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Riflessioni dopo 30 anni di matrimonio

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Orfa Astorga - pubblicato il 21/01/16
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L’amore tra gli sposi ha il tocco del divino, contiene il germe della vita eternaPresto mia moglie ed io festeggeremo trent’anni di matrimonio. I suoi genitori e i miei sono nonni che hanno già festeggiato le nozze d’oro. Veterani di mille battaglie nell’amore, ci hanno guidato con il loro esempio, con il privilegio di vederli ancora convivere in una dinamica amorevole che non smette di intrecciarli e le cui forme punteggiate dalle mille peculiarità testimoniano quanto sia profondamente diverso l’amore personale in ogni coppia, che si modella in un modo unico e irripetibile. Dio spezzerà amorevolmente quei modelli una volta che saranno partiti verso la sua presenza, perché l’amore trascende il periodo del nostro passaggio sulla terra.

Il divorzio non conosce la natura dell’amore personale, perché in esso si arriva a considerare l’amore una cosa che finisce. L’amore personale, però, non lo misura il tempo, perché non è nel tempo, come non lo è l’essere personale. Appartiene all’eternità, ed è Dio che pone l’eternità nel cuore dell’uomo.

Per questo, l’amore tra gli sposi ha il tocco del divino, contiene il germe della vita eterna.

Amare qualcuno significa “chiamare buono” qualcuno, mettersi davanti a lui e dirgli: “È bello che tu esista, è bello che tu sia al mondo perché sei proprio ciò che sei”.

L’amore personale è essere tra esseri unici e irripetibili, il modo personalissimo in cui un coniuge manifesta il proprio amore all’altro, e non può mai essere indifferente a quest’ultimo.

Amare qualcosa è desiderare un bene o qualcosa che non abbiamo, ma l’amore personale è qualcosa di radicalmente diverso, perché non è amare qualcosa ma qualcuno, per donare e donarsi generosamente senza tenere nulla per noi, senza aspettarci nulla in cambio.

Ama davvero chi è capace di donare la propria vita e di essere felice. L’amore non forza la libertà di chi dona se stesso per sempre.

Un chiaro esempio dell’amore coniugale di donazione piena e totale è che estendendosi ai figli lo fa cercando il loro bene senza volere compensazioni.

L’amore personale dà la capacità di riconoscere il bene per le persone amate, per cui l’amore è luce. Non esiste quindi bene senza amore, né amore senza bene.

Quando si cerca il bene della persona amata non importano i sacrifici, perché smettono di esserlo per abnegazione. La misura dell’amore è l’amore senza misura.

Chi ama lo fa con tutto il suo essere impegnato. Non è un amare fino a un certo punto o a certe condizioni, perché si mette tutta la volontà nell’amore. Chi non è capace di soffrire non è neanche capace di amare; la ferita dell’amore la guarisce l’amore stesso che la produce.

Chi ama si fa conoscere con un amore lucido e trasparente che dà nella verità senza nascondere nulla.

L’apertura amorosa personale è lasciarsi vedere come si è dall’amato, in un dono, in un darsi con fiducia. L’amore non stanca perché chi confida non si stanca, e non c’è vero amore dove esiste un sospetto.

L’amore personale è forza di fronte all’abbattimento, è capacità di umiltà per andare incontro all’altro e ricominciare mille volte.

La sofferenza non può essere affogata dalle nostre miserie umane, se vogliamo continuare ad amare, perché l’amore siamo noi.

Amare è la capacità di essere felici uscendo da noi stessi per rendere felici gli altri.

L’amore personale è diventare un regalo, un Dono di Dio.

[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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