I 40 Giorni per la Vita – che inizieranno il prossimo 10 febbraio e si concluderanno il 20 marzo – basano la propria struttura d’azione sulla preghiera, sul digiuno, sulla veglia pacifica di fronte alle cliniche abortive e sull’integrazione comunitaria con molti Paesi del mondo.
“È stato scelto il periodo di 40 giorni per i numerosi esempi nella storia biblica in cui Dio ha usato 40 giorni per realizzare trasformazioni dall’impatto mondiale”, hanno affermato gli organizzatori durante il lancio messicano della campagna.
In base ad alcuni rapporti della storia del movimento, da quando è stata avviata l’iniziativa, nel 2004, più di 600 città di 32 Nazioni si sono unite per partecipare alla campagna 40 Giorni per la Vita. Gli sforzi di oltre 675.000 volontari hanno aiutato a salvare moltissime vite umane.
Varie città, si deduce dai risultati della campagna, hanno riportato un calo significativo nel numero di aborti, 64 cliniche abortive hanno chiuso e altre hanno ridotto il numero di ore di servizio.
127 lavoratori di queste cliniche si sono licenziati, e nuovi volontari si uniscono agli sforzi locali a favore della vita. Anche Chiese di diverse denominazioni si uniscono per porre fine all’aborto nelle loro città.
Molte donne che hanno abortito prendono ora l’iniziativa di cercare di alleviare il dolore provocato dal loro aborto, e più di 11.165 bambini e le loro mamme sono stati liberati dalla tragedia dell’aborto.
A Città del Messico la quarta veglia di 40 Giorni per la Vita si svolgerà in tre sedi, nelle succursali della clinica abortiva Marie Stopes di Roma, Coyoacán e Iztapalapa.
Città del Messico è l’unica entità federativa del Messico in cui è stato legalizzato l’aborto – chiamato “interruzione di gravidanza” – fino a 12 settimane di gestazione. Dal 2007 ad oggi nella capitale messicana sono stati effettuati circa 170.000 aborti.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]