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Se le adozioni gay diventano una moda per vip e Rai

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Gelsomino Del Guercio - Aleteia - pubblicato il 29/12/15
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Vip e Tg lanciano la “moda” delle adozioni gay. Spot su spot animate spesso dalla demagogia della propaganda Lgbt.

L’ “OUTING” DI ANTONACCI

Basta rileggere le affermazioni del cantante Biagio Antonacci, che si è improvvisato attivista durante uno show televisivo con Giorgio Panariello in onda su Rai1. Parole che molto probabilmente, come nota The Huffington Post (25 dicembre), non erano state concordate, dato che Panariello appare decisamente sorpreso: «L’adozione deve diventare una cosa naturale: le coppie eterosessuali, gay bisex, trisex, tutto quello che vuoi meritano amore e meritano di dare amore. Basta con questo egoismo, perché ci sono tanti bambini che meritano di essere cresciuti da persone che se lo possono permettere. Questa è una legge che deve entrare in vigore prestissimo».

TG3 PRO FAMIGLIE ARCOBALENO

Non bastava Biagio Antonacci, denuncia Il Giornale (25 dicembre): «Sotto le vacanze natalizie anche il Tg3 ha dato il suo contributo a favore del ddl Cirinnà trasmettendo uno spot girato dall’associazione Famiglia arcobaleno che si occupa di ‘difendere’ i diritti delle coppie Lgbt»

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=vUVYYC76om8]

IL MESSAGGIO FUORVIANTE

Nel video andato in onda il 22 dicembre nell’edizione pomeridiana delle 14,20 si vedono inizialmente dei bambini intervistati che raccontano come passeranno il Natale. Con una serie di interviste fatte sulla strada, poi, alcuni passanti esprimono la loro opinione su alcuni disegni fatti da figli di famiglie “non tradizionali” per far passare il messaggio che “famiglia è dove c’è amore” e poco importa se i genitori siano omosessuali o eterosessuali.

PROPAGANDA VIA FICTION

La Rai viene sempre più usata come strumento per un lento e inesorabile indottrinamento dei telespettatori fatto per far addolcire la ‘pillola’ contenuta nel ddl Cirinnà. Una propaganda pro adozioni che è già andata in onda anche su Raiuno con la fiction “È arrivata la felicità…“, con Claudia Pandolfi e Claudio Santamaria nel cast, dove si raccontano, tra l’altro, le peripezie di una coppia di lesbiche che stanno per diventare genitori dopo essere andate all’estero per fare la fecondazione eterologa.

[youtube https://www.youtube.com/watch?v=aFfkQdROwlE]
SENZA IDENTITA’ CINEMATOGRAFICA

Propaganda pura, come nota anche la rivista on line specializzata Coming Soon (28 dicembre): «Si fa fatica a capire perché l’elemento omosessuale sia sembrato valido in termini di differenza e personalità del film tanto da trascurarne l’identità cinematografica. Insomma: perché, volendo raccontare una storia che mostri l’assoluta omogeneità al nostro mondo di una coppia gay, si è voluto rinunciare alla magica complessità del cinema, omogeneizzando anch’essa?»

LO SHOW DI SCAMARCIO

Vip, tg, fiction, ogni occasione è buona per lanciare spot pro adozioni da parte di coppie gay. Non sono state casuali le uscite pubbliche, che hanno preceduto quella di Antonacci, targate Riccardo Scamarcio e Maria De Filippi. Il primo alla Mostra del Cinema di Venezia, si è detto certo che anche un solo genitore possa bastare per crescere bene un figlio (makemefeed.com, 20 novembre).

UNA TESI SPERICOLATA

«Gli omosessuali rivendicano il diritto a poter avere figli – è la tesi, piuttosto spericolata dell’attore – parliamo di esseri umani, bambini e genitori, per i quali ciò che conta è l’amore, la sensibilità e la capacità di trasferire ai più piccoli questi valori, che poi sono quelli su cui si fonda la nostra cultura e la nostra società. Questo conta più di tutto. Il resto è solo questione di ruoli. E io, da attore, lo so bene».

MARIA PRO NOZZE E ADOZIONI

Invece la popolare conduttrice Mediaset, moglie di Maurizio Costanzo, nel corso di Sorci Verdi, in onda su Raidue, lunedì 5 ottobre, intervistata dal rapper J-Ax, aveva affermato senza remore: «Sono d’accordo sull’unione omosessuale e anche all’adozione».

LA NATIVITA’ CHE NON FA RIDERE

L’ultima “chicca” dal sapore blasfemo l’ha regalata il famoso vignettista Vauro. Il diritto alla satira gli “consente” di spingersi a rappresentare una nuova scena della Natività ispirata dalla scelta in Grecia di legalizzare le unioni dello stesso sesso. Con Gesù nella mangiatoia ci sono due San Giuseppe e nessuna Madonna. Una scenetta, sicuramente ben riprodotta dalla sua abile matita, che, in realtà, intristisce più che ridere.

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