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Un motivo in più per scegliere il parto naturale? La salute del neonato

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 09/02/16
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La bellezza del corpo femminile passa anche dagli accorgimenti che la Natura ha “ideato” per dare salute ai bambini appena natiIl corpo della madre regala nutrimento e protezione al bimbo davvero fino all’ultimo minuto, anche mentre il neonato passa attraverso la vagina per venire al mondo la madre gli dona un ultima essenziale protezione: il microbiota materno che li aiuterà a non avere asma, celiachia e diabete di tipo 1. Il contatto tra la pelle del bambino e le pareti della vagina permettono il trasferimento che in un mondo in cui sempre più bambini nascono col cesario rischiano di perdere questa ulteriore dono per il sistema immunitario. Lo racconta La Stampa.

Ora recenti studi americani provano a correre ai ripari promettendo una rivoluzione nelle cure ostetriche testando su circa 1500 neonati l’applicazione di un tampone sulla pelle – 3 minuti dopo il parto – che precedentemente è stato fatto sulla vagina della madre circa un’ora prima.

Dopodiché, per sei volte nel mese successivo al parto, hanno raccolto un totale di 1519 campioni da diverse parti del corpo dei neonati. Obiettivo: verificare, attraverso tecniche di sequenziamento genico, che i batteri «trasferiti» dalla mamma facessero ancora parte della loro cute.

I risultati dello studio, consultabili attraverso le colonne di Nature Medicine, confermano la buona riuscita dell’operazione. Confrontando le specie batteriche presenti sulla superficie cutanea dei neonati nati da parto naturale e da parto cesareo, poi «trattati» coi batteri materni, le differenze erano minime (più marcate nei tamponi orali e cutanei).

«Si tratta di un intervento molto interessante e alla portata di tutti gli ospedali», è il commento di Dennis Kasper, microbiologo e immunologo all’Harvard Medical School di Boston.

Fino a quando però questo trattamento non sarà stato dimostrato come efficace e messo a disposizione dell’intera comunità scientifica, la scelta del cesareo dovrebbe essere drasticamente più contenuta, a differenza di quanto accade in Italia dove – specie nel Sud Italia – c’è un ricorso al parti chirurgico estremamente più alto di quanto consigliato dall’OMS.

Lo spiega Serena Donati, responsabile del reparto Salute della donna e dell’età evolutiva dell’Istituto Superiore di Sanità:

«Come qualsiasi intervento chirurgico aumenta i rischi per la donna, tanto più se non ci sono valide ragioni per evitare di partorire per via naturale», spiega Donati. Eppure ancora lo scorso anno un parto su quattro è avvenuto con taglio cesareo, quando i dati internazionali dicono che in un Paese con adeguata assistenza sanitaria il loro numero non dovrebbe superare il 10-15% del totale. Medie che non danno il quadro della realtà, visto che in alcuni ospedali si sceglie il cesareo in ben oltre il 60% dei casi, percentuale sfiorata dalla Campania nel suo complesso. E guarda caso al bisturi si ricorre di più quando ci si rivolge al privato. Dove a volte il parto diventa un business. Anche a discapito della donna (La Stampa, 29 dicembre2015)

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