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USA: forse un sacerdote cattolico non merita giustizia?

Catholic Monsignor William Lynn (C) leaves Philadelphia Criminal Justice Center for a lunch break on March 26, 2012 in Philadelphia during his trial on covering up pedophile abuses. Monsignor Lynn, who oversaw the assignment of priests to schools and parishes across the Philadelphia region, faces accusations that he failed to keep priests accused of sexual abuse away from minors. Co-defendant Reverend James Brennan is accused of sexually abusing boys in the 1990's. AFP PHOTO/Stan HONDA / AFP / STAN HONDA

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Omar Aguilar - Aleteia - pubblicato il 25/01/16
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Tre sacerdoti sono stati incarcerati ingiustamente per un caso di abusi sessuali, secondo un reportage della rivista NewsweekIn un reportage esplosivo, la rivista statunitense Newsweek rivela gravi errori nel caso di abuso sessuale contro l’arcidiocesi di Philadelphia, che ha portato tre sacerdoti in carcere, secondo il reportage, in modo ingiusto.

Il caso di “Billy Doe” ha scosso l’arcidiocesi statunitense di Philadelphia. La sua incredibile storia di abusi sessuali da parte di due sacerdoti e un professore ha portato a una serie di azioni legali che hanno mandato in carcere due sacerdoti e hanno fatto sì che l’arcidiocesi pagasse cinque milioni di dollari a “Billy Doe”, nome con il quale si è presentato colui che ha intentato la causa per proteggere la sua identità.

Nel febbraio 2013, dopo la sentenza di colpevolezza, gli accusati, il sacerdote Charles Engelhardt e il professor Bernard Shero, sono stati incarcerati per abusi sessuali. Il sacerdote Edward Avery in prima istanza si è dichiarato colpevole di un’accusa di abuso sessuale per poi ritrattare sotto giuramento affermando di essersi dichiarato colpevole per paura di morire in carcere.

Il sacerdote Charles Engelhardt è morto in prigione nel novembre 2014, dopo che gli era stata negata la possibilità di sottoporsi a un intervento al cuore che molto probabilmente gli avrebbe salvato la vita. Edward Avery non è più sacerdote cattolico e continua a stare in prigione, come il professor Bernard Shero.

Insieme a loro c’è monsignor William J. Lynn, che ha trascorso gli ultimi anni dentro e fuori dal carcere. Quando sono avvenuti i presunti abusi sessuali, monsignor Lynn era il vicario per il clero dell’arcidiocesi di Philadephia. Quello del presule è stato il primo caso in cui un amministratore della Chiesa cattolica è stato incarcerato per presunti crimini commessi da terzi.

La vicenda

Il caso di Daniel Gallagher, “Billy Doe”, è iniziato nel 2009, quando Gallagher, in una conversazione con un operatore sociale dell’arcidiocesi, ha menzionato un abuso sessuale da parte di padre Engelhardt. In prima istanza, Gallagher ha detto che era avvenuto dopo la Messa delle 6.30 in sagrestia. In seguito ha accusato il professor Shero di aver abusato di lui nella sua automobile.

Dopo queste prime accuse, la storia di Gallagher è diventata l’icona dei gravi crimini commessi dalla Chiesa agli occhi dell’opinione pubblica. Il problema è che nessuno ha parlato dell’incredibile facilità con cui Gallagher ha cambiato la sua storia e la sua testimonianza. A partire da quella prima accusa del 2009, Gallagher ha presentato almeno nove versioni diverse dei fatti.

Ralph Cipriano, autore dell’articolo per Newsweek, ha seguito il caso fin dall’inizio, e già nel 2013 ha espresso seri dubbi sulla colpevolezza degli accusati, argomentando sulla mancanza di prove fisiche e sulla scarsa credibilità dell’accusatore.

Daniel Gallagher è stato arrestato e incarcerato in varie occasioni per consumo e trasporto di narcotici, inclusa una detenzione per 56 bustine di eroina. Quando gli accusati sono stati ritenuti colpevoli, Gallagher non era presente perché si trovava in un centro di riabilitazione per tossicodipendenti in Florida.

Gravi errori legali

Fin dall’inizio di questa storia tragica è stata evidenziata una caccia alle streghe contro la Chiesa cattolica.

Daniel Gallagher ha modificato spesso la sua testimonianza, e in varie occasioni, quando è stato messo di fronte alle incongruenze dei suoi racconti, ha detto semplicemente che era drogato o che non ne voleva parlare.

Un altro esempio: nel processo contro monsignor Lynn, accusato di aver messo in pericolo la vita di un bambino, è stata ammessa la prova di 21 casi precedenti, alcuni dei quali risalenti al 1941, tre anni prima che monsignor Lynn nascesse.

In cerca di giustizia

Dopo la morte di padre Engelhardt, il suo Ordine religioso, quello degli Oblati di San Francesco di Sales, ha continuato a lottare per dimostrare l’innocenza del confratello.

L’Ordine ha anche assunto il dottor Stephen Mechanik perché sotto ordine giudiziario realizzasse una perizia psichiatrica di Daniel Gallagher.

Ecco cosa ha concluso il dottor Mechanik:

Il cliente è apparentemente immaturo e indulgente con se stesso, manipola gli altri per i propri scopi… Si rifiuta di accettare la responsabilità dei propri problemi. Può avere un’idea esagerata delle proprie capacità e del proprio valore personale. È probabile che sia edonista e può abusare di alcool o droghe. Sembra essere molto impulsivo, e può agire contro gli altri senza pensare alle conseguenze”.

Dopo il verdetto di colpevolezza degli accusati, il giornalista Ralph Cipriano, che conosce tutti i dettagli del caso, ha commentato: “Nel caso non ci sono prove fisiche, e ci sono testimoni a corroborare questa affermazione – solo Billy [lo pseudonimo di Danny] e le sue storie su come sarebbe stato brutalmente violentato da tre uomini in due anni, mentre sua madre, infermiera, suo padre, ufficiale della Polizia di Philadelphia, e il suo medico, che ha testimoniato nel caso, non si sono resi conto di niente. Non c’era neanche biancheria intima insanguinata. Mi stanno prendendo in giro?

Per l’avvocato di monsignor Lynn, tutto questo caso è una tragedia dopo la decisione della giuria. “Faccio questo lavoro da 37 anni, rappresentare casi per i membri della giuria, ed è la prima volta nella mia vita in cui posso dire di essere molto deluso e veramente sorpreso”, ha dichiarato l’avvocato Michael McGovern.

 

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]

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