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Signore, benedici le persone che mi irritano… e me per prima

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Zoe Romanowsky - Aleteia - pubblicato il 26/01/16
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Impara a recitare questa preghiera: “Caro Signore, benedici [aggiungi il nome della persona che ti irrita] e abbi misericordia di me!”54 modi per essere misericordiosi durante l’Anno Giubilare della Misericordia

Ho iniziato sulla metropolitana e sull’autobus.

Tra guardare fuori dal finestrino, leggere un libro e schiacciare qualche pisolino nei miei tragitti quotidiani verso il lavoro e l’università notavo persone che sembravano aver bisogno di una preghiera, e quindi chiedevo silenziosamente a Dio di benedirle. Non erano sempre persone apparentemente sul punto di esplodere; spesso i miei compagni di viaggio non sembravano affatto bisognosi, ma nei loro occhi c’era una sorta di stanchezza o qualcosa che mi colpiva, e chiedevo a Dio di benedirli.

Farlo è diventata un’abitudine, un modo per poter intercedere per gli altri nella mia vita quotidiana.

Era semplice offrire queste preghiere quando salivo e scendevo dai mezzi pubblici nella grande città. Ogni giorno, quando uscivo di casa, che stessi camminando in strade affollate o entrassi in un bar congestionato, incontravo molte persone diverse con molte storie diverse nascoste.

Quando mi sono trasferita in una piccola città per frequentare una scuola di specializzazione la vita è cambiata molto, ma l’abitudine di chiedere silenziosamente a Dio di benedire degli estranei è rimasta e ha finito per diventare un modo leggermente diverso di pregare.

Mi trovo bene con la maggior parte delle persone e mi piace pensare che non mi innervosisco facilmente, ma nei primi mesi di studio mi sono trovata costantemente infastidita da una persona in particolare che incrociavo spesso. Era appassionato delle cose in cui credeva e amava discutere delle sue posizioni, e anche se spesso è una cosa che apprezzo in una persona, questo tipo in particolare mi irritava. Discutevamo regolarmente, e spesso uscivo dai nostri incontri frustrata e alterata.

Un giorno, mentre ribollivo per l’ennesima scempiaggine che questo tizio aveva esternato, mi è venuta in mente la preghiera di benedizione. Non era un estraneo apparentemente bisognoso sulla metropolitana, e non mi sentivo di voler chiedere a Dio di benedirlo – volevo invece chiederGli di farlo stare zitto, o meglio ancora di cambiarlo.

Ma dopo aver pensato un po’ sono arrivata a una conclusione: non era l’unico che doveva cambiare. Dovevo farlo anch’io. Cosa diceva di me il fatto che fossi sempre infastidita da questo tizio? Dov’erano la mia pazienza e la mia compassione?

E allora la mia preghiera è diventata: “Caro Signore, benedici [nome della persona che irrita] e abbi misericordia di me!”. Ha alleviato la mia frustrazione, e alla fine ha anche cambiato il mio modo di relazionarmi con quella persona.

Questa preghiera si è dimostrata utile molte volte visto che non vivo su un’isola deserta, e anche le persone che amo di più a volte mi infastidiscono. Se la nostra vita personale e professionale non ci offre ampie opportunità di essere infastiditi da qualcuno di tanto in tanto, Internet sarà ben lieto di fornire una valanga di queste occasioni.

Chiedere a Dio di benedire chi ci infastidisce, chi ci fa male, le persone che non ci piacciono o a cui non piacciamo noi è molto più difficile di chiedergli di benedire le persone che amiamo, o gli estranei che ci fanno sciogliere il cuore.

Pregare per i nostri nemici è un modo di amarli, una cosa che il Signore ci chiede di fare, ma chiedere allo stesso tempo misericordia per noi stessi richiede un passo in più. È riconoscere che noi stessi siamo bisognosi e peccatori. Chiedere la misericordia di Dio mentre gli chiediamo di benedire qualcuno che troviamo irritante ci ricorda che l’umiltà è l’unica via verso la santità.

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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