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“Dirò al papa come sono iniziati il mio handicap e la mia fede”

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El Observador - pubblicato il 13/02/16
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Parla Manuel Alejandro Morales Montoya, il ragazzo che si rivolgerà al papa nell’incontro con le famiglie a Tuxtla Gutiérrezdi Gilberto Hernández García

Timido, con un sorriso che si affaccia sul volto alla minima provocazione, avanza sulla sua sedia a rotelle per darmi il benvenuto. Tende la mano con difficoltà per salutarmi. La sua voce rivela che si tratta di un adolescente, anche se sembra più piccolo. È Manuel Alejandro Morales Montoya, il ragazzo che avrà il privilegio di dire qualche parola a papa Francesco nel corso dell’incontro che il pontefice avrà con le famiglie a Tuxtla Gutiérrez, in Chiapas, il 15 febbraio.

“Mi sento felice, entusiasmato, motivato a parlare al papa”, ha detto Manuel, figlio di María de Jesús e Joaquín.

Il ragazzo, che soffre di una malattia che lo confinato su una sedia a rotelle, è membro della pastorale degli adolescenti della parrocchia dell’Immacolata Concezione della capitale del Chiapas.

“Racconterò al papa com’è iniziata la mia fede e com’è stato il mio processo di evangelizzazione. E anche com’è iniziato il mio handicap e come la fede mi abbia aiutato ad andare avanti”, ha spiegato.

Il ragazzo è felice di appartenere a un gruppo di adolescenti e di poter aiutare altri a vivere un’esperienza di fede: “Il mio compito è aiutare a far sì che altri ragazzi vogliano partecipare al nostro gruppo. Organizziamo ritiri, campeggi…”

Una famiglia “non perfetta”, benedetta da Dio

Il padre di Manuel, Joaquín Morales, che di recente ha ricevuto il ministero laicale istituito di lettore e si prepara ad essere ordinato in futuro diacono permanente, ha commentato che “Dio ha i mezzi per farci arrivare a Lui”, e ha reso grazie al Signore perché “pur essendoci molte famiglie si è concentrato su una famiglia non perfetta” per farle il dono di poter conoscere il papa e per far sì che il figlio Manuel potesse rivolgergli qualche parola a nome dei figli delle famiglie messicane.

La mamma del ragazzo, María de Jesús Montoya Sarmiento, ha affermato che avere un figlio portatore di handicap non è un peso, e anzi ha rappresentato una grande benedizione, anche se lei e il marito hanno dovuto fare molti sacrifici per “portarlo avanti”.

María de Jesús ha quindi chiesto alle mamme di figli come Manuel di valorizzarli, “di non vederli come un ostacolo”, e di amarli molto.

Dio sa perché mi ha scelto”

“Il giorno in cui abbiamo ricevuto la notizia stavamo andando a Messa, e abbiamo incontrato monsignor Fabio (Martínez Castilla, arcivescovo di Tuxtla Gutiérrez), che ci ha detto che aveva una buona notizia per tutti noi. Mi ha spiegato che voleva che esprimessi qualche parola a papa Francesco ora che verrà a Tuxtla, all’incontro con le famiglie”, ha ricordato Manuel.

“Non mi aspettavo quella notizia. Quando ce l’ha data ci siamo rallegrati molto e ci siamo messi a piangere, non riuscivamo a crederci”, ha aggiunto.

Da quel giorno, Manuel si è messo a scrivere le parole che vuole dire al papa. “Nessuno mi ha preparato il messaggio, mi hanno detto di scriverlo e ce l’ho già pronto. Tutti i giorni ripasso quello che dirò. Ora non sono nervoso e non ho paura; anzi, mi sento felice e motivato. Attendo con ansia che arrivi quel giorno”.

Il ragazzo segnala che il sostegno e la motivazione dei suoi genitori sono stati determinanti per “andare avanti”, e ora loro lo esortano per questo incontro che avrà col papa.

Si è sentito molto sostenuto anche dai suoi compagni di scuola, che gli hanno augurato buona fortuna e gli hanno chiesto di portare i propri saluti al Santo Padre.

Tutti i giorni si prepara leggendo e pregando. “Io non lo so, ma Dio sa perché mi ha scelto”, ha concluso con un sorriso e con gli occhi che gli brillavano.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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