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Pane per chi non può comprarlo. Il Giubileo della solidarietà

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 12/01/16
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Basta recarsi in uno dei forni della Capitale e si può donare una pagnotta ai poveri. E in provincia di Milano nasce il “forno solidale”

Dall’8 dicembre almeno 40 forni a Roma producono il cosiddetto “pane dell’accoglienza“, che può essere pagato e lasciato “in sospeso” per i poveri, un pò come si fa con il caffè a Napoli (Ansa, 8 gennaio).

IL SIMBOLO DELLA CROCE

E’ un’iniziativa per il Giubileo dei panificatori della Confederazione nazionale dell’artigianato (Cna) della capitale. Una croce è segnata sulle forme di pane per lasciarle a disposizione dei pellegrini che vengono a Roma o degli indigenti, ha spiegato Bernardino Bartocci, presidente dei panificatori di Roma.

GESTO DI BONTA’

«Il pane di Roma e dell’accoglienza, chi vorrà potrà acquistare una di queste pagnottine, anche più di una – sottolinea Bartocci a Radio Vaticana (10 gennaio) – Credo che sia un gesto di bontà, simbolico, in sintonia con un evento così importante com’è il Giubileo della Misericordia, che tutti stanno recependo con molto entusiasmo. Una cosa che fa piacere… E’ un gesto bello, una cosa che, a noi, dà soddisfazione ed è un motivo di orgoglio per tutta la categoria».

“CASA DEL PANE”

Già alcuni anni fa i panificatori romani vollero offrire ad un altro Papa, Giovanni Paolo II, un Presepe fatto di pane, come simbolo di affetto e stima che nutrivano per lui. «Mi ricordo le parole che disse Giovanni Paolo II – prosegue il presidente dei panificatori romani – e come mise in evidenza il fatto che ringraziava i panificatori di avergli donato questo Presepe, che era un Presepe particolare proprio in quanto fatto di pane. E poi disse pure che la parola “Betlemme” significa “Casa del Pane” e questo ci fa capire il grande significato che il pane riveste nella vita dell’uomo».

LA NOTTE DI NATALE

A Sedriano, in provincia di Milano, è nata una iniziativa parallela a quella del Giubileo. Andrea Faraci, titolare del panificio di via Fagnani, lascia pane, pizze e focacce invendute fuori dal negozio. Le offre ai non abbienti del paese. Tutto è cominciato la sera della vigilia di Natale. «Stavamo chiudendo il negozio quando un signore è entrato chiedendo pane e biscotti da portare a casa alla famiglia – racconta Faraci a Il Giorno (12 gennaio)Io e mia moglie Emanuela gli abbiamo riempito i sacchetti e gli abbiamo augurato buon Natale. Non è la prima volta che doniamo cibo a famiglie bisognose che ci chiedono aiuto».

FORNAI “SOLIDALI”

Ma quell’episodio, forse per lo spirito natalizio, ha fatto riflettere profondamente Andrea e sua moglie. «Avevamo ancora pane, pizze e focacce e vassoi di dolci avanzati, in fondo buttarli sarebbe stato davvero uno spreco. In pochi minuti abbiamo riempito tre ceste e le abbiamo messe fuori dal nostro negozio». E da allora il pane e i suoi derivati in più sono puntualmente prelevati da chi non può permettersi di acquistarli.

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