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Abbandonato all’ospizio, stupisce tutti. Ecco come…

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Lucandrea Massaro - Aleteia - pubblicato il 26/01/16
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Un messaggio molto toccante…E’ una storia che abbiamo trovato navigando in rete, è la storia di un uomo anziano, che come molti altri ha finito la sua vita in un ospizio, dimenticato da tutti, a cominciare dalla famiglia che lentamente ha fatto sì che le visite fossero sempre più rarefatte. E’ la storia di Mak Filiser che una mattina, nella sua solitudine, è tornato alla casa del Padre, e mentre gli infermieri che lo accudivano, magari con benevolenza ma anche con molta superficialità, hanno trovato un foglietto ripiegato. Uno di loro, dopo averlo letto ha deciso di farlo girare tra i colleghi, come monito, come lezione per ritrovare il tempo di curare non solo il corpo, ma lo spirito delle persone che vengono loro affidate.

WEB OLD MAN HANDSPHOTO © Photographee.eu Shutterstock

© PHOTOGRAPHEE.EU / SHUTTERSTOCK

Il foglio era una poesia dal titolo: “scorbutico vecchio”

 

Che cosa vedi infermiere? Cosa vedi?

A cosa stai pensando… quando mi guardi?

Vedi un uomo vecchio, irritabile… non molto saggio,

dalle abitudini incerte… con gli occhi lontani?

Che dribbla con il cibo… e non dà alcuna risposta,

quando dici ad alta voce… mi auguro che ci provi!

E che perde una calza…o le scarpe?

Che a volte resistendo e a volte no… ti permette di fare come tu vuoi, fare il bagno

e mangiare… così da riempire il lungo giorno? È questo che stai pensando? È questo ciò che vedi?

Apri gli occhi infermiere… non stai guardando me.

Ho accettato l’offerta di nascere… e ho mangiato secondo il loro piacimento

Sono stato un bambino di 10 anni… con un padre e una madre,

fratelli e sorelle… che si amavano

Un giovane ragazzo di sedici anni… con le ali ai piedi

sognavo che presto… avrei incontrato una donna da amare.

Sono stato uno sposo di vent’anni… con il cuore che mi saltava in petto.

A venticinque anni… ho avuto accanto mia moglie.

Che aveva bisogno di me per andare avanti… e ho avuto una casa, ed ero felice di sicuro.

Un uomo di trent’anni… i miei figli cresciuti in fretta,

legati tra loro… con legami che dovrebbero durare.

A quarant’anni, i miei giovani figli… son cresciuti e sono andati per la loro strada,

ma la mia donna è rimasta accanto a me… per vedere che tutto andasse bene.

A Cinquant’anni, ancora una volta… i bambini giocano stando sulle mie gambe,

E poi sono arrivati su di me i Giorni Bui… mia moglie è morta.

Guardavo al futuro… e provavo brividi di terrore.

E sono cresciuti i miei figli… e anche i loro figli.

E oggi penso agli anni trascorsi…e all’amore che ho conosciuto

Ora sono un uomo vecchio… e la Natura è stata crudele.

 

WEB OLD MAN VIEW TREE © Findeep Shutterstock

© FINDEEP / SHUTTERSTOCK

 

È una beffa la vecchiaia… ti guardano tutti come se fossi un cretino.

Il corpo si sbriciola… la grazia e il vigore, spariscono.

Ma all’interno di questa carcassa abita ancora un giovane,

E ogni tanto.. il mio cuore si gonfia e divento malconcio

Ricordo le gioie…ricordo il dolore.

E sto amando e vivendo … la vita di nuovo.

Penso agli anni, che sono sempre troppo pochi… e che sono fuggiti in fretta.

E accettare il fatto nudo e crudo… che niente può durare.

Quindi persone aprite gli occhi…aprite e vedete

Non vedete un nuovo vecchio e irritabile.

Guardate più da vicino… vedete… ME!

Non abbandoniamo i nostri anziani, non lasciamoli nella solitudine che spesso la vecchiaia costringe a subire. Ricordiamoci che sono persone, con un vissuto, una saggezza, una storia da raccontare…

WEB OLD MAN HANDS TOUCH © Perfectlab Shutterstock

© PERFECTLAB / SHUTTERSTOCK

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