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2015: l’anno in cui (parecchi) cattolici hanno frainteso il papa

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Tom Hoopes - pubblicato il 31/12/15
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Quattro stagioni di Francesco scuotono il nostro mondoSe il 2014 è stato l’anno dei fraintendimenti del papa da parte dei media, il 2015 è stato l’anno in cui a fraintenderlo sono stati molti cattolici.

Quest’anno avrebbe dovuto consacrare il papa come difensore della dottrina cattolica. È stato invece l’anno di tante dichiarazioni papali pro-vita, l’anno in cui il papa ha denunciato la teoria del gender a una settimana dal debutto di Caitlyn Jenner, l’anno di un forte documento sinodale sulla famiglia.

È sembrato, al contrario, che ogni stagione abbia fornito ai cattolici una nuova occasione per nutrire profondi sospetti nei confronti del pontefice.

È iniziato tutto con l’inverno e i conigli

Nel viaggio di ritorno dalle Filippine a gennaio, papa Francesco ha detto a un giornalista: “Alcuni credono che – scusatemi la parola – per essere buoni cattolici dobbiamo essere come conigli. No. Paternità responsabile”.

Ovviamente aveva ragione, la paternità responsabile è essenziale, ma i termini usati hanno fatto pensare a molti cattolici che il papa avesse offeso le famiglie numerose.

Il papa è rimasto “sorpreso” e “dispiaciuto” dalle reazioni suscitate dalle sue parole ed ha chiarito le sue dichiarazioni qualche giorno dopo. Parlando a un incontro con le famiglie numerose, le ha lodate in molti modi. E allora cosa riguardava il commento sui conigli?

Il pontefice stava rispondendo all’obiezione di un giornalista ai suoi commenti contro la contraccezione nelle Filippine – commenti che hanno fatto dichiarare a uno scrittore americano “La notizia che papa Francesco ha difeso con forza il divieto della Chiesa nei confronti del controllo artificiale della natalità mi ha lasciato devastato. Mi aspettavo molto di più da quest’uomo”.

Il messaggio del papa non era rivolto a chi abbraccia l’insegnamento della Chiesa, ma a chi lo rifiuta. Non stava dicendo “Troppe persone stanno avendo troppi figli”, ma “Troppe persone accantonano l’insegnamento della Chiesa sulla contraccezione ritenendolo irrealistico”. E questo doveva essere detto.

Con la primavera è arrivato il riscaldamento globale

L’enciclica ambientale del 24 maggio Laudato Si’ inizia riconoscendo come “non si possa attribuire una causa scientificamente determinabile” al riscaldamento globale (n. 23), ma sembra gettare al vento le cautele quando denuncia “il riscaldamento causato dall’enorme consumo di alcuni Paesi ricchi” (n. 51).

I cattolici si sono giustamente detti: Aspetta — non è una cattiva idea per la Chiesa pronunciarsi su questioni scientifiche? In passato non ci è andata bene al riguardo.

Forse è così, ma l’avvertimento di papa Francesco sul riscaldamento globale non è niente di nuovo. Entrambi i suoi immediati predecessori hanno diffuso avvertimenti simili, ed è importante notare che ha lasciato un’importante via d’uscita per la Chiesa nell’enciclica, dicendo: “Su molte questioni concrete la Chiesa non ha motivo di proporre una parola definitiva e capisce che deve ascoltare e promuovere il dibattito onesto fra gli scienziati, rispettando le diversità di opinione” (n. 61).

Sono sempre stato un agnostico del riscaldamento globale: ci sono persone più brillanti di me in entrambi i lati della questione. Se la minaccia è reale, allora grazie a Dio i papi stanno lanciando l’allarme. Se non lo è, il punto centrale della Laudato Si’ sull’iperconsumismo autodistruttivo dell’Occidente è comunque importante da affrontare.

E poi sono venuti l’estate e il Sudamerica

In estate, il viaggio di sei giorni di papa Francesco in Sudamerica ha suscitato controversie quando il Presidente della Bolivia gli ha donato un crocifisso con falce e martello.

La questione ha suscitato ondate di confusione e di commenti contrastanti. Alcuni hanno detto che Francesco l’ha odiato da subito e l’ha accantonato, altri che l’ha gradito molto e lo ha tenuto con sé.

Il papa ha offerto la risposta definitiva durante il viaggio di ritorno in aereo, definendolo non un crocifisso ma un esempio di “arte di protesta”, e descrivendo come il Superiore Generale dei Gesuiti Pedro Arrupe avesse criticato l’interpretazione marxista del Vangelo in risposta a opere d’arte di questo tipo.

E poi ha detto una cosa significativa, osservando che non ha portato con sé altre onorificenze ricevute. “Ho pensato: se le porto in Vaticano queste andranno in un museo e nessuno le vedrà. Allora ho pensato di lasciarle alla Madonna di Copacabana… Invece il Cristo lo porto con me”.

E alla fine il terremoto autunnale

Quando papa Francesco ha visitato gli Stati Uniti, alcuni cattolici hanno guardato con profondo sospetto ogni sua mossa. Perché non ha detto “Gesù” alla Casa Bianca? È stata una vera benedizione quella fuori dal Campidoglio? Voleva incontrare Kim Davis o è caduto in un agguato?

Ed è stato il sospetto ad accompagnare anche il Sinodo sulla famiglia di ottobre, quando molti cattolici si sono convinti che il Santo Padre fosse in combutta con i cardinali che volevano “ammorbidire” l’insegnamento di Cristo sul divorzio e il nuovo matrimonio.

George Weigel ha svolto un lavoro impagabile spiegando ciò che è avvenuto davvero al Sinodo 2015, un riavvio di un processo iniziato più di un anno prima, radicando nuovamente l’approccio vaticano alla famiglia nella Scrittura.

Ma il danno ormai era stato fatto.

Papa Francesco dimostra tutto il bene che si può trarre da un pontefice che ha uno stile empatico e schietto – “Cos’altro deve fare prima che ammettiate che papa Francesco è controverso?” Ma potete guardare all’uomo che tiene in tasca una Via Crucis e un rosario e dire anche: “Cos’altro deve fare prima che ammettiate che è devoto e fedele?”

Prevedo che il pontificato di papa Francesco verrà visto in retrospettiva come un periodo in cui la Chiesa ha abbassato le sue difese e ha incontrato davvero il mondo, ma prevedo anche che prima che ciò accada ci sarà bisogno di molte altre spiegazioni.

 

[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]

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