“…quando la Chiesa è lì per tutti, soprattutto per i poveri, lì è l’attualità del Vangelo” (Fratel Alois di Taizé)Fratel Alois è arrivato a Valencia per il 38° incontro europeo di giovani convocato dalla comunità ecumenica di Taizé proveniente da Homs, in Siria, dove ha trascorso il Natale “accompagnando quanti stanno soffrendo a causa della violenza tra le rovine”. Lì ha incontrato alcuni giovani diversi da quelli europei, “giovani che non hanno speranza”.
“Vanno in chiesa per tradizione, e quando si legge il Vangelo è come se quella tradizione restituisse loro la speranza. È una situazione contraria alla nostra, e per questo ho voluto che le mie prime parole ai giovani riuniti a Valencia servissero per trasmettere loro un messaggio dei giovani siriani”, ha aggiunto.
I giovani, come quelli che Giovanni Paolo II ha definito ormai decenni fa “la speranza della Chiesa”, sono sempre stati una priorità per Taizé.
Quei giovani oggi sono adulti, e la speranza di una Chiesa diversa che sembrava intravedersi in quelle parole è sfumata. La domanda ad Alois, in questo senso, è duplice: cosa abbiamo fatto male perché non si materializzasse questa speranza? E come far sì che queste migliaia di giovani che si sono riuniti a Valencia siano una speranza per la Chiesa?
“Viviamo in un momento in cui molte cose stanno cambiando nella Chiesa”, riconosce, “e dobbiamo renderci conto che la Chiesa non esiste di per sé. I giovani sono molto sensibili a questo”.
Per questo motivo, “q uando la Chiesa vive solo per salvaguardarsi, allora i giovani le voltano le spalle, ma quando la Chiesa è lì per tutti, soprattutto per i poveri, lì è l’attualità del Vangelo”.
[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]