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Perché non c’è stato sesso tra Maria e Giuseppe?

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Aleteia - pubblicato il 27/01/16
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Risponde il vescovo Fulton SheenRiportiamo un intervento dell’arcivescovo statunitense Fulton Sheen (1895-1979) sul matrimonio cristiano vissuto sull’esempio della Sacra Famiglia di Nazareth. È splendido!

“Vorrei parlarvi di una coppia che ha formato una famiglia: quella costituita dalla Vergine Maria e da San Giuseppe.

Per spiegare la singolarità delle loro nozze, bisogna tener presente una verità: può esserci stato matrimonio anche senza unione fisica. Questo caso può verificarsi per tre motivi: perché i sensi, già soddisfatti, sono diventati insensibili; perché gli sposi, dopo essersi uniti, hanno fatto voto a Dio di rinunciare al piacere per dedicarsi alle più sublimi estasi dello spirito, e infine perché gli sposi, nonostante il matrimonio, hanno fatto voto di verginità, rinunciando ai propri diritti reciproci.

E la verginità è risultata essere il centro di attrazione di questa unione.

Una cosa è rinunciare ai piaceri della vita coniugale perché ormai stanchi, e un’altra molto diversa è rinunciarvi prima di averli provati per formare solo un’unione di cuori, com’è avvenuto nel matrimonio tra Maria e Giuseppe.

Si sono uniti come due stelle che non si toccano mai mentre i loro raggi luminosi si incrociano nello spazio.

È stato un matrimonio simile a quello che accade in primavera tra i fiori che uniscono i loro profumi o a due strumenti che uniscono le proprie melodie all’unisono formandone una sola.

Gli sposi, rinunciando ai loro diritti reciproci per un motivo più elevato, non distruggono l’essenza del matrimonio, perché come dice Sant’Agostino “la base di un matrimonio d’amore è l’unione dei cuori”.

Questo ci porta a una domanda: perché è stato necessario il matrimonio visto che la Vergine e San Giuseppe avevano fatto voto di verginità?

Il matrimonio era necessario nonostante il voto di verginità per preservare la Vergine da qualsiasi sospetto finché non fosse arrivato il momento di svelare il mistero della nascita di Gesù.

È stato infatti considerato che Nostro Signore fosse figlio di San Giuseppe. In questo modo, la nascita di Cristo non è stata esposta al pubblico ludibrio e non è stata motivo di scandalo per i deboli nella fede. In questo modo, inoltre, la purezza di Maria ha potuto avere un testimone in Giuseppe.

Ogni privilegio della grazia deve però avere il suo corrispettivo, e Maria e Giuseppe hanno dovuto pagarlo con il loro dolore più grande.

L’Angelo non aveva detto alla Vergine di rivelare l’opera dello Spirito Santo che si era compiuta in lei, e per questo Maria ha taciuto. San Giuseppe, non riuscendo a spiegarsi il fenomeno, ha pensato di ripudiarla.

Una volta, la Vergine ha fatto questa rivelazione a un santo: “Non ho mai sperimentato un’angoscia tanto intensa, ad eccezione di quella del Golgota, come quella che ho provato dovendo dare involontariamente un dispiacere a Giuseppe, che era un uomo giusto”.

San Giuseppe soffriva non riuscendo a comprendere l’accaduto: sapeva che Maria, come lui, aveva fatto voto di verginità, e per questo la considerava al di sopra di ogni sospetto e non si azzardava neanche a pensare che potesse avere qualche colpa. Come avrebbe dovuto spiegarselo, allora?

La sorpresa del casto Giuseppe era paragonabile a quella della Vergine Maria quando al momento dell’Annunciazione ha chiesto: “Come può accadere se non conosco uomo?” Maria voleva sapere come avrebbe potuto essere vergine e madre allo stesso tempo, e San Giuseppe non sapeva come poter essere vergine e padre.

L’Angelo del Signore ha spiegato a entrambi che solo Dio aveva il potere di fare una cosa simile, non la scienza umana. Possono penetrare questi misteri solo coloro che comprendono la voce degli angeli.

Visto che San Giuseppe voleva ripudiare in segreto Maria, l’Angelo è intervenuto: non appena questo pensiero si è affacciato alla mente del santo, un angelo gli è apparso in sogno e gli ha detto: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati” (Matteo 1, 20-21).

In questo modo, conoscendo le ragioni della nascita di Gesù, San Giuseppe ha potuto ritrovare la pace. La sua anima si è riempita di felicità per la notizia che sarebbe stato il padre putativo del Salvatore del mondo e guardiano protettore della Madre di Colui che i cieli non riescono a contenere.

Passiamo ora alla seconda domanda: San Giuseppe era giovane o anziano?

La maggior parte delle sculture e dei quadri ci presenta un San Giuseppe anziano, con una lunga barba bianca, ma non esistono dati storici che indichino la sua età.

Se cerchiamo i motivi per i quali l’arte lo rappresenta anziano, scopriamo che la ragione risiede nel fatto che questa caratteristica si addice di più al suo ruolo di custode della verginità di Maria.

Notiamo tuttavia che l’arte ha fatto di San Giuseppe uno sposo puro e casto più per età che per virtù.

Questo assomiglia al fatto di credere che il modo migliore di rappresentare un uomo onesto, incapace di rubare, sia dipingerlo senza mani.

In primo luogo si dimentica che negli anziani possono ardere gli stessi desideri negativi che ardono nei giovani. Abbiamo un esempio nel caso di Susanna, perché coloro che la tentarono nel giardino erano anziani.

Rappresentando San Giuseppe tanto anziano, si dà un merito all’età di un uomo e non alla sua virtù.

Giudicare San Giuseppe puro perché anziano è come voler lodare un torrente di montagna che manca di acqua.

Sembra anche logico pensare che Nostro Signore preferisse scegliere come padre putativo un uomo che sapeva e voleva sacrificarsi e non uno che si vedeva costretto a farlo.

È poi presumibile che Dio volesse dare un anziano come compagno a una ragazza giovane? Se il Signore ha affidato dalla Croce sua madre a un giovane come San Giovanni, perché doveva legarla a un anziano fin dagli albori della vita?

L’amore della donna determina quello dell’uomo.

La donna è educatrice silenziosa della virilità del suo sposo. Essendo Maria il simbolo della verginità e la sublime ispiratrice della purezza per tutti, perché non avrebbe dovuto impiegare questa sua caratteristica con il suo Giuseppe, il giusto?


La Vergine conquistò il cuore del suo giovane sposo non con la diminuzione dell’amore, ma sublimandolo.

A mio avviso, quindi, quando si è sposato con la Vergine Giuseppe era un uomo giovane, forte, virile, atletico e casto; un prototipo dell’uomo che si può vedere oggi mentre pasce un gregge in un prato o mentre pilota un aereo, o nel laboratorio di un falegname. Non un impotente, ma al contrario traboccante di virilità maschile; non un frutto secco, ma un fiore pieno di promesse; non al tramonto della vita, ma all’alba, effondendo energia, forza e passione.

Come si ingigantiscono le figure della Madonna e di San Giuseppe quando, soffermandosi a esaminare la loro vita, scopriamo in essa il Primo Poema d’Amore!

Il cuore umano non si commuove davanti all’amore di un anziano per una ragazza giovane, ma come non ammirare profondamente l’amore di due giovani uniti da un vincolo divino?

Maria e Giuseppe erano entrambi giovani, belli e pieni di promesse.

Dio predilige le cataratte impetuose e le cascate turbolente, ma sono certo che le preferisce quando con l’energia che sprigionano si illuminano le città e con le loro acque si placa la sete di un bambino a quando con il loro impeto travolgono i fiori sbocciati sulla riva.

In Maria e Giuseppe non troviamo una cascata di acque pure e incanalate né un lago secco, ma due giovani che prima di conoscere la bellezza di una e la potente forza dell’altro rinunciano a goderne per donarsi interamente alla “passione senza passione” e all’“impetuosa calma” di Gesù.

Maria e Giuseppe portarono nel loro matrimonio non solo il voto di verginità, ma anche due cuori pieni di un grande amore, più grande di qualsiasi altro amore che un cuore umano abbia mai potuto contenere.

Nessuna coppia di persone sposate si è mai amata tanto.

Posso chiedere alle persone sposate: “A cosa aspirate dopo esservi amati?” All’Infinito, a un’estasi eterna, senza fine. Ma non si può provare nella sua pienezza, perché l’Infinito a cui aspira la loro anima è imprigionato dal corpo.

Questo ostacola il progresso verso Dio al quale si tende.

In cielo, però, non sarà necessaria l’unione dei corpi, perché l’amore sarà infinito.

Ecco perché Dio ha detto che in cielo non esisteranno matrimoni. Non saranno necessarie le apparenze, perché avremo la sostanza.

Ci affanneremmo per un raggio di sole riflesso in uno specchio potendo goderne direttamente? Maria e Giuseppe hanno già provato la gioia senza pari che è

il possesso dell’amore eterno del cielo, senza ansie, a cui tende il vostro matrimonio in Cristo.

Voi sposati avete ora bisogno dell’unione materiale perché non possedete la realtà di Dio. Visto che la Madonna e San Giuseppe avevano Gesù, non desideravano nient’altro.

Si ha bisogno della comunione fisica per comprendere l’unione di Cristo con la sua Chiesa.

Loro non avevano questa necessità perché possedevano la Divinità.

Come ha detto mirabilmente Leone XIII, “il loro matrimonio è stato consumato con Gesù”. Voi vi unite con i corpi, Maria e Giuseppe si sono uniti con Gesù.

Perché avrebbero voluto affannarsi dietro alle gioie effimere della carne quando nel loro amore c’era la Luce del Mondo?

In realtà, Gesù è la voluttuosità dei cuori, per cui se Lui è presente tutto il resto è superfluo.

Come marito e moglie dimenticano se stessi contemplando il figlio appena nato nella sua culla, così anche Maria e Giuseppe non pensavano ad altro che a Gesù.

Non c’è mai stato né ci sarà mai amore più profondo su questa terra.

La Madonna e San Giuseppe non sono arrivati a Dio attraverso il loro amore reciproco, ma hanno goduto dell’amore grande e puro dell’una per l’altro dopo essersi rivolti prima a Gesù.

Giuseppe ha rinunciato alla paternità di sangue, ma l’ha trovata nello spirito, perché è stato padre putativo di Gesù. La Madonna ha rinunciato alla maternità e l’ha trovata nella propria verginità.

La Vergine Maria è stata come il giardino chiuso nel quale è penetrata solo la Luce del Mondo, che per entrare non ha rotto nulla, come la luce del sole attraversa i vetri ed entra in una stanza.

Dedico questo contributo a chi è sposato cristianamente e a tutti coloro che un giorno saranno ammessi al grande mistero dell’amore.

L’esempio di Maria e Giuseppe vi serva per comprendere che il più grande errore di una coppia sposata è credere che per il matrimonio siano necessarie solo due persone: lui e lei.

No! Ne servono tre: lui, lei e Dio.

Permettete, marito, moglie e figli, che vi chieda di recitare insieme in famiglia, come omaggio all’amore perfetto della Sacra Famiglia, un Rosario tutte le sere?

Tutte le coppie che ho unito in matrimonio potranno testimoniare che la mia raccomandazione è sempre stata questa: pregare insieme.

La preghiera di una famiglia riunita è più gradita a Dio di quella fatta separatamente, perché la famiglia rappresenta l’unità della società.

Il cristianesimo è l’unica religione con un carattere familiare, perché ha origine in una Madre e in un Figlio.

Se reciterete tutte le sere il santo Rosario in famiglia, la Vergine vi rivelerà il segreto dell’Amore, e forse sussurrerete l’uno all’altro: “Ti amo, ma non secondo la mia volontà, secondo quella di Dio”.

Se nel vostro affetto cercate solo l’amore terreno non troverete nulla, ma se attraverso di questo cercate Dio allora avrete tutto, perché lo ripeto, perché ci sia vero amore servono tre persone: lui, lei e Dio.

Per amore di Gesù!”

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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