Don Fortunato Di Noto: la guerra digitale per prelevare le identità sarà una battaglia senza scrupoliUn anno di detenzione o una multa da 35 mila euro se un adulto pubblica un’immagine di un bambino, compreso il proprio figlio, senza il consenso dell’interessato: questo è uno dei possibili risvolti della normativa francese sulla privacy in tema di minori e della loro immagine sui social (Corriere della Sera, 4 marzo).
UN RISCHIO PER I PIU’ PICCOLI
Bambini carini in spiaggia, ragazzine che fanno ginnastica, piccoli in costume o a scuola: una mole di immagini con tag simili che ritraggono i nostri figli nelle loro più innocenti attività quotidiane vengono riversate sul web ogni giorno, senza alcuna tutela della privacy dei piccini e senza la consapevolezza da parte dei genitori che queste foto possono finire su siti di materiali pedo-pornografici. Ma i figli un giorno, quantomeno in Francia, potrebbero decidere di farla pagare a papà e mamma, anche se “postavano” in buona fede.
ATTENTI AL “PEDOSOFT”
«In questo modo si tenta di porre un argine rispetto ad un allarme non certo di oggi». premette Don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter che si batte contro la diffusione della pedopornografia on line. «Siamo testimoni oculari insieme alla Polizia Postale – prosegue Don Fortunato – di decine di casi in cui si ritrovano foto di bambini vestiti, in costume o nudi, postati in maniera innocente dai genitori sui social, in siti pedopornografici. Proprio qualche giorno fa abbiamo denunciato con Meter alla Polizia Postale un portale cosiddetto “pedosoft”, con una galleria di ben 800 foto di bambini in costume».
L’IDENTITA’ DEL BAMBINO
Secondo il fondatore di Meter questo avviene perché i genitori non hanno chiaro un principio chiave del web: «l’immagine rappresenta anche un’identità, in questo caso un’identità del bambino. Una delle più grandi povertà – incalza Don Fortunato – è la vendita della propria identità. L’utente purtroppo non riesce a percepire questo rischio che si tramuta in una grave violazione della privacy. Allora ecco che la Francia interviene e dice ai genitori: frenatevi nel postare le foto dei vostri piccoli perché quando diventeranno maggiorenni potranno effettuare un’azione legale nei vostri confronti e rivendicare la violazione della propria identità».
DOCUMENTARSI SUI RISCHI
Allora è fondamentale «documentarsi perché Facebook offre all’utente la sottoscrizione di un contratto di quasi 40 pagine in cui si accetta anche la cessione dei propri dati sensibili alle multinazionali partner del social network. Le campagne di Meter sono orientate a rendere consapevoli gli utenti dei rischi che si corrono. In secondo luogo invitiamo a postare con estrema prudenza le foto dei bambini perché si prelevano troppo facilmente dai social e vengono riutilizzati per scopi beceri come la pedopornografia. Quindi bisogna limitare la diffusione di materiale personale su Facebook e i social».
GUERRA DIGITALE
L’appello di Don Fortunato è rivolto a genitori e parenti di una persona minorenne che viene “offerta” ai pericoli della rete: «A voi può sembrare innocente la foto di un bimbo al mare con un costumino, ma per i pedofili è un invito a rubare l’immagine e diffonderla sui portali pedo-soft, cioè quelli dove non vengono diffuse immagini di nudo esplicito o sesso ma di bambini in posizioni o atteggiamenti innocenti».
Inoltre, denuncia il sacerdote, «fate attenzione e sappiate che su circa 1 miliardi e 700mila utenti su Facebook…ben 200mila sono utenti under 13, minori che si iscrivono con false identità. Occhi aperti perché la prossima guerra, sappiatela sarà quella delle acquisizioni delle identità digitali. Una guerra senza scrupoli».