Il traffico di esseri umani è un crimine contro l’umanità, e noi come cristiani non possiamo chiudere un occhio di fronte a questa piaga. Cristo è venuto a liberare i prigionieri, e oggi dobbiamo essere il Suo corpo che agisce. Dobbiamo essere le Sue braccia che abbracciano le vittime. Dobbiamo essere la Sua voce che parla per chi non ha voce.
La band Tenth Avenue North ha scritto la canzone “For Those Who Can’t Speak” per aumentare la consapevolezza sul traffico di esseri umani, e invita a condividerla usando l’hashtag #SlavesNoMore.
Ma questo è solo il primo passo. Il cosiddetto “attivismo hashtag” è importante per creare una consapevolezza, ma cosa accade 48 ore dopo, quando viene sepolta sotto l’ultima notizia riguardante la showgirl di turno? Cosa succede alle vittime? Sappiamo tutti che esistono, ma cosa stiamo facendo al riguardo?
Ecco 5 modi per andare al di là dell’hashtag e combattere il traffico di esseri umani:
1. Preghiera e digiuno
Stiamo combattendo una grande battaglia e abbiamo bisogno della migliore risorsa che abbiamo a disposizione: la grazia, la forza e la misericordia di Dio. Pregare per le vittime: anche chi ne è uscito ha davanti a sé una lunga strada di guarigione. Pregare per chi è in prima linea nella lotta al traffico di esseri umani. Pregare per i nostri politici e per i legislatori. E sì, pregare per le persone coinvolte, per chi perpetra il traffico. Pregare e digiunare in riparazione per i loro peccati e chiedere la misericordia di Dio.
2. Educarsi
Il traffico di esseri umani coinvolge bambini e adulti, ragazze e ragazzi. Il traffico sessuale dilaga, ma lo fa ancor di più il lavoro forzato. Si verifica ovunque, non solo nei Paesi in via di sviluppo.
Informatevi: guardate un film o leggete un libro. Imparate i fatti e sbarazzatevi dei luoghi comuni. Riconoscete i segni delle vittime nel caso in cui ne incontriate una, soprattutto se vivete in una città.
3. Informarsi a livello politico
Siti web come quello del progetto Polaris vi terranno informati sulla legislazione attuale. Di recente è stato presentato al Congresso degli Stati Uniti un nuovo disegno di legge che rafforza la trasparenza nei sistemi di approvvigionamento, intendendo che le compagnie devono essere oneste sulla provenienza della manodopera e dei materiali.
4. Essere consumatori responsabili
Parlando di sistemi di approvvigionamento, sapete da dove vengono i beni che acquistate? Siti web come slaveryfootprint.org vi aiutano a identificare le cose che comprate che magari derivano dal lavoro forzato. All’inizio può sembrare schiacciante, ma fate un passo per volta. Scegliete una cosa, ad esempio caffè o cioccolata del commercio solidale al posto di quelli che consumate abitualmente.
5. Trovate la vostra nicchia
Leggere di questioni di giustizia sociale spaventa. Tende a lasciarci paralizzati: “Cosa posso fare di buono?” È troppo per una persona sola. Anziché cercare di salvare il mondo, chiedetevi: “Cosa posso fare io, proprio qui e proprio ora?” Ci sono moltissime piccole cose che potete fare dove siete. Avete un vecchio cellulare? Donatelo per aiutare a creare canali regolari di comunicazione in zone ad alto rischio per il traffico di esseri umani. Aiutate un bambino tenendolo lontano dal traffico.
Iniziate dalle piccole cose. Iniziate oggi.
È il vostro turno.
Libby Reichert